Genova si prepara a ospitare la finalissima del campionato italiano di calcio a 11 per sordi, che si terrà al campo sportivo Praese sabato 3 giugno alle 17.30.
Un evento importante che vedrà il Club Sportivo Silenzioso Genova alla caccia del quarto tricolore contro l’A.S.D. Deafsport Roma.
«Si tratta di un evento importantissimo sotto molti punti di vista – dice l’assessore allo Sport, agli Impianti Sportivi e al Turismo Alessandra Bianchi – in primis per l’inclusività ed attenzione al mondo sportivo paralimpico ed altresì perché porta avanti il il percorso di valorizzazione del nostro territorio anche attraverso lo sport. Si tratta di un match di livello che incoronerà la squadra campione d’Italia e darà l’accesso alla prossima Champions League. L’augurio è che l’ASD CSS Genova possa volare in Turchia portando alta la bandiera della nostra città».
«Abbiamo vinto tre campionati – prosegue Marco Richi presidente ASD Genova– e finalmente siamo qui a giocarci una nuova finale. Il mio augurio è che i nostri ragazzi si impegnino per la vittoria: il nostro obiettivo è andare a giocare la Coppa dei campioni in Turchia. Tra due anni la nostra società compirà 100 anni e vogliamo festeggiare il centenario vincendo. Lo sport è un veicolo di inclusione importante e chi è sordo non deve essere lasciato solo: dobbiamo ricordarci che ci sono molti disabili che hanno più visibilità rispetto ai sordi e noi vogliamo parti visibilità. L’altro mio sogno è che qui a Genova arrivino tanti turisti e tanti sostenitori che si godano la città e la partita».
«In Italia siamo ormai molto avanti nell’integrazione dello sport per disabili – conclude Gaetano Cuozzo, presidente del Comitato italiano paralimpico – e in Liguria siamo ben piazzati: abbiamo campioni italiani, europei, mondiali e abbiamo vinto tante medaglie alle paralimpiadi. Questo ci gratifica, ma non ci fa perdere di vista l’obiettivo di coinvolgere sempre più disabili nello sport. In Liguria ci sono 6mila studenti disabili, eppure abbiamo appena poche centinaia di iscritti. In questo campo c’è uno spazio enorme e faccio appello affinché ci si impegni per far sì che i nostri compagni, i nostri figli e i figli dei nostri amici possano fare attività sportiva. È un loro diritto».