Il consiglio comunale di oggi, martedì 5 settembre, si è aperto come di consueto alle ore 14 con la discussione degli articoli 54, interrogazioni a risposta immediata:
Pulizia caditoie e manutenzioni per prevenire danni da piogge
«Partiamo da una doverosa premessa, ovvero che per le caditoie diventa difficile gestire la caduta di 230 millimetri d’acqua in meno di 24 ore con punte di 60/80 mm in un’ora. D’altronde le tubature sono state dimensionate quando si è sviluppata la città, quindi alcuni decenni fa per quanto riguarda i quartieri collinari, mentre per il centro storico possiamo parlare della sedimentazione di situazioni da centinaia di anni. Tornando all’attualità, l’Amministrazione ha voluto dare un segnale forte rispetto alla necessità di intervenire sulle caditoie. Dunque, esaurito il vecchio appalto gestito da Amiu, insieme al vicesindaco Piciocchi si è convenuto di provare un percorso nuovo simile a quello intrapreso nel Comune della Spezia. Dunque, sono stati fatti tre bandi di gara con l’affidamento di tre lotti di interventi ad altrettanti soggetti privati che hanno dimostrato di possedere le strumentazioni e attrezzature adeguate alla pulizia delle caditoie, compresi i “braccetti” che le collegano al collettore principale. I lotti sono così suddivisi: I lotto, Municipi II, V, VI, VII; II lotto, Municipi, I, III, IV, IX; III lotto, gestione degli autospurghi in situazioni di allerta ed emergenza che si attiva in occasione delle riunioni del COC, il Comitato Operativo Comunale del Comune di Genova, intervenendo su segnalazioni puntuali di eventuali allagamenti con la pulizia delle caditoie incriminate. Non è vero, come dice il consigliere Crucioli, che non è stato fatto niente. I tecnici ci riferiscono che, dall’1 all’11 agosto, tutte le caditoie delle strade del centro storico allagate a causa dei nubifragi del 27/28 agosto sono state ripulite. Gli allagamenti ci sono stati anche a causa della presenza di alcune caditoie tutelate dalla Sovrintendenza in quanto non in fusione di ghisa, ma scolpite nella pietra, quindi con un valore storico meritevole di tutela. Su queste caditoie resta complicato intervenire, ma abbiamo chiesto ad Aster di fare una mappatura capillare delle stesse per capire su quali poter intervenire attraverso la posa di sifoni, come è stato fatto ad esempio in piazza Tazzoli, a Sestri Ponente. Inoltre, per contrastare la risalita dalle fogne di ratti che hanno indotto alcuni commercianti del centro storico a tappare le caditoie in prossimità delle loro attività, saranno installate delle valvole di non ritorno. Facendo un ragionamento più ampio sul patrimonio di caditoie cittadine, che sono 90mila, le stesse saranno punite almeno una volta l’anno. Non sarà un servizio a chiamata, ma di intervento programmato che potrà avere le sue eccezioni ogniqualvolta una caditoia otturata possa causare l’allagamento di un sito sensibile quale una scuola o un poliambulatorio. In questi casi sarà possibile segnalare la situazione a cui verrà data la priorità. Molto importante sarà anche la geolocalizzazione, sul geoportale del Comune di Genova, di tutte le caditoie, in continuità con l’applicazione SegnalaCi che l’Amministrazione ha già attivato da tempo. Ogni cittadino, cliccando sulle caditoie collocate sulla mappa digitale disponibile da ottobre sul sito dell’Ente, potrà conoscere le date dell’ultimo intervento di pulizia e di quello successivo, programmato dall’Amministrazione. Inoltre, saranno puliti anche i “braccetti”. La geolocalizzazione delle caditoie rappresenta un importante segnale di apertura e trasparenza nell’ambito del confronto continuo con i cittadini che vogliono segnalare le criticità esistenti». Così l’assessore comunale alle manutenzioni Mauro Avvenente nella risposta alle interrogazioni presentate dai consiglieri Tiziana Notarnicola (Vince Genova), Claudio Villa (Partito Democratico) e Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) che chiedevano informazioni alla Giunta circa gli interventi posti in essere negli ultimi mesi per prevenire i danni prodotti dalle piogge intense che colpiscono sempre più spesso la città di Genova, come successo tra il 27 e il 28 agosto scorsi.
Ascensore via Durazzi e piazza Manin
«Via Durazzi è collegata da una mattonata difficile da percorrere per molte persone, anche a causa della pendenza che copre un dislivello di 20 metri su una distanza di 60. La soluzione tecnica di installare un ascensore di collegamento ha una sua fattibilità, ma dobbiamo trovare le risorse finanziarie nei prossimi tre anni, la copertura per la progettazione e poi fare uno studio, su cui sono fiducioso, sui rapporti costi benefici. Tecnicamente, poi, andrà individuato il punto più semplice per attaccare l’elevatore. Ci sono stati incontri con i residenti che hanno presentato la richiesta di una struttura di questo tipo e noi abbiamo deciso di prendere l’impegno di progettazione, nei prossimi sei mesi, per poi trovare nel 2024 le risorse necessarie nel bilancio per costruirlo e procedere con i lavori nel giro di tre anni». Lo ha detto l’assessore Matteo Campora rispondendo all’interrogazione del consigliere Paolo Aimè di Forza Italia che chiedeva “come intenda l’Amministrazione comunale procedere circa la progettazione e realizzazione dell’ascensore di collegamento tra piazza Manin e via Marcello Durazzo nel quartiere di Castelletto”, con riferimento all’o.d.g. di bilancio n. 4480 presentato in data 20 dicembre 2022 e approvato all’unanimità nelle sedute del consiglio comunale.
Polizia locale e fragilità
«Ringrazio il consigliere per avermi dato la possibilità di trattare un argomento che, in parte, è già stato affrontato durante la commissione di ieri dove si è già iniziato a ragionare. Partiamo dal presupposto che l’amministrazione non ha nessun potere per poter dire alla Polizia locale come applicare un regolamento, regolamento che è stato approvato da questo consiglio nel 2011 su proposta della giunta Vincenzi e che prevede che la Polizia locale, in caso si trovi di fronte a persone che fanno bivacco, debba sanzionarla per 200 euro. L’amministrazione non può dire di non applicare il regolamento, può però modificarlo e lo stiamo facendo per proporre un approccio diverso. Nessun agente di Polizia locale può, in nessun modo, interpretare il regolamento: deve applicarlo perché anche solo dare l’ordine di non applicarlo vorrebbe dire commettere una violazione perseguibile – sia che si tratti del vigile che si tratti dell’amministrazione che sarebbero quindi perseguibili per omissione di atto d’ufficio. Non c’è nessuna intenzione, da parte dell’amministrazione, di avere un approccio sicuritario verse queste situazioni di fragilità: da sempre abbiamo cercato, insieme alle varie direzioni e in particolare con quella del sociale, di avere un approccio volto al recupero e che metta queste persone nelle condizioni di vivere in maniera dignitosa. In alcune situazioni e contesti ciò non è possibile perché questi si rifiutano di essere aiutati. Non entro nel particolare del caso, ma da parte della Polizia locale non c’è stato alcun atteggiamento repressivo, nemmeno su mandato dell’amministrazione che, ripeto, ha la volontà di portare avanti un approccio di recupero e di assistenza nei confronti delle persone con fragilità. L’amministrazione, però, ha anche il diritto e il dovere, nonché l’obbligo, di approcciarsi verso azioni che garantiscano decoro e legalità». Ha risposto così l’assessore alla Sicurezza e alla Polizia locale Sergio Gambino all’interrogazione del consigliere di Genova Civica Stefano Pietro Amore in merito “al rapporto tra Polizia locale e le persone in evidente condizione di disagio sociale (senza fissa dimora e piccoli venditori ambulanti)”.
Arrivo di migranti e minori non accompagnati
«In merito ai flussi migratori, in particolare quelli via mare provenienti dalla Libia e dalla Tunisia si registra a livello nazionale un incremento. Il dato è bene evidenziato dal ministero dell’Interno che giornalmente pubblica sul “cruscotto statistico giornaliero” l’aggiornamento degli arrivi: dai dati si evidenzia un incremento degli arrivi di singoli, di famiglie e di minori non accompagnati. Prendendo come punto di riferimento la data del 4 settembre si evidenzia come nel territorio nazionale al 4 settembre 2021 gli arrivi constavano a 39.733 persone; il 4 settembre 2022 61.483 e il 4 settembre 2023 114.844. L’accoglienza di migranti di primo arrivo, non ancora titolari di protezione internazionale, è competenza del ministero dell’Interno tramite le prefetture che a loro volta accolgono le persone migranti all’interno dei Centri di accoglienza straordinaria (CAS). Il comune non ha percezione degli arrivi, ma siamo in contatto con la il prefetto e anche per loro è difficile organizzare i CAS perché i numeri cambiano da un momento all’altro a seconda degli arrivi. L’assegnazione è coordinata dalla Prefettura di Genova, con un concentramento in città e successivamente con lo smistamento nelle altre città della Liguria. Allo stato attuale risultano assegnati alla Prefettura di Genova oltre 2000 posti: ma occorre evidenziare come i posti variano a seconda delle tipologie di accolti (strutture per nuclei familiari o per singoli) e dall’ottenimento dello status di protezione internazionale che permette la collocazione nei vari progetti SAI dei vari comuni. Il comune di Genova è accreditato dal Sistema centrale SAI per 300 posti per persone singole e famiglie e per 183 posti per minori stranieri non accompagnati. Sul territorio ci sono 183 posti per minori stranieri non accompagnati e questo vuol dire che dobbiamo incrementare i setting che sono saturi. A oggi i minori stranieri non accompagnati sono circa 600». Ha risposto così l’assessore alle Politiche sociali Lorenza Rosso all’interrogazione del consigliere Federico Bertorello della Lega in cui “si chiedono informazioni circa il continuo arrivo di migranti e minori non accompagnati nella città di Genova; in particolare si chiede di conoscere i numeri dell’accoglienza, quante sono le strutture che accolgono convenzionate con la prefettura, quali determinazioni giungono dalla Prefettura per i prossimi mesi?”.
Atti vandalici e microcriminalità
«La prospettiva è completamente sbaglia perché l’aumento della microcriminalità è diffuso su tutto il territorio e non solo su Genova. Negli ultimi 15 anni sono state fatte politiche scellerate che hanno depotenziato le forze di polizia del 30% e non solo a Genova, ma in tutta Italia. Il depotenziamento delle forze di polizia si è unito alle leggi che hanno depenalizzato gran parte dei reati predatori come furti, spaccio, aggressione eccetera.
e che, unito anche alla scellerata gestione della migrazione, ha portato sul territorio una quantità ingestibile di stranieri ai margini della società che hanno creato, nella migliore delle ipotesi, degrado e nella peggiore atti criminosi. L’amministrazione, in questi sei anni, per migliorare la percezione di sicurezza dei cittadini – nonostante l’ordine pubblico sia responsabilità del prefetto – ha messo le proprie forze a disposizione del questore e ha rafforzato la Polizia locale perché consci che le esigenze di sicurezza che la cittadinanza ci ha fortemente richiesto è per noi una priorità. I dati della Polizia locale di quest’anno dicono che ci sono già stati 121 arresti contro i 95 dell’intero 2022, un trend che porterà la Locale a raddoppiare gli arresti e per quanto riguarda i sequestri di sostanze stupefacenti, invece, siamo già a 490 contro i 600 dello scorso anno. Dati che aumentano in maniera esponenziale. La nostra amministrazione sta facendo tutto quello che è in suo potere per rendere più sicure la nostra città anche e soprattutto con attività di recupero urbanistico, di rilancio economico-sociale del quartiere con maggior tasso criminoso coniugato con un maggiore impegno in tema di politiche sociali volto al recupero dei soggetti più fragili e ai margini della società». Ha risposto così l’assessore alla Sicurezza e alla Polizia Locale Sergio Gambino all’interrogazione del consigliere del Movimento 5 Stelle Fabio Ceraudo: “Considerato il dilagare di atti vandalici, violenze e microcriminalità nella nostra città, si chiede quali azioni la civica amministrazione intenda adottare per ristabilire la sicurezza urbana e salvaguardare l’incolumità pubblica”.
Dissesto idrogeologico versante pineta Quezzi
«L’area della pineta di Quezzi, in prossimità del versante boschivo di via Loria, è molto fragile dal punto di vista idrogeologico, come dimostrano gli episodi che si ripetono da qualche tempo con una certa frequenza. Anche quest’anno, poche settimane fa, era stato effettuato un intervento di pulizia del canalone. Intervento oneroso anche dal punto di vista economico, con una spesa di 40mila euro per la rimozione del materiale, di entità notevole, depositato all’interno del canalone di scolo. Purtroppo, le abbondanti piogge del 27/28 agosto con la caduta di 230 millimetri d’acqua nelle 24 hanno provocato il dilavamento del versante che presenta anche una situazione vegetazionale compromessa. Attualmente gli uffici tecnici competenti stanno sviluppando una progettazione che tenga conto degli aspetti non solo idraulici e geologici, ma anche forestali e arborei. Dalle analisi degli uffici emerge la necessità di lavori ingenti che richiedono un intervento di ingegneria naturalistica il quale dovrà essere inserito, con carattere di priorità, nel Piano Triennale dei Lavori Pubblici. L’obiettivo è di realizzare l’intervento già il prossimo anno”. È la risposta che l’assessore comunale alle manutenzioni Mauro Avvenente ha dato al consigliere Paolo Gozzi (Vince Genova) che interrogava la Giunta sugli interventi preventivi promossi sul versante boschivo di via Loria, a Quezzi, e sulle prospettive di sistemazione definitiva del versante prima e dopo le abbondanti precipitazioni degli scorsi 27 e 28 agosto.
Terminata la discussione degli articoli 54, interrogazioni a risposta immediata, con 36 presenti, alle 15, si è aperto il Consiglio comunale.
All’ordine del giorno due mozioni e due interpellanze.
Prima di cominciare i lavori all’ordine del giorno la consigliera del Pd Cristina Lodi ha presentato un ordine del giorno fuori sacco sul reddito di cittadinanza che impegna il sindaco e la Giunta ad: “Avviare una campagna di informazione precisa su come il cittadino debba muoversi per poter continuare a usufruire delle misure a sostegno del reddito nelle modalità nuove definite dal Governo; ad attivarsi presso il Governo affinché slittino le scadenze affinché possano organizzati i servizi sociali e per il lavoro e la formazione, ad attivarsi verso la Regione Liguria affinché vengano trasferite al Comune tutte le risorse nazionali al fine di implementare il personale nei Servizi Sociali; ad attivarsi presso regione Liguria affinché valuti di implementare immediatamente l’offerta relativa alla formazione professionale sia in termini di personale dedicato nei Centri per l'impiego ad accogliere le domande sia in termini di corsi professionali per una utenza 19-59 anni a cui vanno forniti servizi di formazione e di avviamento al lavoro pena la perdita della misura”. L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.
Mozione 116: “Delocalizzazione dei depositi chimici dal centro abitato di Multedo all’area portuale”.
L’atto è presentato dal consigliere di Vince Genova Paolo Gozzi. Si legge nell’atto: “Rilevato che esiste la necessità di procedere alla delocalizzazione del cosiddetto Polo Chimico di Genova Multedo, costituito dalle aziende Superba S.r.l. e Attilio Carmagnani S.p.A rimane urgente e pressante considerando che, nel quartiere di Multedo, i depositi chimici lambiscono le abitazioni creando una commistione insostenibile fra attività industriali e edifici residenziali; tenuto conto che nel dicembre 2021, all’esito di svariati studi di compatibilità, il Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale ha adottato la proposta di Adeguamento tecnico funzionale connesso alla delocalizzazione dei depositi a Ponte Somalia, nel bacino di Sampierdarena; considerato che Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha, recentemente, comunicato che il progetto di trasferimento andrà sottoposto a una Valutazione di Impatto Ambientale a livello nazionale, e quindi sotto egida statale; il Comitato Tecnico Regionale (CTR), di cui fanno parte Vigili del fuoco, Capitaneria di Porto, Arpal, Asl, Inail, oltre a Comune di Genova e Regione Liguria, con decisione n.16733 ha comunicato a Superba S.r.l. – quale soggetto promotore del progetto di trasferimento – la necessità di procedere a una integrazione documentale del piano manifestando l’esigenza di approfondire alcune tematiche legate alla sicurezza e al rispetto delle normative; ritenuto che il progetto di delocalizzazione in oggetto costituisca, per la prima volta nell’arco di un inconcludente dibattito ormai quarantennale, un’occasione concreta per pervenire alla doverosa dislocazione delle aziende e contemperi in maniera consona le legittime esigenze dei residenti con quelle di sviluppo industriale e contestuale mantenimento dei livelli occupazionali”, con questa mozione s’impegnano sindaco e Giunta “ad attivarsi nei confronti delle Istituzioni e degli Enti competenti - locali e nazionali - coinvolti nella procedura affinché si pervenga, nel più breve tempo possibile, alla delocalizzazione dei depositi chimici di Multedo mediante una ricollocazione in ambito portuale”. Riguardo questa mozione sono stati presentati cinque ordini del giorno e dieci emendamenti. Il primo ordine del giorno è stato presentato dal consigliere del M5S Fabio Ceraudo che impegna il sindaco e la Giunta: “All’interno del procedimento di VIA e delle successive o integrate autorizzazioni e nulla osta necessari al progetto di spostamento in oggetto, a sollecitare le autorità competenti a rispettare: il principio degli scenari alternativi a confronto misurandone gli impatti ambientali economici e sociali secondo gli indirizzi delle linee guida del Consiglio Nazionale del Sistema Nazionale per la protezione dell’Ambiente del 9 luglio 2019; il principio di tutela della salute pubblica attraverso un studio di impatto sanitario che metta a confronto gli scenari di cui al punto 1, 3; avviare la attuazione delle linee guida del Corpo Nazionale VVFF e Sistema delle Arpa realizzando un protocollo operativo che impegni la Autorità di sistema portuale ad elaborare un rapporto di sicurezza portuale e un piano di emergenza esterna prima di qualsiasi decisione sulla delocalizzazione in oggetto”.
Il secondo ordine del giorno è stato presentato dalle consigliere del Pd Cristina Lodi e Rita Bruzzone e impegna il sindaco e la Giunta: “A farsi parte attiva per prendersi carico di queste situazioni affinché la comunità di Multedo non perda servizi, aree verdi e trovi possibilità di vedere implementati luoghi di aggregazione attraverso luoghi non utilizzati e nel contempo non acquisti nuove servitù vedi autoparco in area Fondega”. Il terzo è stato presentato dalla lista RossoVerde e impegna il sindaco e la Giunta: “All’interno del procedimento di VIA e delle successive o integrate autorizzazioni e nulla osta necessari al progetto di spostamento in oggetto, a sollecitare le autorità competenti a rispettare: il principio degli scenari alternativi a confronto misurandone gli impatti ambientali economici e sociali secondo gli indirizzi delle linee guida del Consiglio Nazionale del Sistema Nazionale per la protezione dell’Ambiente del 9 luglio 2019; il principio di tutela della salute pubblica attraverso uno studio di impatto sanitario che metta a confronto gli scenari di cui al punto 1, 3; avviare la attuazione delle linee guida del Corpo Nazionale VVFF e Sistema delle Arpa realizzando un protocollo operativo che impegni la Autorità di sistema portuale ad elaborare un rapporto di sicurezza portuale e un piano di emergenza esterna prima di qualsiasi decisione sulla delocalizzazione in oggetto”. Il quarto ordine del giorno illustrato dal consigliere Alberto Pandolfo del Pd impegna il sindaco e la Giunta: “A lavorare sul dossier della delocalizzazione dei depositi chimici da Multedo, diversamente da come sono abituati, con un silenzio operoso, ispirato dalla figura di San Giuseppe, fatto di meno annunci e più risultati, dando appuntamento ai cittadini di Multedo e alla cittadinanza genovese tutta, quando il progetto, definito in ogni suo dettaglio, sarà pronto per essere attuato. A procedere secondo un iter che garantisca la concreta delocalizzazione dei depositi chimici da Multedo, attivandosi nei confronti delle Istituzioni e degli Enti competenti -locali e nazionali-coinvolti nella procedura affinché si pervenga, nel più breve tempo possibile, a una ricollocazione in ambito portuale, che garantisca: la sicurezza di tutti i cittadini genovesi, la sicurezza dei lavoratori e, non ultimo, la sicurezza di un saldo occupazionale positivo”. Il quinto dal consigliere Simone D’Angelo sempre del Pd impegna il sindaco e la Giunta: “Ad attivarsi con improrogabile urgenza al fine di un ricollocamento in area portuale dei depositi costieri dall’attuale posizione all’interno del tessuto urbano di Multedo, ritenendo non corretta e impraticabile l’opzione di Ponte Somalia proposta da Comune di Genova e dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale; a impegnarsi per la salvaguardia dei livelli occupazionali e per il mantenimento, nel rispetto delle obbligatorie garanzie di sicurezza e compatibilità ambientale, delle attività di stoccaggio e movimentazione di prodotti chimici e petrolchimici nel Porto di Genova, necessarie per continuare a garantire una diversificazione merceologica funzionale alla competitività della portualità territoriale; a favorire, presso le sedi deputate, l'individuazione di una collocazione adeguata in area portuale alternativa a quella di Ponte Somalia, in grado di rispondere ai requisiti necessari di sviluppo del Porto di Genova, di compatibilità ambientale e di sicurezza; a riferire entro il 31 ottobre p.v. nella competente commissione circa le azioni intraprese, anche al fine di garantire uno sviluppo sostenibile e compatibile del Porto di Genova, in grado di rappresentare un volano di crescita economica e sociale, oltreché una possibilità di ridisegno urbanistico, per la città”.
Sono stati presentati successivamente 10 emendamenti: emendamento 1 e 2 dal consigliere Bertorello 3, 4 e 5 dal consigliere Ceraudo e gli emendamenti dal 6 al 10 dal consigliere Filippo Bruzzone. Il proponente ha accettato i primi due emendamenti; sono stati rigettati invece gli altri. Il sindaco Marco Bucci ha espresso parere negativo a nome della Giunta a tutti gli ordini del giorno, che sono stati quindi respinti con 23 voti della maggioranza e 12 voti a favore dell’opposizione. La mozione così come emendata è stata approvata con 23 voti della maggioranza e un voto contrario del consigliere Mattia Crucioli di Uniti per la Costituzione, il resto dell’opposizione (M5S, Genova civica, Pd e lista RossoVerde) è uscita dall’aula.
Interpellanza 56: “Messa in sicurezza dei giardini sotto Belvedere”, atto presentato dal consigliere Federico Bertorello della Lega. Si legge nell’atto: “Richiamata la mozione approvata all’unanimità in data 12/04/2022 dal Consiglio Municipale II Centro Ovest che impegnava il presidente del Municipio e la Giunta Municipale a programmare un intervento di sostituzione dell’attuale recinzione dei giardini sotto Belvedere e considerato che la recinzione dei giardini sotto Belvedere a tutt’oggi risulta essere ancora assente in alcuni tratti e danneggiata e che spesso è stata segnalata la presenza di cinghiali all’interno dei giardini” s’interpella il sindaco e la Giunta: “Per sapere se l’Amministrazione Comunale intenda mettere in sicurezza i giardini collocando un’adeguata recinzione al fine di tutelare chi usufruisce di questo spazio di aggregazione utilizzato da famiglie e bambini”. «Abbiamo annotato la richiesta - ha dichiarato l’assessore Campora - e da quanto mi e stato riferito e in programma l’istallazione e a stretto giro, credo nel giro di 30 giorni, sarà istallata».
Interpellanza 67: “Stato dell’arte della sostituzione della ringhiera della strada di Crevari”, atto presentato dalla consigliera del Pd Rita Bruzzone. Scrive la consigliera: “Premesso che è stato accolto e votato all’unanimità un OdG in cui si impegnava la Giunta alla sostituzione della ringhiera del tratto stradale di Crevari da via Romana di Voltri a Piazza Giò Montagna a causa del grave stato di ammaloramento in cui si trova e che in questi mesi la situazione è decisamente peggiorata con parziali distacchi e con porzioni che presentano condizioni di grave precarietà con conseguente pericolosità per pedoni e automobilisti, soprattutto in prossimità del Ponte di via Romana e del tratto che sovrasta via Rubens; considerato che c’era stato un impegno anche da parte dei Dirigenti di Aster per la presa in carico di tale intervento durante la Commissione Comunale”, s’interpella il sindaco e la Giunta: “Al fine di conoscere lo stato dell’arte rispetto l’impegno assunto e al fine di avere un cronoprogramma dell’intervento considerata la pericolosità della condizione attuale”.
«E’ un intervento irrimandabile – ha dichiarato l’assessore Avvenente - spero che il Municipio ritenga l’intervento prioritario così da inserirlo nell’ambito dei lavori del 2024. Aster nel frattempo farà, nell’immediato, alcuni interventi, ma spero che il Municipio consenta a considerarla una voce irrimandabile».
La mozione 104 è decaduta in assenza del proponente.
Esauriti i punti all’ordine del giorno la seduta del Consiglio comunale si è chiusa alle 18.52.