
Nel pomeriggio del 15 dicembre i militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Genova Centro e personale della Polizia Locale di Genova hanno dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare emesso dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale nei confronti di 23 persone, sulla base della richiesta formulata dalla Procura della Repubblica di Genova che ha coordinato un’indagine condotta e volta a contrastare il commercio illecito di sostanze stupefacenti nel centro storico genovese.
Le attività investigative svolte dal 2022 congiuntamente e sinergicamente dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Genova Centro e dal G.O.C.S. del Nucleo Centro Storico della Polizia Locale di Genova, sono iniziate a seguito dell’analisi e monitoraggio della notoria via Prè, in particolare focalizzando l’attenzione sull’importante presenza di soggetti – per lo più extracomunitari - all’interno e nelle immediate adiacenze di un ristorante etnico senegalese, dove peraltro occultavano le dosi di stupefacente in modo da essere maggiormente tutelati in caso di controlli.
Le indagini, condotte attraverso attività tecniche combinate ai tradizionali servizi di osservazione, controllo e pedinamento, hanno consentito di appurare la numerosa presenza di soggetti stranieri di origine prevalentemente senegalese che, costantemente gravitanti intorno al locale, erano quotidianamente impegnati nello spaccio di sostanze stupefacenti. In pochi mesi sono state annotate, accertate e contestate oltre 1.600 cessioni di droga, principalmente cocaina, crack ed eroina, effettuate nelle immediate adiacenze dell’esercizio commerciale.
Le attività tecniche hanno evidenziato come gli indagati – da considerarsi presunti innocenti stante l’attuale fase delle indagini preliminari - fossero favoriti nella loro attività dalla titolare del locale, indagata per il reato di riciclaggio, la quale si occupava principalmente di custodire il denaro provento dello spaccio, ma anche di occultare lo zaino con gli effetti personali dei pusher, in particolare le chiavi di casa che, in caso di arresto, avrebbero consentito ai militari dell’Arma ed al personale di Polizia Locale di estendere le attività di controllo presso il domicilio dove veniva conservato un quantitativo più ingente di sostanza stupefacente.
La donna, chiamata affettuosamente “Mamma”, forniva il proprio supporto logistico favorendo ad esempio il reperimento di abitazioni per i propri connazionali, occupandosi anche di risolvere le relative controversie tra i proprietari degli immobili quando venivano coinvolti in operazioni di polizia giudiziaria.
Dallo stabile e tenace monitoraggio effettuato da Carabinieri e Polizia Locale, sotto la supervisione della Procura Genovese, è stato inoltre verificato come la presenza nell’area dei soggetti dediti all’attività di spaccio, già di per sé consistente, aumentasse drasticamente in orario serale e nei weekend, tanto che in più occasioni sono stati notati i vari consumatori scegliere da chi acquistare, contrattando peso e costo delle dosi selezionate direttamente dalle mani degli indagati che, al fine di eludere i controlli ed evitare i sequestri in modo da massimizzare le vendite, conservavano le dosi confezionate nel cavo orale, estraendole e mostrandole all’esigenza agli acquirenti.
Spregiudicatezza, disinvoltura ed assenza di scrupoli è ciò che è stato osservato dalle immagini registrate ed analizzate dai militari dell’Arma e Polizia Locale: in un episodio infatti, si nota come un soggetto abbia effettuato una cessione di crack in favore di un ragazzo di tredici anni, accompagnato tra l’altro dall’amico di quattordici anni; in un’altra circostanza è stato invece accertato come il consumatore, un uomo dall’età di circa 45anni, abbia acquistato la propria dose di crack in pieno giorno portando in braccio il proprio figlio.
Durante l’intera indagine, terminata nel 2023, sono stati complessivamente arrestati in flagranza di reato 70 soggetti, sequestrati circa 15 chili di droga, tra cocaina e eroina, nonché € 100.000 ritenuti il provento dell’attività illecita.
Sulla base delle risultanze riepilogate da Carabinieri e Polizia Locale e poi compendiate nella richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Genova, il Giudice per le indagini preliminari ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare, disponendo per 22 soggetti la misura carceraria e per un soggetto gli arresti domiciliari, tutti comunque da ritenersi innocenti fino a sentenza passata in giudicato.
L’attività, oltre a confermare la sensibilità riposta sul centro storico genovese da parte della Procura della Repubblica di Genova nonché del proficuo spirito collaborativo dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia Locale, si inserisce nel più ampio contesto della lotta al traffico di stupefacenti.
