Dal 5 aprile, tutti i visitatori del Museo Diocesano potranno ammirare il monumento Fieschi, suddiviso in 124 frammenti, collocato su una parete di più di otto metri, per restituire l'impatto visivo e la suggestione della sua grandiosità.
All’inaugurazione del monumento ha partecipato il sindaco di Genova Marco Bucci e l’assessore alle Tradizioni cittadine del Comune di Genova Paola Bordilli.
«Oggi- dichiara l'assessore Bordilli- siamo qui per celebrare la rinascita di un capolavoro. Il restauro e il nuovo allestimento del monumento dedicato al Cardinale Luca Fieschi sono un motivo di grande orgoglio per tutta la città. Oggi Genova infatti si riappropria di uno dei suoi tesori, un simbolo della sua storia che torna a essere accessibile in tutta la sua grandezza e maestosità, anche grazie al lavoro del Museo Diocesano che lo costudisce. Sono pochi i monumenti funebri a poter vantare una collocazione così prestigiosa: il monumento a Fieschi ha una imponenza tale da poter essere definito uno tra i più importanti sepolcri monumentali di epoca medioevale. Tutto questo è stato reso possibile dagli studi, dai restauri e dai lavori di riallestimento, una prova tangibile delle professionalità che stanno dietro a un recupero come questo. Il mio ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo e, in particolare, alla Arcidiocesi di Genova con cui stiamo costruendo un rapporto sinergico e di grande collaborazione con la finalità ultima della nostra bella città. La sistemazione dell'opera in un luogo così importante avrà un grande impatto che sono certa sarà davvero emozionante: per questo invito Genovesi e Turisti a riscoprire questo patrimonio cittadino».
Un lungo lavoro ha impegnato il Museo a partire dall’11 novembre 2020 – in cui il progetto è stato presentato alla città – fino al 4 aprile 2024, giorno in cui il Monumento Fieschi è stato mostrato nel suo nuovo allestimento. Parliamo di rinascita di un capolavoro perché l’eccezionalità del progetto e la sua complessità si sono immediatamente palesate sin dalla riscoperta dei 124 frammenti e durante tutti i 40 mesi di lavoro, ossia dallo smontaggio del monumento, all’intervento di restauro, all’assemblaggio dei frammenti architettonici, alla realizzazione delle opere murarie per creare lo spazio espositivo, la creazione e la produzione delle strutture, lo studio per la complessa collocazione dei singoli frammenti. Ogni operazione ha visto il fattivo coinvolgimento, a seconda delle rispettive competenze, ma in un fruttuoso lavoro di equipe, di Clario Di Fabio e Francesca Girelli (Università di Genova) per l’indagine scientifica, di Giovanni Tortelli (Studio GTRF Tortelli Frassoni) come progettista e direttore dei lavori di allestimento e dei suoi collaboratori Alessandro Polo e Rocco Pagnoni, dei restauratori (Iacco Morlotti e collaboratori), di tecnici e operatori (Sciutto srl) più sotto ricordati, uniti e coordinati dalla Direzione museale.
A conclusione di questo lungo e articolato procedimento, si può affermare che il risultato conseguito ha in buona sostanza confermato le ambizioni iniziali, riuscendo a presentare in una chiave espositiva attendibile i 124 frammenti restanti di questo grandioso apparato funebre, senza una pretesa ricostruttiva – impossibile sia per la mancanza di dati storici e figurativi, che di porzioni andate perdute o al momento non ancora individuate – ma con la precisa volontà di fare un passo in avanti, rispetto ai tentativi messi in opera nel passato. Si è voluto dar conto dell’imponenza e dell’ambiziosa grandezza di quello che è stato, insieme alla tomba di Margherita di Brabante di Giovanni Pisano, il complesso scultoreo più importante del Trecento genovese e, di fatto, nonostante le lacune, il più conservato tra gli apparati funebri trecenteschi che ornavano le chiese della città nel XIV secolo-. Il progetto ha beneficiato del fattivo contributo di varie istituzioni: la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia, tramite imprescindibile per il contributo del Ministero della Cultura all’intervento conservativo; il Comune di Genova con la Direzione Politiche Culturali e il Museo di Sant’Agostino come proprietari e depositari di parte dei frammenti del Monumento Fieschi; la parrocchia di Santa Maria Maddalena e San Girolamo Emiliani per la generosa concessione in deposito di parti del complesso funebre di loro proprietà; la Cattedrale di San Lorenzo per la partecipazione al progetto; l’Università di Genova per la collaborazione nelle indagini scientifiche e il coinvolgimento del Monumento Fieschi nel progetto MEMID (Memoria e Identità). Basilare è stato il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo che, avendo già supportato l’intervento di riallestimento e di riqualificazione museale nel piano interrato del Museo, è stato il maggior sostenitore di questo nuovo ambizioso progetto espositivo.
Altrettanto sostanziale il concorso di altri sponsor quali: Conferenza Episcopale Italiana con l’OttoxMille, Fondazione Conservatorio Fieschi, Coop Liguria, AON S.p.A, famiglia Perlenghini, Camera di Commercio di Genova, Fondazione Piaggio. Il progetto non avrebbe avuto questo esito senza il supporto della Fondazione San Lorenzo Impresa Sociale che ha la gestione del Museo Diocesano e del Museo del Tesoro. L’apertura al pubblico del Monumento, a partire dal 5 aprile 2024, all’interno di IANUA - anno dedicato dalla città di Genova al Medioevo - sarà anche l’avvio di una serie di iniziative di promozione culturale riguardanti il complesso funebre e la storia della famiglia Fieschi che avranno due momenti significativi: il primo nel prossimo autunno, con l’organizzazione di una giornata di studi e quindi nella primavera 2025 con la stampa di un volume che illustrerà gli esiti del progetto.