Restart Begato, al via la rigenerazione del quartiere Diamante

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05/03/2019

Parte il progetto che porterà alla demolizione della ‘Diga’. In totale saranno circa 400 i nuclei che andranno ad abitare in alloggi pubblici in altre zone della città. Bucci: è un cambio di strategia nella gestione dell'edilizia popolare che deve essere diffusa e integrata in tutto il territorio cittadino

mariella schenone

Il progetto di rigenerazione urbana del quartiere Diamante, a Begato, che porterà all’abbattimento della cosiddetta “Diga”, è stato presentato ufficialmente martedì 5 marzo nella sala della Trasparenza della Regione Liguria, alla presenza del presidente Giovanni Toti, del sindaco Marco Bucci e degli assessori al Patrimonio del Comune di Genova Pietro Piciocchi e all'urbanistica della Regione Liguria Marco Scajola.

 

«Questo è un giorno importante – afferma il sindaco di Genova Marco Bucci – perché per la prima volta si cambia strategia nella gestione dell'edilizia residenziale pubblica. Al contrario di quanto avveniva negli anni sessanta e settanta, con la creazione di quartieri popolari, l’obiettivo è un’edilizia popolare diffusa e integrata in tutti i quartieri della città. L’operazione avrà anche un risvolto economico e di migliore investimento delle risorse, ma soprattuto questo è un bellissimo progetto che consentirà ad alcuni di andare ad abitare in altre zone della città e, a chi sceglierà di restare, di avere un quartiere rigenerato e non più "una specie di ghetto". E' un'operazione win-win per cui chiediamo la collaborazione degli abitanti, perché sono loro le persone che con questo progetto vogliamo rendere più contente e lavoreremo con loro giorno per giorno».

 

Nel mese di aprile Comune di Genova e Arte attiveranno nel quartiere un ‘laboratorio di ascolto’ per informare i cittadini e individuare insieme a loro le migliori soluzioni per il ricollocamento in altre zone abitative. Questo potrà avvenire grazie al recupero di alloggi sfitti nelle zone di Begato, Sestri Ponente, Molassana, Marassi, Quarto, Oregina-Lagaccio, Centro Storico e Voltri-Prà.

 

A giugno inizierà la ‘ricollocazione’ dei primi nuclei familiari. In totale saranno circa 400 i nuclei che andranno ad abitare in alloggi pubblici recuperati in altre zone della città e nei circa 70 appartamenti all'interno delle nuove palazzine di edilizia innovativa a basso consumo che saranno costruite a Begato, secondo i criteri del progetto Casarte ispirati al modello del nord Europa: edifici di tre piani al massimo, a basso impatto energetico e con caratteristiche di sostenibilità. 

 

Prevista ad aprile 2020 la demolizione della Diga ‘bianca’ e di parte della Diga ‘rossa’, con abbattimento di 486 appartamenti e mantenimento e recupero di 37 alloggi nella Diga rossa (il civico 11 di via Cechov). Quarantadue mesi la durata dell’operazione, a partire dal laboratorio di ascolto dedicato agli abitanti che partirà ad aprile.

 

«Saranno 404 i nuclei familiari interessati, per un totale di 723 persone – è Girolamo Cotena, amministratore unico di Arte (Azienda regionale territoriale per l'edilizia) a fornire i dati –, 192 sono i nuclei costituiti da una sola persona e, tra questi, 39 sono ultrasettantacinquenni per i quali è previsto un tutor.  Inoltre, nei 404 nuclei sono compresi anche quelli che hanno irregolarità nella locazione, come i morosi, e i costi di trasloco saranno a carico della Pubblica Amministrazione».

 

 «Si tratta di un'operazione coraggiosa, ma necessaria - sottolinea l'assessore al Patrimonio Pietro Piciocchi - che porterà a una riqualificazione complessiva per il quartiere e a un miglioramento della vita delle persone. La commissione congiunta Comune, Regione e Arte vede una presenza forte dei servizi sociali, per venire incontro alle esigenze dei singoli, dando priorità alle famiglie con portatori di disabilità e alla continuità del percorso scolastico dei minori».

 

«Questa non sarà solo un'operazione di rigenerazione edilizia - ribadisce il presidente della Regione Giovanni Toti - ma anche sociale, per andare incontro alle richieste della popolazione che vive lì da anni e che vuole andare in quartieri più vivibili. In questo modo portiamo avanti un rinnovamento del tessuto che potrà favorire una maggiore vivibilità, senza escludere il diritto al ritorno, una volta conclusa l'operazione, per le famiglie che lo richiedessero».

 

Al termine della presentazione sono intervenuti Francesco Corso in rappresentanza dei Comitati di quartiere della zona e Stefano Salvetti in rappresentanza dei sindacati degli inquilini.

 

 

Ultimo aggiornamento: 06/03/2019