Report del Consiglio comunale del 20 febbraio

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20/02/2024
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La Filarmonica Sestrese esegue l'inno di Mameli in Sala Rossa per celebrare 'Genova città dell’Inno Nazionale'

Silvia Stefani

Il Consiglio comunale si è aperto alle 14 con la discussione degli art. 54, interrogazioni a risposta immediata:

 

«Parliamo di una richiesta di titolo di studio, ma riguardo questo bando c’è da dire che non è necessaria la laurea perché esiste una deroga prevista dalla legge 165/2001, che diche che in caso di stipulazione di contratti di collaborazione per attività svolte da professionisti iscritti ad ordini o albi o che operano nel campo dell’arte, non è necessario il diploma di laurea. Quindi, poiché in questi due avvisi di selezione si dà importanza alla parte artistica, abbiamo deciso di valorizzare l’esperienza sul campo professionale, e stiamo andando nella direzione giusta, dando importanza alla cultura a prescindere dal possesso di laurea. Vorrei ricordare anche che contemporaneamente all’avviso pubblico di cui stiamo parlando, abbiamo pubblicato un avviso interno per i dipendenti del comune, per la ricerca interna di personale con le proprietà richieste».

Lo ha detto l’assessore Marta Brusoni rispondendo all’interrogazione della consigliera della lista Rosso Verde Francesca Ghio riguardante la “pubblicazione di una selezione per il conferimento di 2 incarichi di consulenza esterna relativamente al piano strategico della cultura 2023- 2026 per un totale di 300.000 euro più Iva e oneri previdenziali, tra i requisiti della quale non è previsto nessun diploma di laurea”.

 

«Il problema è noto all’ufficio animali e all’amministrazione da tempo, affrontato a più riprese. Negli anni sono stati eseguiti diversi sopralluoghi specifici, anche in collaborazione con Aster e con il Municipio, per l'individuazione di soluzioni circa la massiccia presenza di diverse specie di volatili, alcune urbane, di competenza comunale, come i colombi, altre selvatiche, di competenza regionale, come taccole e parrocchetti. Sui colombi, la Direzione Ambiente - Ufficio Animali esegue granatura regolare con mangime antifecondativo per ridurre e contenere il numero dei volatili. È stata presa in considerazione anche una potatura dei platani per ridurre la posa ai volatili, ma gli alberi sono in buono stato di salute e quindi interventi troppo drastici non sono né praticabili né auspicabili. Tra le soluzioni che sono state pensate: il posizionamento di punte sui rami che pare però non risolutivo e poco praticabile; l'utilizzo di distress call, la cui efficacia è da dimostrare, non è autorizzabile per lunghi periodi, peraltro notturni, in contesto urbano; l'utilizzo di laser può risultare molto costoso e non risolutivo. Su quest'ultimo punto, la Direzione Ambiente aveva comunque chiesto parere preventivo a ISPRA, che aveva comunque ribadito che tale pratica sia ipotizzabile e consigliabile solo in ambiti naturali e non in aree urbane. Pertanto, per diminuire i disagi, si ipotizza di effettuare potature mirate, sensibilizzare i condomini a chiudere anfratti per ridurre i siti potenziali di nidificazione e valutare la modifica della sosta per allontanare i parcheggi dalle alberature, cosa non semplice visto la situazione delle aree di sosta alla Foce. È difficile dire che questo problema, quindi, possa essere del tutto eliminato, ma tenendo sotto controllo la presenza dei volatili possono diminuire i disagi».

Lo ha detto l’assessore Francesca Corso, rispondendo a un articolo 54 presentato dalla consigliera di Vince Genova Arianna Viscogliosi che ha chiesto: “in via Cecchi, nel quartiere della foce, gli abitanti stanno assistendo a una vera e propria invasione di uccelli che nidificano sugli alberi: colombi, taccole, parrocchetti e tordi proliferano a volontà, creando disagi agli abitanti e soprattutto a chi parcheggia la propria auto che dopo poche ore ritrova ricoperta di escrementi. Si chiede all'amministrazione quali azioni intenda adottare per risolvere il problema”.

 

«Il T-Red si attiva e multa le vetture se al momento del passaggio c’è il rosso, non multa se le auto passano con l’arancione o il verde e nemmeno se si trovano all’interno dell’incrocio quando il rosso è scattato: non ha fotografato e se è passata con l’arancione la vettura non è stata sanzionata. Quell’incrocio particolare è complesso e capita che si rimanga all’interno dell’incrocio, ma c’è da dire che rimanere all’interno dell’incrocio è una violazione del Codice della strada, perché tecnicamente le vetture non devono occuparlo se è già pieno e anche se è verde dovrebbero fermarsi sulla linea dello stop e non intasarlo. È ovvio che il T-Red non è omologato per quel tipo di sanzione, che viene elevata solo se ci sono gli agenti in presenza. Non lavoriamo sulla repressione, ma sulla prevenzione e lo dimostra che ogni volta che istituiamo un nuovo incrocio con i T-Red partiamo due o tre mesi prima con le comunicazioni, facendo comunicati stampa, comunicando dove e quando. Facciamo un periodo di prova che non è obbligatorio, due settimane che non sono una prova dell’impianto, ma un periodo per far abituare la cittadinanza e a costo di risultare ridondanti facciamo ancora comunicazioni. E sta funzionando, visto che c’è stata una drastica riduzione delle sanzioni che, da quando sono stati installati i T-Red nel 2021 sono scese dalle 50 mila del primo periodo alle 17 mila del 2023: nonostante l’incremento dei sistemi le multe sono diminuite di un terzo. Anche dal punto di vista dei sinistri abbiamo notato che, negli incroci con i T-Red, la sinistrosità è diminuita in maniera importante: del 25%. A noi non interessa delle multe, ci interessa una maggiore sicurezza e ci interessa aiutare ad avere comportamenti corretti ed evitare che ci siano passaggi col rosso, che sono quanto di più pericoloso sulle strade».

Ha risposto così l’assessore Sergio Gambino all’interrogazione del consigliere Dem Alberto Pandolfo in merito all’”installazione nel nuovo impianto di controllo T-Red nell’incrocio tra corso Montegrappa, via Canevari e ponte Castelfidardo non è stata accompagnata da una regolamentazione dei flussi in modo preliminare atta a rendere maggiormente sicuro detto incrocio. Il limite dell’attuale conformazione e regolazione semaforica prevede inevitabilmente che molti mezzi in attesa di compiere le svolte, occupino l’area di incrocio. Con l’accensione prevista il prossimo 19 febbraio del T-Red il rischio è quello che i veicoli siano ripetutamente multati nell’atto di terminare/compiere le consentite svolte. Si chiede alla giunta di intervenire sulla regolamentazione semaforica o sull’assetto dell’incrocio per consentire un controllo tanto necessario quanto corretto”.

 

«La qualità urbana della nostra città è un tema molto importante, legato al passato glorioso di Genova che ci ha tramandato immobili e arredi di grandissimo splendore. E, sempre a Genova, è nato uno dei più grandi architetti del mondo, Renzo Piano, che sta dando una mano proprio per aumentare la nostra qualità urbana. Una ventina di anni fa, c’era stato un importante intervento di riqualificazione dei pavimenti mosaicati di via XX Settembre. Alla luce della sua interrogazione, che coinvolge anche i mosaici di Galleria Mazzini e via Dante, mi fa piacere comunicarle che nei prossimi giorni i tecnici della Direzione Strade faranno un sopralluogo per valutare l’ammontare di risorse necessarie per realizzare un intervento di questo tipo, fermo restando che parliamo di una quantità economica che va ben oltre le competenze del mio assessorato, responsabile di lavori fino a 100mila euro. Sono sicuro che il Municipio competente sarebbe interessato a inserire l’intervento nel Piano Triennale dei Lavori Pubblici tra quelli prioritari».

Lo ha detto l’assessore Mauro Avvenente in risposta all’interrogazione del consigliere Lorenzo Pellerano (Toti per Bucci) che interrogava la Giunta comunale “sull'urgenza di programmare una manutenzione straordinaria dei pavimenti mosaicati di via XX Settembre, Galleria Mazzini e via Dante, in larga parte restaurati e/o realizzati ad inizio anni 2000 con ingenti investimenti pubblici”.

 

«Genova è la città con più ecocompattatori in tutta Italia. Occorre fare in modo che il sistema funzioni al meglio. Il progetto nasce tramite un accordo tra Regione Liguria - assessorato Ambiente, per avere gli ecocompattatori per le bottiglie di plastica ed è diventato operativo con l’Istituto Ligure del Consumo che ha insegnato ai consumatori come utilizzarli e grazie a Comieco, per poter fare raccolta differenziata di qualità e conferire solo certe tipologie di materiale: le bottiglie raccolte vengono riciclate per nuove bottiglie a scopo alimentare e oggi il progetto è primo in Italia, anche per merito di Amiu. Ha raggiunto oltre 30mila utenti che hanno riciclato oltre 13 milioni di bottiglie per 13 tonnellate, con 150 negozi coinvolti per sconti per 250mila euro con un indotto commerciale di circa un milione di euro. Per quanto riguarda l’ecocompattatore di piazza Sarzano, a causa dei lavori, abbiamo dovuto spostarlo all’interno del Municipio Centro Est e abbiamo avuto richieste dai comitati del Lagaccio e abbiamo utilizzato lo spazio davanti alla Caserma Gavoglio, dove c’è anche un centro dove si riuniscono i ragazzi e una biblioteca: era necessario trovare uno spazio adeguato e quella è un’area adeguata. La prossima settimana sarà possibile usarlo. Grazie agli investimenti fatti con Corepla stiamo concordando un piano di sviluppo ulteriore per la Città metropolitana e con i prossimi ecocompattatori che arriveranno sarà possibile andarlo a ripristinare in centro storico, magari posizionandolo in piazza Carignano, andondosi ad aggiungere a quello di Caricamento. Al momento il numero è di 29, 18 a Genova e 11 nel genovesato. Amiu si è organizzata per far sì che gli ecocompattatori possano essere svuotati con più continuità».

Ha risposto così l'asessore Matteo Campora all’interrogazione del consigliere del PD Claudio Villa in cui si legge: “A seguito dei lavori di riqualificazione di piazza Sarzano l’ecocompattatore Amiu Plastipremia è stato spostato presso l’ex Caserma Gavoglio nel quartiere del Lagaccio. Ritenendo eccessiva la distanza rispetto alla sua prima collocazione si chiede di individuare un sito più vicino a piazza Sarzano o, comunque, più idoneo a servire gli abitanti del centro storico”.

 

«Si tratta di un impianto di telefonia installato da tempo previa l’acquisizione di tutti i pareri e dei nulla osta che abbiamo verificato, compresi quelli di Arpal. La giusta contestazione dei residenti riguarda i fasci di luce che vengono emessi dall’impianto e che, presumibilmente, sono stati imposti da Enac nell’ambito del rapporto esistente tra la stessa e la società che ha in gestione l’impianto. Anche se il Comune di Genova, dal punto di vista procedurale, c’entra poco, abbiamo voluto farci parte attiva per verificare il corretto espletamento di tutte le procedure, in modo simile a quanto fatto di recente anche per l’antenna di via Bologna dove siamo riusciti a scongiurare un impatto luminoso eccessivo rispetto ai limiti di tollerabilità della cittadinanza che abita nei dintorni. Dunque, abbiamo contattato i funzionari di Enac per capire se vi siano situazioni alternative a quella del fascio luminoso emesso dall’impianto della Val Varenna, che consenta di traguardare ugualmente gli obiettivi di sicurezza strettamente connessi all’illuminazione, senza danneggiare il giusto interesse dei residenti a non essere investiti da questi fasci di luce in maniera più o meno permanente».

È la risposta dell’assessore Mario Mascia all’interrogazione del consigliere comunale di Vince Genova Elena Manara che chiedeva “informazioni circa l’autorizzazione comunale rilasciata per la posa di un faro di segnalazione posto su un palo ripetitore nella località Tre Pointi, di fronte all’abitazione di via Assarino 1 in Val Varenna, a Pegli, in quanto produce, con il suo fascio luminoso, diversi problemi alle case situate nei pressi”.

 

 «Quello sul Reddito alimentare è un bando indetto dal ministero che ha individuato 4 capoluoghi tra i comuni, che avevano già una sperimentazione in atto sullo spreco alimentare. Noi abbiamo il tavolo della food policy per la gestione dello smaltimento dei rifiuti e da noi esiste la rete Ri-cibo. Stiamo lavorando per presentare il progetto a quel bando. Abbiamo individuato 6 referenti e sei filoni di sperimentazione che sono il ri-accesso al cibo, con Caritas; la lotta allo spreco con il Banco alimentare; la sostenibilità sistema alimentare con UNIGe, l’educazione alimentare con Ri-cibo, e il filone degli strumenti e degli indicatori sempre con UNIGe. Prepariamo con loro e il tavolo il progetto e poi ne daremo comunicazione».

Lo ha detto l’assessore Lorenza Rosso rispondendo all’interrogazione della consigliera del Pd Lilia Bonicioli riguardante la “presentazione di progetti di reddito alimentare finalizzati alla riduzione dello spreco alimentare attraverso la gestione delle eccedenze con azioni di solidarietà sociale”.

 

Terminato il question time, alle 15 con 37 presenti si è aperto il Consiglio comunale.

 

All’ordine del giorno una delibera, quattro mozioni e un’interpellanza.

 

Prima di cominciare i lavori è stato discusso un ordine del giorno fuori sacco ad argomento Piaggio Aerospace che impegna il sindaco e la Giunta: “a farsi parte attiva presso il Governo affinché venga verificata la possibilità che Leonardo partecipi all’acquisto di Piaggio Aerospace; A farsi parte attiva presso il Ministero affinché si provveda alla convocazione urgente delle parti sociali per informarle sulle prospettive dell'azienda; A partecipare ad una seduta della Commissione Consiliare VI Sviluppo Economico del Comune di Genova da convocarsi entro il 31 marzo p.v. per i dovuti aggiornamenti” e invita il presidente del Consiglio comunale: “A inviare la deliberazione di approvazione del presente atto di indirizzo al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, al presidente della Regione Liguria, ai Gruppi Consiliari dell’Assemblea Legislativa della Liguria, ai Parlamentari della Repubblica eletti nel Collegio della Liguria e al Sindaco di Villanova d’Albenga”.

L’ordine del giorno fuori sacco è stato approvato all’unanimità.

 

Delibera di Consiglio 28: “Proclamazione di Genova città dell’Inno Nazionale”. Su proposta, ai sensi dell’articolo 51 del Regolamento del Consiglio comunale, del presidente del Consiglio comunale Carmelo Cassibba, premesso che: “la città di Genova è stata protagonista del Risorgimento italiano attraverso i personaggi storici a cui ha dato i natali e il ruolo che ha interpretato esprimendo valori di indipendenza e libertà, contribuendo fortemente al processo che ha condotto all’unità nazionale e che a Genova, il 10 dicembre 1847 veniva eseguito per la prima volta in pubblico il “Canto degli Italiani”, composto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro, entrambi genovesi, il 24 novembre dello stesso anno, durante una grande manifestazione popolare in occasione del 100° anniversario dell’insurrezione di Genova contro l’occupazione austriaca e considerata l’importanza di valorizzare e diffondere la conoscenza dell’Inno Nazionale e delle sue origini storiche che ne ispirano e motivano il testo aiutando a comprenderne il valore”, chiede al Consiglio comunale di deliberare quanto segue: “di riconoscere alla Città di Genova l’appellativo di “Città dell’Inno Nazionale”, al fine di perpetuare la memoria degli eventi e valorizzare il ruolo che la città ha avuto nelle vicende del Risorgimento italiano che hanno condotto all’unità nazionale e alla scelta del “Canto degli italiani” quale inno nazionale; di predisporre la modifica dell’art.1 dello Statuto del Comune di Genova, sottoponendolo all’approvazione del Consiglio comunale, con l’introduzione dell’appellativo di Genova quale “Città dell’Inno Nazionale”, unitamente ai necessari riferimenti storici”.

Sulla stessa sono stati presentati due ordini del giorno: il primo dal consigliere Gandolfo di Liguria al Centro che di fatto impegna il sindaco e la Giunta: “a valorizzare attraverso i canali istituzionali e/o attraverso la trasmissione del messaggio sul Palazzo della Regione Liguria l’importanza di Genova “Città dell’Inno Nazionale” per dare ampia comunicazione e che venga promosso ogni 10 dicembre dell’anno l’immagine di Genova “Città dell’Inno Nazionale”; a promuovere, nelle scuole comunali e/o negli incontri legati al progetto “Hai mai visitato la Sala del Consiglio comunale?”, l’importanza e la storia di Genova “Città dell’inno Nazionale””. Il secondo ordine del giorno presentato dal consigliere Ariotti della Lega, che impegna il sindaco e la Giunta: “Affinché entrambi gli autori, che hanno dato vita all'Inno, vengano citati ogni qualvolta si menzioni il Canto degli Italiani e non risulti quindi solo come “l'Inno di Mameli”, ma "l'Inno di Mameli e Novaro". Successivamente è stato presentato un emendamento dal consigliere D’Angelo del Pd che chiede: “di predisporre l’inserimento di un nuovo e specifico articolo dello Statuto del Comune di Genova dal titolo “Città dell’Inno Nazionale”, sottoponendolo all’approvazione del Consiglio comunale, con l’introduzione dell’appellativo di Genova quale “Città dell’Inno Nazionale” unitamente ai necessari riferimenti storici”.

Il primo ordine del giorno è stato approvato con 34 voti a favore, astenuto il M5S e presente non votante il Gruppo Misto. Il secondo ordine del giorno è stato approvato con 22 voti della maggioranza e del M5S, il Pd, Il Gruppo Misto e la lista Rosso verde hanno votato presenti non votanti. L’emendamento è stato approvato all’unanimità.

La delibera emendata è stata approvata all’unanimità. Sulla stessa è stata concessa l’immediata eseguibilità.

 

Terminata la votazione il presidente del Consiglio comunale Carmelo Cassibba ha invitato la Filarmonica Sestrese, prima ad aver suonato il “Canto degli Italiani” di Mameli nel 1847, in sala rossa per intonare l’Inno Italiano.

 

Mozione 100: “Autonomia differenziata”. Atto presentato dai consiglieri del Pd. La mozione prende il via da alcune considerazioni: “In data 2 marzo 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato un Disegno di Legge avente ad oggetto: “Disposizioni per l’attuazione della autonomia differenziata delle regioni a Statuto ordinario” che è stato presentato alle Camere con l’obiettivo di definire la cornice procedurale per l’attuazione di quanto previsto dall’art. 116 terzo comma della Costituzione, il quale prevede che possano essere attribuite alle Regioni a statuto ordinario forme e condizioni particolari di autonomia. il disegno di legge presentato dal Governo ha suscitato consistenti perplessità e notevoli critiche: nel disegno di legge non viene assicurata la centralità del Parlamento, né il ruolo degli enti locali, soprattutto per quanto riguarda la individuazione, la definizione e il finanziamento dei LEP; il testo proposto tende ad aumentare di fatto i divari tra Nord e Sud del nostro Paese, in termini di reddito, di istruzione, della qualità della assistenza sanitaria, delle politiche sociali, di capacità di offerta e di diritto di accesso ai servizi più in generale; il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha più volte e con interventi pubblici esortato tutti i rappresentanti delle istituzioni, a tutti i livelli, ad essere impegnati in azioni che non lascino indietro i più deboli, sia che si tratti di singole persone sia che si tratti di intere Regioni; i diritti sociali rappresentano un capitolo fondante del patto istituzioni-cittadini, mentre questo disegno delinea un assetto istituzionale che mina la solidarietà̀ nazionale rendendo strutturale le diseguaglianze”. Con questa mozione s’impegna il sindaco e la Giunta: “A rappresentare in tutte le sedi necessarie il punto di vista espresso dal Consiglio Comunale; ad assumere iniziative che facciano pesare l’orientamento della nostra comunità come rappresentato nel presente atto di indirizzo, verso principi di autonomia che assegni a tutte le realtà del nostro paese uguali opportunità di benessere civile e sociale” e invita il presidente del Consiglio comunale: “ad inviare la deliberazione di approvazione del presente atto di indirizzo al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei ministri, ai Presidenti di Camera e Senato, ai gruppi parlamentari di Camera e Senato, al Presidente della Regione e ai gruppi consiliari regionali”.

 

Mozione 113: “Autonomia differenziata”, atto presentato dal consigliere del M5S Fabio Ceraudo. Si legge nell’atto: “Nel mese di novembre 2022 è stato presentato dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli un disegno di legge sull'attuazione dell'Autonomia Differenziata che presenta alcune caratteristiche che potrebbero suffragare il timore di uno stravolgimento dello spirito costituzionale come ad esempio il fatto che: al Parlamento è riservato un ruolo solo notarile senza possibilità di intervenire nel processo di formazione delle intese, allo Stato vengono sottratte alcune competenze legislative ed amministrative, tra cui quella sulla disciplina dei principi generali regolanti le singole materie; l’intesa sarebbe approvata anche senza la preventiva definizione legislativa di livello essenziale delle prestazioni, costi, fabbisogni standard e perequazione strutturale; il finanziamento del regime di autonomia avverrebbe in una prima fase utilizzando il criterio della spesa storica, con la clausola di invarianza per la finanza pubblica se una regione avrà più risorse per le maggiori funzioni assunte, è presumibile che altre regioni ne avranno meno; risultano devolvibili anche materie di primario rilievo nazionale” con questa mozione s’impegna sindaco e Giunta a: “Sollecitare la Regione Liguria ed i parlamentari liguri a fare pressioni sul Governo nazionale affinché, non appena completata la raccolta firme, sia portato rapidamente alla discussione in Senato il Disegno di legge di iniziativa popolare di cui sopra; a farsi promotore presso l’ANCI di una iniziativa di sensibilizzazione e, se necessario, di mobilitazione dei Comuni a sostegno delle ragioni dell’unità della Repubblica e del principio di uguaglianza, di fronte a spinte autonomistiche non basate su fondamenti di diritto rintracciabili nella Costituzione italiana”.

Mozione 13: “Autonomia regionale differenziata” atto presentato dai consiglieri della Lega. Si legge nell’atto: “il Documento finale di sintesi approvato dalla Giunta regionale con deliberazione 8 marzo 2019, n. 181 per la richiesta al Governo di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, mediante il quale è stato dato mandato al Presidente della Giunta regionale di proseguire il confronto con il Governo per definire l’intesa prevista dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, considerato che Regione Liguria costituisce una realtà matura per sperimentare e attivare forme e condizioni particolari di autonomia e che l’ottenimento di spazi più ampi di intervento autonomo permetterebbe di rafforzarne il ruolo nevralgico in ambito socio-economico, anche a beneficio dell’interesse della collettività nazionale e considerato che il conseguimento dell’autonomia regionale differenziata fornirebbe maggiori risorse anche al Comune di Genova che dunque potrebbe beneficiare di un maggior gettito fiscale derivante dalla Regione da destinare per opere strategiche nelle materie delegate”, impegna il sindaco e la Giunta: “A coadiuvare Regione Liguria nel percorso diretto a proseguire con perseveranza il confronto con il Governo e, in particolare, con il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, per ottenere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia regionale così come previsto dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e sancito dagli atti regionali richiamati nelle premesse”. Sulle tre mozioni il vicensindaco Piciocchi ha espresso, a nome della Giunta, parere contrario alla mozione del Pd e del M5S, parere favorevole alla mozione della Lega.

 

La prima mozione del Pd è stata respinta con 19 voti contrari e 12 a favore (dell’opposizione), si sono astenuti il consigliere Falteri e la consigliera Viscogliosi di Vince Genova.

La seconda mozione del M5S è stata respinta con 21 voti contrari e 11 a favore (dell’opposizione), si è astenuta la consigliera Viscogliosi di Vince Genova.

La terza mozione della Lega è stata approvata con 21 voti a favore e 12 contrari (dell’opposizione).

 

Mozione 118: Contrasto al fenomeno “isole di calore”. Atto presentato dai consiglieri della lista RossoVerde: Francesca Ghio e Filippo Bruzzone. La mozione prende spunto dal fatto che “nei mesi estivi, l’impatto dei periodi di canicola sulla popolazione si fa sempre più pesante e la causa principale del surriscaldamento delle città sono le tante superfici impermeabilizzate che assorbono il calore del sole riscaldando sempre più le aree circostanti”, e impegna il sindaco e la Giunta: “ad implementare le azioni migliorative che hanno dimostrato, nelle città in cui sono state adottate, di concorrere ad una significativa riduzione delle temperature nelle zone denominate “isole di calore”, quali: operazioni di vegetalizzazione; aumento della superficie della corona degli alberi; tenere in considerazione nel quadro della pianificazione edile i percorsi delle correnti naturali di aria fredda; promozione della collaborazione tra «professionisti e privati» al fine di promuovere la conoscenza ed il know-how, attraverso la creazione e diffusione da parte della CA di un esaustivo catalogo di misure utili; incentivi e sostegno da parte della CA per le persone ed i soggetti che vogliono realizzare progetti di adattamento climatico nel contesto privato per aumentare la biodiversità urbana”.

Sulla stessa è stato presentato un emendamento dal consigliere Falcone di FdI, accettato dalla consigliera Ghio proponente della mozione.

L’assessore Mascia ha dato parere favorevole a nome della Giunta.

La mozione  emendata è stata approvata all’unanimità.

 

Interpellanza 17: “Utilizzo del parcheggio di interscambio in via Buozzi e apposizione di telecamere di sicurezza”. Atto presentato dal consigliere della lega Fabio Ariotti. Scrive il consigliere: “Il parcheggio di interscambio sito in via Buozzi viene utilizzato dai cittadini genovesi, è l’unico parcheggio di interscambio che dal Ponente cittadino consente di posteggiare l’auto ed arrivare agevolmente nel centro di Genova e a volte viene utilizzato come parcheggio per i “tifosi ospiti” delle partite di calcio effettuate allo stadio Luigi Ferraris”, s’interpellano sindaco e Giunta per conoscere le modalità: “le modalità di avviso all’utenza circa l’impossibilità di poter posteggiare nel suddetto parcheggio di interscambio; se per disincentivare gli atti vandalici sono previste ulteriori forme di controllo oltre all’installazione di telecamere di sicurezza dedicata”.

«Questi parcheggi di interscambio sono gestiti da Genova parcheggi - ha risposto l’assessore Campora - e sono utilizzabili con qualsiasi abbonamento AMT, caricati sul Citypass e possono essere utilizzati gratuitamente come parcheggi di interscambio. Effettivamente questi parcheggi vengono anche destinati dalla Prefettura ai tifosi a causa della grande difficolta di reperimento di aree adeguate e questo e il caso. Verificherò le modalità di comunicazione della Polizia Locale per lo spostamento dei mezzi e sicuramente andremo implementare, anche con la Polizia Locale stessa, cosicché tutti i cittadini possano essere avvisati per tempo. Ovviamente ci rendiamo conto del disagio in quanto quelle aree sono destinate ai residenti e abbiamo in passato proposto aree diverse un po’ più lontane dallo stadio, ma in questo caso decide il Comitato di Sicurezza del Ministero degli Interni ed è giusto adeguarsi. Entro giugno verranno, poi, installate anche le telecamere sia all’esterno del parcheggio che all’interno così da prevenire atti vandalici.»

 

Esauriti i punti all’ordine del giorno alle 18.30 si è chiuso il Consiglio comunale.

Ultimo aggiornamento: 04/03/2024