“Dieci, cento, mille centri”, Bucci: «Genova città multicentrica»

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04/10/2021

Si è svolta oggi a Palazzo Ducale la giornata di lavori promossa da Fondazione Bracco e Comune di Genova per mettere al centro del dibattito le periferie urbane. L’assessore Cenci: «Rigenerazione concetto ampio». Diana Bracco: «Lavoriamo tutti insieme affinché le periferie diventino assi centrali per lo sviluppo urbano»

Irene Moretti

Si è svolta oggi la terza edizione della conferenza “Dieci, cento, mille centri – Conferenza nazionale sulle periferie urbane”, format ideato dalla Fondazione Bracco e precedentemente proposto a Milano e a Palermo, un appuntamento che ha voluto mettere al centro del dibattito lo sviluppo delle periferie cittadine come motore della crescita delle città. Una giornata di lavori che è stata rimodulata a causa dell’allerta meteo rossa che interessa Genova in queste ore e che ha portato alla cancellazione della plenaria pomeridiana, ma non per questo meno densa di interventi.

«La rigenerazione urbana è un argomento critico – ha affermato il sindaco Marco Bucci – e per critico intendo importante perché va a toccare la vita dei cittadini. Alcuni dei trend urbanistici degli anni Settanta si sono rivelati problematici. Genova è una strip of land, una striscia urbana tra il mare e colline che arrivano anche a mille metri, una città che non ha più spazio, dove non è possibile espandersi. E allora è possibile solo rigenerare. E poi siamo una città in salita, come dicono anche i poeti e questo presuppone un concetto di architettura e ingegneria diverso dalle città in pianura».

«A Genova le periferie non esistono – prosegue il sindaco Bucci – è una città multicentrica. Negli anni Venti il Governo ha deciso di mettere insieme 18 comuni nella Grande Genova. Noi, al contrario di Milano che ha un solo centro e si sviluppa in anelli concentrici, abbiamo tanti centri diffusi. Questo rappresenta sicuramente una complessità per le amministrazioni, ma è un dato molto positivo per la città stessa perché non ha la necessità di avere una periferia come nelle altre città industriali. L’architetto Piano mi ha insegnato che la visione urbana deve essere fatta mettendo tutto nei quartieri: abitazioni, sport, commercio, teatri, scuole. Ci deve essere tutto, sennò creiamo dei ghetti e dobbiamo evitare la ghettizzazione».

«L'evoluzione delle metropoli non può prescindere da un impegno, collettivo e responsabile, per ridurre i divari socio-economici dei territori più fragili - ha affermato Diana Bracco, Presidente della Fondazione Bracco - . Oggi c’è bisogno di una pluralità di attori, pubblici e privati, che agiscano in rete. In questo scenario le imprese con le loro Fondazioni e le forze dell’economia possono e devono svolgere un ruolo decisivo. In particolare, le imprese familiari italiane di tutte le dimensioni sono un soggetto sociale attivo indissolubilmente legato al territorio dove operano in cui affondano le loro radici e la loro storia».

A Genova le rigenerazioni urbane sono «quattro, se non addirittura cinque: a cominciare dal Waterfront passando per il Cerchio Rosso del Parco della Val Polcevera, senza dimenticare i Caruggi e il centro storico, fino ad arrivare all’abbattimento della diga di Begato».

La rigenerazione urbana deve essere uno stimolo per ripensare le aree e che, dice l’assessore all’Urbanistica Simonetta Cenci, «rispetto alla riqualificazione è un concetto molto più ampio che comprende non solo la parte fisica, ma anche quella culturale, economica e sociale che non solo va valorizzata, ma va portata avanti con il coinvolgimento delle persone che abitano i luoghi. Si parte da una riqualificazione dei luoghi, per arrivare a una riqualificazione umana. La progettazione si deve muovere intorno ad assi precisi: abitare, il verde, l’incremento di infrastrutture di qualità, la formazione del cittadino e la convivenza intergenerazionale e interculturale. Un esempio è il Cerchio Rosso del Parco della Val Polcevera, dove abbiamo realizzato un nuovo spazio urbano con aree dedicate ai cittadini, li abbiamo ascoltati attraverso workshop condivisi e attraverso l'istallazione dell'infopoint. Il prossimo passo sarà pensare ad aree come Sampierdarena e Cornigliano: non vogliamo che esista più il temine negativo periferie, si deve pensare a "dieci, cento, mille centri”».

La Terza Conferenza Nazionale sulle periferie urbane " Dieci, Cento, Mille Centri" ha portato in luce molti temi di grande attualità per lo sviluppo delle nostre città, a iniziare da quello della rigenerazione urbana, divenuto ancora più cruciale con l'impatto della pandemia. La Conferenza aveva l’obiettivo di perseguire con concretezza la riflessione sulle realtà urbane intese come organismi complessi e caratterizzate da crescenti opportunità e rischi, in cui coesistono grandi energie e grandi fragilità.

Da venerdì 8 ottobre saranno disponibili sul sito di Fondazione Bracco le registrazioni delle sessioni parallele.

Ultimo aggiornamento: 04/10/2021