
Oltre 80 opere della collezione Chiossone, in esposizione dal 17 maggio al 16 novembre
Apre sabato 17 maggio, e sarà visitabile fino al 16 novembre al Museo d'Arte Orientale E. Chiossone, la mostra Muse ed eroine. La donna nell'arte giapponese tra '600 e '800, a cura del conservatore responsabile del museo Aurora Canepari.
La rassegna, che espone a rotazione oltre 80 opere della collezione Chiossone per tutelare le opere più fragili e proporre al pubblico un maggior numero di capolavori, si articola in due sezioni. Quella dedicata alle Muse presenta i più raffinati ritratti delle icone di bellezza dei secoli XVII e XVIII, cortigiane e geishe che dettavano moda e influenzavano lo stile di vita cittadina e l’arte. La sezione Eroine è invece caratterizzata da figure femminili di eccellenza nelle arti o altri talenti, in un paese dominato dagli uomini. Prima tra tutte la straordinaria Katsushika Oi figlia di Hokusai, il più famoso artista giapponese, e sua brillante allieva.
Di questa artista, una delle rarissime pittrici di periodo Edo, il Museo Chiossone conserva uno straordinario dipinto di importanza internazionale.
La sezione narra le storie di scrittrici, poetesse e guerriere che si distinsero per i loro talenti e che sono ancora oggi d’ispirazione per le future generazioni. Sono in realtà sia muse che eroine anche le donne comuni, ritratte mentre lavorano o accudiscono i figli, che troviamo nelle stampe e nei dipinti ukiyoe, un vero e proprio scorcio di vita quotidiana dell’epoca. Le nostre protagoniste si presentano attraverso i dipinti (kakemono) e le stampe xilografiche realizzate dai più grandi artisti ukiyoe, come Utamaro, Hokusai e i membri della scuola Utagawa.
Completano l’allestimento preziose suppellettili in lacca per la cosmesi femminile ed eleganti ornamenti.
Collaterali alla mostra, una serie di incontri, conferenze, laboratori e un calendario di visite guidate a cadenza mensile.
La mostra, patrocinata da Consolato generale del Giappone a Milano e dall'Istituto di cultura giapponese di Roma, è inserita nella programmazione cittadina di Genova e l'Ottocento.