Appuntamento domani alle ore 20.00 al Teatro Carlo Felice per il gran finale della manifestazione culturale promossa dal Comune di Genova e organizzata dall’Associazione Amici di Paganini in collaborazione con il Teatro Carlo Felice
Nove giorni di concerti nelle diverse sedi cittadine ed eventi che hanno animato la città: visite guidate ai luoghi paganiniani, vetrine addobbate, degustazioni, i ravioli di Paganini proposti in numerosi ristoranti cittadini, degustazioni, cocktail e persino gelati nel nome del grande musicista genovese.
Grande successo per il Paganini Genova Festival che si appresta a chiudere un’edizione da record con un ultimo, imperdibile appuntamento.
Domenica 7 luglio alle ore 20.00, presso il Teatro Carlo Felice, andrà in scena Vadim Repin, uno dei più acclamati violinisti del mondo, da quando nel 1988 si aggiudicò, ancora minorenne, il Concorso Regina Elisabetta del Belgio.
Il violinista, nato in Siberia nel 1971, propone il concerto di Sibelius, pagina a lui particolarmente congeniale per l’evocazione di atmosfere nordiche, per l’espressività così diversa da quella mediterranea, ma toccante attraverso sonorità profonde e scure. Lo accompagna l’Orchestra dell’Opera Carlo Felice diretta dal suo direttore principale, Riccardo Minasi.
Nella seconda parte del concerto è in programma l’esecuzione della terza sinfonia di Beethoven, la celeberrima "Eroica", inizialmente dedicata dall’autore a Napoleone, dedica che successivamente venne strappata, alla notizia dell’autoproclamazione del Bonaparte a imperatore. Un altro dei grandi capolavori della storia musicale offerti dalla programmazione del Paganini Genova Festival, sotto l’egida del Comune di Genova e con l’organizzazione dell’Associazione Amici di Paganini, in collaborazione con il Teatro Carlo Felice, che in nove giorni ha proposto grande musica e grandi interpretazioni, come mai prima così concentrati nel panorama genovese.
Vadim Repin ha vinto tutte le categorie del concorso Wienawski all’età di undici anni. Subito dopo ha debuttato a Mosca e a San Pietroburgo e a 14 anni a Tokyo, Monaco, Berlino e Helsinki e, un anno dopo, alla Carnegie Hall di New York. A 17 anni è stato il più giovane vincitore del Reine Elisabeth Concours. Da allora la sua carriera è stata un crescendo: si è esibito con le orchestre e i direttori più importanti del mondo e in tutti i principali centri musicali. Repin suona il violino "Rode" di Antonio Stradivari del 1733.
Il Concerto per violino Op. 47 di Jean Sibelius è stato scritto all’inizio del Novecento. Per Sibelius fu una partitura abbastanza travagliata e decise di rielaborarla dopo una prima esecuzione non particolarmente felice, a causa dell’inadeguatezza del solista che la realizzò l’8 febbraio 1904 presso il Conservatorio di Helsinki. Sibelius decise di ricalibrare gli equilibri formali del concerto e, soprattutto, semplificare la parte del solista, ancor oggi un notevole banco di prova per i musicisti che decidono di affrontarne l’interpretazione.
Dopo questa revisione il Concerto per violino venne eseguito a Berlino, con la direzione di Richard Strauss e aumentò costantemente il proprio prestigio fino alla storica incisione del grande violinista Jascha Heifetz, che suggellò definitivamente l’ingresso di questa partitura nel repertorio.
La genesi della Sinfonia Eroica è legata alle simpatie che Beethoven inizialmente nutrì per Napoleone Bonaparte, visto come un grande figlio della Rivoluzione, pronto a combattere per l’affermazione dei diritti fondamentali dell’uomo. Celebre è l’enorme delusione che ebbe il grande compositore di Bonn quando venne a sapere dell’avvenuta incoronazione a imperatore di Bonaparte, da cui la sua veemente decisione di recidere ogni legame fra la sua grande sinfonia e il nome di Napoleone.
La Sinfonia Eroica, la terza delle nove di Beethoven, rappresenta un punto di non ritorno nell’evoluzione di questa forma, in particolare per la sua lunghezza, imparagonabile a qualunque lavoro scritto prima di Beethoven. Il musicologo Luigi Della Croce ha eloquentemente scritto: «La Sinfonia n.3 apre un’era nuova, come la Sinfonia Jupiter di Mozart aveva chiuso quella precedente».