Inaugurata a Palazzo Ducale la mostra dedicata alla fotografa franco-svizzera tra le maggiori rappresentanti della fotografia umanista francese insieme a Doisneau, Ronis, Boubat, Brassaï e Izis.
È stata inaugurata a Palazzo Ducale di Genova “Sabine Weiss. La poesia dell’istante”. La mostra, ospitata nella Loggia degli Abati fino 022 al 12 marzo del prossimo anno è un’ampia retrospettiva dedicata alla fotografa franco-svizzera, scomparsa all’età di 97 anni un anno fa, tra le maggiori rappresentanti della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau, Willy Ronis, Edouard Boubat, Brassaï e Izis.
Insieme al presidente e alla direttrice di Palazzo Ducale, Giuseppe Costa e Serena Bertolucci, c’erano la consigliera delegata Barbara Grosso in rappresentanza del sindaco di Genova, la curatrice della mostra Virginie Chardin e il direttore artistico della Casa dei Tre Oci Denis Curti.
Unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo e in tutti i campi della fotografia – dai reportage ai ritratti di artisti, dalla moda agli scatti di strada con particolare attenzione ai volti dei bambini, fino ai numerosi viaggi per il mondo – Sabine Weiss ha partecipato attivamente alla costruzione di questo percorso espositivo, aprendo i suoi archivi personali, conservati a Parigi, per raccontare la sua straordinaria storia e presentare il suo lavoro in maniera ampia e strutturata.
L’esposizione è un importante tributo internazionale alla sua carriera, con oltre 200 fotografie. La mostra, realizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e Tre Oci con Marsilio Arte, è prodotta da Atelier Sabine Weiss – Laure Delloye Augustins, con il sostegno di Jeu de Paume del Festival internazionale Les Rencontres de la photographie d’Arles e Photo Elysée sotto l’alto patronato del Consolato generale di Svizzera a Milano. Gli scatti esposti a Palazzo Ducale nella Loggia degli Abati ripercorrono, insieme a diverse pubblicazioni e riviste dell'epoca, il lavoro della fotografa, dagli esordi nel 1935 agli anni 2000.
Come testimoniano in mostra le foto dei bambini e dei passanti, fin dall'inizio, Sabine Weiss dirige il suo obiettivo sui corpi e sui gesti, immortalando emozioni e sentimenti, in linea con la fotografia umanista francese. È un approccio dal quale non si discosterà mai, come si evince dalle sue parole: «Per essere potente, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione umana, farci sentire l'emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto».
Oltre alle fotografie, in mostra sono presentati anche alcuni estratti da film documentari a lei dedicati ("La Chambre Noire" di Claude Fayard,1965; “Sabine Weiss” di Jean-Pierre Franey, 2005; "Il mio lavoro come fotografa" di Stéphanie Grosjean, 2014) nei quali la fotografa ha raccontato, in diversi periodi della sua vita, il suo percorso artistico, le sue esperienze di viaggio e la difficoltà di essere una fotografa donna. La forza della sua curiosità per il mondo e la sua gioia di vedere e documentare fanno di Sabine Weiss un simbolo di coraggio e di libertà per tutte le donne fotografe.
Info: www.palazzoducale.genova.it