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Le principali sorgenti di vibrazioni, nel caso specifico, durante l’esecuzione delle opere risultano essere prodotti dalle attività di scavo, dalle relative opere di consolidamento e dalle attività di palificazione del viadotto; per quanto riguarda la fase di esercizio le emissioni sono provate dal transito dei convogli della metropolitana.

Obiettivi del monitoraggio

L’obiettivo del monitoraggio vibrazionale è quello di prevenire e controllare il disturbo provocato dalle vibrazioni prodotte nella fase costruttiva sugli edifici più esposti e verificare l’eventuale disturbo indotto dal transito dei mezzi di cantiere lungo le piste ricavate all’interno delle aree di lavorazione stesse. Inoltre, l’indagine eseguita nella fase di esercizio, avrà lo scopo della verifica dei livelli di immissione ai ricettori più prossimi a seguito dell’esercizio della metropolitana.

Aree, parametri e articolazione temporale delle attività di monitoraggio.

Sono individuate aree sensibili con distribuzione dei punti di monitoraggio più fitta nelle zone maggiormente edificate e laddove le attività lavorative impattanti per la componente vibrazione (es: scavo, fondazioni pali, etc.) sono svolte nelle immediate vicinanze dei ricettori.

 

Le modalità di rilevamento dipendono dai seguenti fattori:

  • tipologia delle fonti di vibrazione
  • evoluzione temporale del fenomeno vibratorio (vibrazioni stazionarie o transitorie)
  • tipologia del macchinario da misurare
  • natura del suolo su cui viene effettuato il rilevamento.

Per la componente vibrazioni si prevedono due tipologie di postazioni di misura:

VIC, specifiche per la verifica delle attività di cantiere (n.2 postazioni).

Monitoraggio ante operam (AO) ed in corso d’opera (CO).

 

VIF, per la verifica dell’impatto indotto dal transito dei mezzi: n.3 postazioni previste in corrispondenza dei ricettori residenziali prossimi alla linea e oggetto di potenziale disturbo.

Monitoraggio ante operam (AO) e post operam (PO)

Ultimo aggiornamento: 13/04/2022