Approvate una mozione sul bullismo e sul cyber bullismo e una sull'educazione emozionale e la cultura del rispetto rivolte ai bambini
Il consiglio comunale si è aperto alle 14 con la discussione degli art. 54, interrogazioni a risposta immediata:
«Il progetto sarà realizzato per conto dell’Agenzia del Demanio. Il Comune di Genova non ha un diretto potere di incidenza sulle tempistiche per la conclusione dei lavori, ma è stato chiamato a formulare un parere dal punto di vista urbanistico-edilizio che è risultato positivo. Il parere favorevole si riferisce a un intervento di rifunzionalizzazione dell’immobile, un’ex caserma dove è prevista la futura allocazione degli uffici di Polizia del Commissariato Centro, della Prefettura e della Direzione Investigativa Antimafia. I lavori si svolgeranno in un palazzo cinquecentesco, trasformato nel ‘700 e sopraelevato dopo l’ultima guerra. Tra i vari interventi previsti ci sono la realizzazione di un corpo edilizio esterno da adibire a cabina di servizio elettrica, la demolizione e ricostruzione di una superfetazione nel cortile interno per la realizzazione di parcheggi auto al coperto al servizio delle forze di Polizia e dei funzionari, oltre alla creazione di uno spazio ad uso ufficio, vani tecnici per ascensori e montacarichi, nuove finiture, la realizzazione di un tetto-giardino e la riqualificazione di serramenti e intonaci esterni».
Ha risposto così l’assessore Mario Mascia all’interrogazione presentata dal consigliere Valeriano Vacalebre (Fratelli d’Italia) che chiedeva alla Giunta “informazioni in merito alla tempistica per la conclusione dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione, con particolare attenzione a tutti gli aspetti di sostenibilità ambientale e di efficienza energetica e prestazionale, che erano previsti per lo scorso ottobre 2023, alla caserma Rosalino Pilo a Carignano, che dovrà ospitare la nuova sede del Commissariato Centro, alcuni uffici della Prefettura e della Direzione Investigativa Antimafia”.
«I 48 lavoratori Technisub sono venuti a Tursi ieri per un incontro urgente, concordato con l’amministrazione e con il Municipio competente. È stato un incontro positivo, un’occasione per approfondire la problematica, ovvero che la multinazionale ha deciso di investire altrove e che quindi l’attività, in quel caso, verrebbe dismessa. Sappiamo che non è stata ancora avviata la procedura di licenziamento collettivo; ieri ho parlato personalmente con la parte datoriale, e mi sono assicurato che prima di avviare qualsiasi procedura venga effettuato un necessario passaggio con il Comune, il Municipio e i sindacati. Il 20 marzo è stato convocato un incontro in cui verrà attivato il tavolo sulla vertenza Technisub, per garantire la tutela dei posti di lavoro, della professionalità e di un marchio made in Italy e se mi è consentito anche del made in Genova, come vuole il governo. Lavoriamo per questo senza distinzioni politiche».
Lo ha detto l’assessore Mario Mascia rispondendo all’interrogazione del consigliere Claudio Villa del Partito Democratico riguardante il “trasferimento dell’azienda storica Technisub da Genova, con l’ennesima perdita di decine di posti di lavoro nella città”.
«Il tema della riqualificazione del piazzale di via Monte Rosa è noto all’amministrazione. Il piazzale cui si fa riferimento si trova sulla sommità della strada, che risulta privata, utilizzata dai residenti per il parcheggio delle auto. Le criticità dal punto di vista idrogeologico afferiscono alle acque piovane che arrivano da monte, in una zona, quella del Biscione e della Pineta di Quezzi, dove le acque meteoriche scendono dall’altro riversandosi spesso e volentieri su proprietà private. Ad alcuni anni or sono risalgono alcuni interventi di ingegneria naturalistica, compiuti in un’area che si trova al centro di un impluvio naturale e che per questo raccoglie acque di ruscellamento, con il trasporto di detriti che si riversano sul piazzale. Per ovviare a questo problema, oltre a ripetuti interventi di pulizia delle griglie, si rende necessario l’intervento congiunto dell’ufficio geologico e difesa suolo per la progettazione e realizzazione di una sistemazione complessiva dell’area. L’intervento è di un’entità economica importante e dovrà essere inserito nel Piano Triennale dei Lavori Pubblici. Nei giorni scorsi c’è stato un primo sopralluogo dei tecnici a cui ne seguirà, in settimana, un altro ancora più approfondito. Si stima un costo di 500mila euro che prevediamo di anticipare nel Piano Triennale: in attesa dell’intervento, Aster eseguirà entro la prossima settimana un intervento di pulizia della condotta di captazione».
«Nel piazzale non risultano denunce di vandalismi, ma solo due segnalazioni di altrettanti casi di abbandono di un telaio di moto, non identificabile, e di un altro veicolo rispetto al quale è stata avviata la pratica di rimozione dei relitti. Faremo indagini con i residenti per capire se non siano state fatte denunce per paura o comunque la genesi degli atti vandalici lamentati nella zona».
Sono le risposte date rispettivamente dall’assessore Mauro Avvenente e dall’assessore Sergio Gambino all’interrogazione del consigliere Angiolo Veroli (Vince Genova), che chiedeva alla Giunta informazioni sul parcheggio di via Monte Rosa e nello specifico: “A seguito degli ultimi episodi di vandalismo e di abbandono di rifiuti che hanno interessato il parcheggio, si richiede quali azioni intenda promuovere l’amministrazione per garantire un maggiore presidio dell’area. A ciò si aggiunga che gli eventi meteorici del 9-10 marzo hanno evidenziato per l’ennesima volta la necessità di un intervento protettivo dell’area e di un’operazione di complessiva riqualificazione”.
«Ho eseguito personalmente sopralluoghi in corso Perrone e sono in contatto con alcuni residenti, che vivono il disagio pesante dei lavori della costruzione della gronda di ponente. Non ci sono i presupposti per gli espropri: sono abitazioni provvisoriamente disturbate da attività di cantiere, con un via vai di mezzi molto fastidiosi. Un anno e mezzo fa chiedemmo l’indennizzo da interferenza di cantiere per queste persone. Aspi era stato disponibile, ma ci siamo fermati perché è mancato l’ok del Governo, una decisione a livello ministeriale circa la necessità di prevedere questi indennizzi e trovare nuovi fondi. La questione, quindi, non è più di ordine tecnico, ma politico. Infatti, tutta la parte istruttoria è già stata svolta con la disponibilità di Aspi, che ha anche individuato una cifra di indennizzo. Posso stimolare la presentazione di un documento, affinché il Consiglio comunale possa farsi parte attiva per ottenere quello che abbiamo chiesto da anni, perché questi residenti lo meritano».
Lo ha detto il vicesindaco Pietro Piciocchi, rispondendo all’interrogazione del consigliere Filippo Bruzzone della Lista Rosso Verde, riguardante la “Possibilità di indennizzo di servitù di cantiere civici 92-94-96-98 di corso Perrone, derivante dalle operazioni propedeutiche di costruzione della cosiddetta ‘Gronda di Ponente’, che producono pesanti disagi in termini di forti rumori anche notturni e rilascio in atmosfera di polveri”.
«Ad oggi, rispetto al crollo della falesia sotto la passeggiata di Nervi, non sono in grado di rispondere compiutamente alle vostre domande, tenuto conto del fatto che l’evento si è verificato pochi giorni fa e si trova in una posizione non semplicissima per eseguire tutte le indagini del caso. Per ora è stato eseguito un primo intervento di pulizia della vegetazione a cui ne seguirà un altro nelle prossime ore, indispensabili per comprendere quanto accaduto e il livello di criticità della situazione. Al momento i tecnici escludono conseguenze sul castello dal punto di vista della staticità, ricordando che il distacco della falesia è avvenuto in corrispondenza dello spigolo ovest del Castello. L’area è stata parzialmente interdetta, senza la chiusura della passeggiata. Potrò darvi aggiornamenti quando avremo elementi più chiari, fermo restando che per noi si tratta di una questione prioritaria, anche per decidere sulla possibilità di utilizzare il Castello e di delocalizzare le importanti realtà del territorio che vi hanno operato finora».
È quanto risposto dal vicesindaco Pietro Piciocchi alle interrogazioni dei consiglieri Laura Gaggero (Fratelli d’Italia) e Donatella Alfonso (Partito Democratico) che chiedevano aggiornamenti sul crollo della falesia posta alla base del Castello della Passeggiata “Anita Garibaldi” di Nervi.
«L’installazione di fototrappole per identificare chi abbandona rifiuti per strada non è di per sé vietata, ma deve avvenire seguendo la disciplina europea in materia di trattamento dei dati personali, per gestire i rischi di tale trattamento. Quindi non è operazione facile, perché va comunque tutelata e protetta la privacy anche di chi eventualmente sta abbandonando rifiuti. Inoltre, in base ad una sentenza di legge, interpretata dalla Procura di Genova, le sanzioni non potrebbero essere emesse se il fatto è accertato da remoto, ma solo se il fatto risultasse accertato in flagranza di reato». Lo ha detto l’assessore Sergio Gambino rispondendo all’interrogazione del consigliere Federico Barbieri di Genova Domani riguardante la “possibilità di installazione di fototrappole contro l'abbandono rifiuti ingombranti in punti critici già segnalati nel Municipio IX Levante, ad esempio via Timavo". Sottopasso Multedo «Rispetto ai continui allagamenti del sottopasso di via Pacoret de Saint Bon, a Multedo, ci sono già state alcune evoluzioni rispetto a quanto ci siamo detti qualche settimana fa in Consiglio Comunale. Alcuni decenni fa, l’attuale campo sportivo di Multedo si affacciava direttamente sul mare che, rispetto ad allora, si è allungato di 250 metri. Ciò è accaduto non solo per il naturale dilavamento delle colline svolto dall’azione erosiva dell’acqua provenienti dai monti, ma anche per il progetto di rinaturalizzazione della cava ex Pian di Carlo. Infatti, i 900mila metri cubi di materiale abbancato, diventati poi 1,2 milioni, a causa dell’azione di dilavamento dell’acqua sono finiti nel torrente Varenna che li ha trasportati in mare, prima che il mare li riportasse sulla spiaggia. Già in due occasioni Autorità Portuale ha eseguito il dragaggio del canale di accesso al Porto Petroli e a Fincantieri, in modo da consentire il transito delle navi, mentre risale al 2002 la realizzazione da parte di Ireti del collettore fognario di copertura alla foce del rio Rostan, oltre a un’altra serie di interventi. Il collettore era stato realizzato in modo da poter uscire rispetto alla linea di battigia di 35-40 metri, ma oggi quel collettore risulta interamente assorbito dall’allungamento della spiaggia, e quindi totalmente intasato, rendendo impossibile il deflusso delle acque che si accumulano nel sottopasso. Dovrebbe essere Autorità Portuale ad intervenire, risultando la foce del rio Rostan in area demaniale, ma il Comune interverrà comunque. Giovedì si faranno i prelievi per verificare e caratterizzare il materiale. Infatti, il rio Rostan, scendendo verso il mare, contiene diversi materiali di cui va esaminato il contenuto prima del relativo abbancamento. Il primo intervento mira a consentire un minimo di scarico dell’acqua, che risulta molto difficoltoso al netto di continui interventi di pulizia delle caditoie. Oltre al primo intervento, il Comune sta lavorando a un progetto più articolato che prevede la realizzazione di uno scavo di 200 metri di fognatura per portare l’acqua in due vasche fatte realizzare nei primi anni ‘90 dall’allora assessore Dispensa. Queste due vasche, congiuntamente all’attivazione di due pompe, consentiranno di pompare l’acqua e di farla scaricare nel torrente Varenna per risolvere definitivamente il problema dei continui allagamenti».
È la risposta dell’assessore Mauro Avvenente alla consigliera del Partito Democratico Rita Bruzzone che lo interrogava “in merito all’ennesimo allagamento del sottopasso di via Pacoret de Saint Bon a Multedo, evento che è diventato una costante ogni qualvolta piova, a cui consegue la chiusura al traffico del medesimo. si chiede pertanto quali siano gli interventi progettuali al fine di risolvere in maniera definitiva il problema. Tutto ciò tenuto conto della situazione del passaggio del traffico veicolare, dei mezzi pesanti costretti a manovre pericolose in contromano e comunque dell'ennesima problematica in un quartiere che già molte servitù subisce”.
«Sul tema dei parcheggi in centro storico abbiamo una visione precisa, sul modello del Waterfront, ossia per quanto possibile senza auto a vista, ma con numerosi posti auto utilizzabili per i cittadini. Abbiamo la necessità di individuare più spazi per chi entra con l’auto in centro storico; sull’area di ponte Parodi, ad esempio, ipotizziamo una sistemazione consistente di posti auto. La riqualificazione di quell’area sta partendo e porterà con sé una revisione e ripensamento dell’offerta di posti d’auto».
Lo ha detto il vicesindaco Pietro Piciocchi rispondendo all’interrogazione del consigliere di Liguria al centro Lorenzo Pellerano riguardante la “tematica del parcheggio in centro città, con riferimento alle esigenze dei residenti e degli operatori economici e commerciali, anche alla luce dei cantieri in essere e dei progetti che interesseranno il territorio”.
Terminato il question time, alle 15 con 36 presenti, si è aperto il Consiglio comunale.
All’ordine del giorno sono state presentate quattro mozioni.
Prima di cominciare i lavori è stato discusso una dichiarazione in apertura di seduta (ex articolo 55) presentato dalla consigliera del Gruppo Misto Cristina Lodi, che ha voluto richiamare l’aula ad intervenire sul blocco nazionale delle assunzioni degli insegnanti di sostegno che hanno iniziato il TFA, Tirocinio Formativo Attivo.
Mozione 3: “Peer to peer education su bullismo e cyberbullismo”, presentata da Arianna Viscogliosi di Vince Genova. L’illustrazione della mozione prende atto dei numeri sempre più allarmanti legati al bullismo e al cyberbullismo: “in Italia le vittime di bullismo sono il 61% ed, in particolare, tra i coetanei il 43% esprime sofferenza per le violenze psicologiche ripetute e il 44% delle ragazze segnala un grande disagio per commenti di carattere sessuale online. Sempre in Italia n. 6 ragazzi su 10 non si sentono sicuri online e le ragazze hanno maggiormente paura; tra i rischi maggiori, i ragazzi sono spaventati dalla perdita della privacy, il revenge porn, il rischio adescamento, le molestie online, lo stalking”. Gli studi indicano come il fenomeno potrebbe contribuire all’aumento dei suicidi tra i giovani, sottolineando che le vittime di bullismo e cyberbullismo hanno maggiori probabilità di soffrire di disturbi del sonno e depressione, calo del rendimento scolastico e sulla capacità di apprendimento, sino a comportamenti di evitamento ed isolamento e abuso di sostanze. Si propone, quindi un percorso formativo attraverso la metodologia “peer to peer education”, strutturato come segue: “Una prima fase volta al potenziamento delle abilità individuali degli studenti e alla prevenzione di comportamenti socialmente negativi (come bullismo e cyberbullismo) attraverso il percorso dei temi individuati; una seconda fase in cui si affiderà la responsabilità agli studenti formati di trasferire le conoscenze acquisite ai loro compagni, per fare in modo che la conoscenza si trasmetta tra “pari grado”, tra persone simili per età, status e problematiche, con cui intraprendere uno scambio attivo di idee ed esperienze al fine di prevenire ed identificare episodi di dipendenza e generali condizioni di disagio tra gli alunni di tutte le classi coinvolte. I futuri peer educator saranno coinvolti in un corso di formazione realizzato da una/o psicologa/o o volto a formare i futuri tutor-mentor della scuola o/e a realizzare ed ideare una serie di lavori da condividere con i loro compagni di scuola; saranno organizzati inoltre dei laboratori di informazione sensibilizzazione al termine del ciclo di formazione dei peer; sarà organizzato un intervento conclusivo dei peer esclusivamente dedicato a tutti gli insegnanti di ogni scuola coinvolta, così da valorizzare il ruolo strategico degli adolescenti ed aggiornare tutto il personale docente; con l'inizio dell'anno scolastico successivo i peer già formati l'anno precedente si occuperanno, con la supervisione della psicologa e degli insegnanti, di individuare e formare i loro successori, al fine di garantire la presenza di nuovi peer al termine del loro percorso educativo presso ogni scuola aderente all’iniziativa. In questo modo, sarà possibile creare un circolo virtuoso che, anno dopo anno, permetterà di individuare e formare i peer della scuola stessa”. Con questa mozione s’impegna il sindaco e la Giunta: “A valutare, di concerto con Regione Liguria di promuovere iniziative volte alla salute mentale dei bambini, dei preadolescenti, degli adolescenti e dei giovani e delle loro famiglie; a valutare, di concerto con Regione Liguria, di promuovere campagne di sensibilizzazione e prevenzione, all’interno delle scuole, a partire dalla scuola primaria, per sensibilizzare maggiormente sul tema della salute mentale nei giovanissimi; valutare di rafforzare, di concerto con Regione Liguria, progetti volti a realizzare momenti di confronto nelle scuole, finalizzati a migliorare la conoscenza con la finalità di prevenire situazioni di disagio nell'età dell'adolescenza, evidenziando i rischi derivanti dal bullismo, dal cyberbullismo, tali potenzialmente da condurre a pratiche di autolesionismo, a ideazione suicidaria o al suicidio”. Sulla mozione è stato presentato un ordine del giorno dal consigliere Bevilacqua della Lega che impegna sindaco e Giunta: “Dando seguito alla Mozione 3/2024 “Peer to peer education su bullismo e cyberbullismo” ad organizzare o, se già presenti, sostenere i progetti di informazione e comunicazione sul bullismo e cyberbullismo all’interno delle scuole presenti sul territorio cittadino e, prendendo a riferimento l’iniziativa di altri Comuni, ad esempio Tursi (MT), di porre su un apposito cartello a forma di Stop o una targa, con la dicitura “STOP BULLISMO – SCUOLA DEBULLIZZATA”, fuori dalle scuole che organizzano progetti di informazione e comunicazione sul bullismo e cyberbullismo”.
Presentati anche 4 emendamenti dal consigliere dem SiMohamed Kaabour, accettati dalla proponente.
L’assessore Brusoni ha dato, a nome della Giunta, parere favorevole all’ordine del giorno e alla mozione.
Ordine del giorno e mozioni approvati all’unanimità.
Mozione 151: “L’educazione emozionale e la cultura del rispetto come strumento strutturale di percorsi formativi dei bambini”, atto presentato dai consiglieri del Pd, illustrata dalla consigliera Rita Bruzzone. “La violenza di genere è un fenomeno sociale di carattere strutturale, con radici culturali profonde. Un sistema alimentato e determinato dalla disparità nei rapporti di forza tra generi, che spesso trova espressione anche nelle interazioni quotidiane e che viene appreso da bambine e bambini fin dalla più tenera età”. Si rende noto che nella relazione finale dell’attività della Commissione Parlamentare di inchiesta sul femminicidio si chiama in causa la scuola per educare alla non violenza e si definisce come strumento efficace educare al rispetto e alle emozioni fin dalla più tenera età e come elemento strutturale di percorsi formativi in ogni scuola di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale. L’educazione sessuale, inoltre, è essenziale per prevenire e combattere gli abusi sessuali sui bambini, la violenza sessuale e lo sfruttamento sessuale. La Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali (“la Convenzione di Lanzarote”) chiede agli Stati di garantire che “i minori, nel corso dell’istruzione primaria e secondaria, ricevano informazioni sui rischi di sfruttamento e di abusi sessuali come pure sui modi per proteggersi, adattate alle loro capacità cognitive.” La mozione impegna il sindaco e la Giunta: “A promuovere, in sinergia con la Direzione dei Servizi Educativi del Comune di Genova, la formazione di docenti e di personale educativo per costruire o implementare, laddove esistano già, percorsi di educazione emozionale da rivolgere al servizio 0-6 anni come primo e fondamentale strumento di investimento educativo e di progetto culturale al fine di contrastare qualsiasi violenza di genere. A istituire un tavolo di regia che veda protagoniste scuole, centri antiviolenza e associazioni per favorire un’offerta omogenea di percorsi contro la violenza di genere nelle scuole secondarie di primo e secondo grado del territorio Genovese”.
La consigliera dem ha, poi, presentato tre emendamenti sullo stesso documento.
L’assessore Brusoni ha dato, a nome della Giunta, parere favorevole con alcune modifiche nell’impegnativa.
La mozione è stata approvata all’unanimità.
Mozione 137: “Implementazione dei contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti all'interno di parchi, giardini, pubblici e impianti sportivi”, atto presentato dalla Lega. La mozione parte dal presupposto che “Nelle linee programmatiche 2022 - 2027, viene riportata l'intenzione dell'ente di essere promotore nello sviluppo e nella diffusione della raccolta differenziata di qualità e di avviare mirate campagne di sensibilizzazione per la popolazione, le quali dovranno essere organizzate allo scopo di incentivare la collaborazione per limitare l’abbandono di rifiuti grandi e piccoli. I parchi e i giardini pubblici sono frequentati ogni giorno da tanti concittadini/e tra cui tante famiglie, ma il problema principale della raccolta differenziata in questi luoghi è l’introduzione dei rifiuti sbagliati, che spesso vengono gettati nel contenitore all'interno di queste aree o più vicino senza riflettere”. S’impegnano, pertanto, sindaco e Giunta: “A programmare una implementazione dei contenitori per il conferimento di diverse tipologie di rifiuto (carta, plastica, organico e vetro) all'interno di parchi, giardini pubblici ed impianti sportivi aperti al pubblico del territorio comunale”.
L’assessore Campora, a nome della Giunta, ha dato parere favorevole alla mozione.
La mozione è stata approvata con 25 voti della maggioranza e di Uniti per la Costituzione, si è astenuta il resto dell’opposizione.
Mozione 6: “Roseto di Murta”, atto presentato dalla consigliera Cristina Lodi del Gruppo Misto e dal consigliere Lo Grasso di Liguria al Centro. La consigliera parte dalla riflessione che: “Genova può godere la eccellente presenza di un roseto nella suggestiva cornice dell’ottocentesco Cimitero di Murta (Genova) che con le sue sepolture antiche è un gioiello dell’arte funeraria e del patrimonio architettonico della Val Polcevera e di tutta Genova e il Roseto è noto in tutto il mondo grazie ad articoli scritti su pubblicazioni nazionali e internazionali”. Dopo anni di abbandono, il cimitero è stato recuperato dal lavoro di appassionati volontari che lo conservano per aprirlo ai visitatori in occasioni speciali, raccontandone la storia e illustrando la collezione botanica di Rose chinensis che il cimitero custodisce: oltre 70 varietà che rendono unico in Italia questo giardino, un vero e proprio percorso nella storia della rosa dalla fine del 1700 a oggi, nonostante ciò in alcune sue parti necessità di interventi di restauro come è stato evidenziato da un sopralluogo avvenuto alla presenza dell'assessorato competente e dal presidente del Municipio Valpolcevera. Con questa mozione s’impegna il sindaco e la Giunta: “A valutare con la Soprintendenza le restaurazioni necessarie per evitare che la frequentazione del cimitero diventi non sicura per i frequentatori del Cimitero sia perché è opera d'arte di valore che va attenzionata; a destinare le risorse necessarie nell'anno 2024”.
Sono stati presentati sulla mozione due emendamenti dal consigliere della Lega Bevilacqua, accettati dai proponenti.
L’assessore Brusoni ha dato parere favorevole a nome della Giunta e la mozione è stata approvata all’unanimità.
Esauriti i punti all’ordine del giorno alle 17.35 si è chiuso il Consiglio comunale.