Un progetto di rigenerazione urbanistica e sociale: mai più quartieri dedicati all'edilizia residenziale pubblica, ma un abitare diffuso in città. A settembre è prevista l'assegnazione di altri 150 alloggi
Con il primo “morso” della pinza meccanica agli ascensori della Diga Bianca di Begato sono partiti ufficialmente i lavori del progetto “Restart Begato”.
Allo stesso tempo, è in corso la fase del cosiddetto strip-out interno che consiste nella rimozione dall’interno degli alloggi delle Dighe Rossa e Bianca di mobili e suppellettili residui e della rimozione di infissi, tapparelle, corpi scaldanti, tubazioni, impianti elettrici, rivestimenti. Una volta conclusa questa fase, ci sarà la rimozione dei pannelli esterni e poi, in autunno, si passerà alla demolizione delle strutture. La conclusione dell'opera è prevista per dicembre 2021
“Ci siamo presentati alla città più di tre anni fa dicendo che avremmo risolto il problema della Diga di Begato – commenta il sindaco Marco Bucci - e abbiamo mantenuto la promessa risanando una ferita urbanistica e sociale che Genova viveva da troppo tempo. Questo è un altro esempio del sistema Genova, dove le amministrazioni lavorano tutte assieme per avere una ricaduta positiva sui cittadini. In questo caso è sociale, in altri è anche economica e sul mondo del lavoro ma in entrambi i casi è quello che i cittadini vogliono. Noi siamo contenti perché grazie a questo sistema riusciamo ad alzare la qualità di vita della nostra città”.
Una rigenerazione che segue quanto ipotizzato da Renzo Piano - costruire sul costruito - e questa operazione prevede che vengano demoliti 486 alloggi presenti nelle due dighe per un totale di 175.000 metri cubi di costruzione su un totale di circa 182.000. La Diga Rossa, che ospita 278 alloggi di edilizia residenziale pubblica, verrà demolita completamente, mentre in quella Bianca, che ne ospita 245, saranno recuperati 37 appartamenti che si trovano nella parte della Diga affacciata su via Cechov. Sarà anche costruito un primo lotto di 50 nuovi alloggi ad elevata efficienza energetica, dotati di tecnologia particolari. di strumentazioni avanzate e di domotica.
“Questo è un momento importante per la rigenerazione urbana di Genova – spiega l’assessore ai lavori pubblici Pietro Piciocchi – Come amministrazione comunale vogliamo ridisegnare in città il sistema dell’edilizia popolare con un cambio di paradigma: non più quartieri dedicati, ma una collocazione diffusa su tutto il territorio comunale creando, così, le premesse per l’aggregazione e l’integrazione nel tessuto cittadino e sociale delle persone. L'abitare è un diritto fondamentale della persona umana e in questa Città dimostriamo di crederci fino in fondo. Per questo motivo mi sono molto impegnato fin dall'inizio per reperire le risorse necessarie perché oggi potesse esserci questa demolizione costata oltre 7 milioni di euro che siamo davvero lieti di potere spendere per questa epocale impresa. Voglio anche ringraziare ARTE, che abbiamo individuato come soggetto attuatore dell'intervento, perché ha lavorato molto bene fino ad oggi e Regione Liguria con cui abbiamo operato in sinergia perfetta e che ci ha aiutato in modo determinante per integrare i finanziamenti necessari al completamento del programma di trasferimento dei nuclei familiari che vivevano nella diga e con cui già stiamo lavorando alla futura rigenerazione”.
Una grande operazione urbanistica e anche sociale, “iniziata mesi fa - ricorda l’assessore Piciocchi - con la ricollocazione di quasi 380 nuclei familiari in altrettanti alloggi completamente riqualificati. Ne abbiamo riqualificato in totale 730 e quelli non utilizzati per i trasferimenti da Begato andranno a costituire un saldo positivo che, fra agosto e settembre, ci permetterà di rispondere alle graduatorie dell'edilizia residenziale pubblica con l'assegnazione di altri 150 appartamenti”.