81° anniversario dell'eccidio al Forte San Martino, oggi la commemorazione

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18/01/2025
Eccidio San Martino

La commemorazione si è svolta questa mattina tra via Gobetti e Forte San Martino. Presente il presidente del consiglio comunale Carmelo Cassibba

Irene Moretti

 

Si è svolta questa mattina la cerimonia di commemorazione dell’eccidio al Forte San Martino, dove il 14 gennaio del 1944 persero la vita per mano nazista otto concittadini genovesi.

Dopo la deposizione delle corone di alloro ai piedi della lapide in memoria dei martiri, in via Piero Gobetti, il corteo si è spostato a Forte San Martino.

La cerimonia è stata curata dal Comitato Permanente della Resistenza della Provincia di Genova e l’orazione commemorativa è stata tenuta da Giacomo Ronzitti, presidente ILSREC – Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea “Raimondo Ricci”.

In rappresentanza del Comune di Genova il presidente del consiglio comunale Carmelo Cassibba: «L’Eccidio di Forte San Martino è una pagina tragica della nostra storia scritta con il sangue di otto uomini coraggiosi fucilati in un vile massacro nazifascista. Otto patrioti che pagarono con la loro vita il prezzo della lotta per la libertà e la democrazia contro l'oppressione e la tirannia. È importante ricordare, perché la memoria ci guida nel distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e ci ricorda che libertà, diritti e democrazia sono conquiste preziose da difendere. È un principio che non mi stancherò mai di ripetere, soprattutto ai ragazzi: è necessario spiegare loro il coraggio di quegli uomini e insegnare che un’ingiustizia, un atto di bullismo, una parola che ferisce non sono normali: sono azioni che vanno contrastate, sempre. Fare memoria significa avere uno strumento per costruire un futuro migliore, ispirandosi ai valori di chi ha sacrificato la propria vita per consegnarci un mondo più giusto».

Era la mattina del 14 gennaio del 1944, infatti, quando il professore Dino Bellucci (32 anni), il tipografo Giovanni Bertora (31 anni), lo straccivendolo Giovanni Giacalone (53 anni) il tranviere Romeo Guglielmetti (34 anni), il giornalaio Amedeo Lattanzi (54 anni), il saldatore elettrico Luigi Marsano (27 anni), l’oste Guido Mirolli (53 anni) e l’operaio Giovanni Veronelli (57 anni) vennero condotti al Forte San Martino e fucilati da ufficiali nazisti e della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) per rappresaglia a un attentato compiuto la sera precedente da una squadra dei GAP - Gruppi di Azione Patriottica - contro due ufficiali tedeschi, uno dei quali perse la vita. Gli otto concittadini genovesi, estranei ai fatti perché già arrestati in precedenza con l’accusa di essere cospiratori, erano stati prelevati nottetempo dal carcere di Marassi e sottoposti a processo sommario dal tribunale militare. A opporsi alla loro fucilazione, invano, fu il tenente dei Carabinieri Giuseppe Avezzano Comes che, insieme al suo plotone composto da venti uomini, si rifiutò di eseguire la sentenza. Successivamente, Avezzano Comes, riuscì a distruggere la nota di servizio con i nomi dei Carabinieri presenti con lui al Forte evitando loro ulteriori rappresaglie da parte delle SS e della GNR.

 

 

Ultimo aggiornamento: 18/01/2025