Si svolgerà domani, sabato 17 giugno, l’incontro in cui verrà raccontata l’esperienza di Auroville, la città indiana fondata nel 1968 dalla francese Mirra Alfassa e che, da allora, viene considerata come una città universale, un luogo dove possano convivere uomini e donne di ogni credo alla ricerca dell’unità umana.
A moderare l’incontro, che si terrà a partire dalle 17.30 in salone di rappresentanza, ci sarà la docente Maria Stella Acerno, responsabile di Amnesty International; presenti anche i rappresentanti di Auroville International Italia ETS, Tara Eleonora Presepe e il fondatore e vicepresidente Manohar Luigi Fedele che vive ad Auroville dal 2003.
Sarà presente anche Emanuela Patella, direttore scientifico di Celso, l’istituto di studi orientali di Genova. Auroville sorge nella regione del Tamil Nadu, nel sud dell’India e vede alla base della sua vita quotidiana cultura ed educazione, in una società sperimentale che prevede un’economia senza circolazione di denaro e che mette al centro il rispetto dell’ambiente e la riforestazione, insieme alla possibilità di ripensa arte, musica e cultura, in chiave non necessariamente economica, ma in maniera condivisa e sostenibile.
L’esperienza di Auroville si inserisce nell’attuale dibattito riguardante i modi di affrontare e superare la situazione di crisi in cui versa l’umanità nei vari ambiti sociali, in un mondo dominato da conflitti, paura e insicurezza globale, in cui è essenziale stimolare la riflessione sull’importanza della solidarietà, della pace e delle non violenza, senza dimenticare i diritti umani e le relazioni interpersonali e sociali.
In questo senso l’incontro si prefigge di apportare contributi attraverso la presentazione e lo studio di questa realtà culturale e sociale in via di sviluppo autofinanziatasi e supportata dall’Unesco, dall’Unione Europea e dal governo indiano. In particolare, la comunità di Auroville, in coerenza con la carta della sue fondazione, è orientata al rispetto dell’ambiente e dell’economia sostenibile, con attenzione al ruolo dell’educazione integrale, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile. Scopo ultimo dell’incontro, dunque, è la diffusione di buone pratiche all’interno di un paradigma di valori al cui centro i colloca l’essere umano con le sue potenzialità espressive, l’attenzione alla relazione consapevole con sé stessi e con gli altri e l’evoluzione dell’essere umano.