Al via oggi nelle scuole dell’infanzia comunali il progetto di educazione intergenerazionale per rafforzare il legame sociale, culturale e relazionale tra grandi e piccoli
Recuperare e (ri)scoprire le radici storico-culturali di Genova e dei genovesi, mettendo in comunicazione passato e presente grazie a 100 nonni-educatori pronti a raccontare, ai bimbi della scuola dell’infanzia, la loro gioventù e le differenze tra le società di ieri e di oggi, diventando così ambasciatori delle tradizioni della Città e della storia familiare.
È l’ambizioso obiettivo di “I nonni e i bambini della scuola dell’infanzia: gli antichi mestieri e i giochi del passato”, il progetto di educazione intergenerazionale rivolto ai bambini delle scuole dell’infanzia comunali, realizzato dall’assessorato alle Politiche dell’istruzione del Comune di Genova in collaborazione con il Garante comunale dei Diritti degli Anziani e l’associazione 50&più.
Il progetto, partito ufficialmente questa mattina dalla scuola dell’infanzia Glicine di Quezzi, coinvolge in tutto 9 scuole dell’infanzia comunali (una per ogni Ambito territoriale) e vede la partecipazione di oltre 100 over 65 che hanno aderito con entusiasmo alla call to action lanciata a novembre dal Comune di Genova, seguita da una riunione dove ai nonni volontari sono stati illustrati il programma e gli obiettivi del progetto.
Dai giochi al modo di andare a scuola e di fare la spesa, dalle “merende” agli antichi mestieri oggi in via di estinzione a causa dei cambiamenti economici, sociali e tecnologici avvenuti negli ultimi decenni, saranno diversi e numerosi gli argomenti ispireranno i laboratori dei nonni e, soprattutto, le curiose, insolite e divertenti domande dei più piccoli.
«Parte oggi un progetto fortemente voluto dal mio Assessorato, con il prezioso supporto del Garante comunale per i diritti degli anziani e dell’associazione 50&più, per valorizzare il patrimonio di conoscenze, valori, cultura e saggezza perfettamente incarnato dai nostri concittadini over 65 – dichiara l’assessore comunale alle Politiche dell’Istruzione e Servizi educativi 0/6 anni Marta Brusoni – Il fatto che oltre 100 di loro, in così poco tempo, abbiano messo gratuitamente a disposizione dei bimbi della scuola dell’infanzia il loro tempo e le loro capacità, ci inorgoglisce profondamente. Le loro storie, i loro racconti sulla vita e sull’infanzia di un tempo, oltre che sui giochi e sugli antichi mestieri, sono gemme preziose utili a tramandare ai più piccoli, e di riflesso alle loro famiglie, lo straordinario patrimonio culturale che abbiamo ereditato dai nostri antenati, costituito da usi e costumi radicati nel tempo. Un progetto che vuole avvicinare ancora di più il mondo “silver” a quello dell’infanzia, scolpendo nella memoria collettiva le nostre radici storiche e culturali».
Ogni nonno-educatore avrà l’opportunità di ripercorrere insieme ai “nipotini” le tappe più indimenticabili ed emozionanti della propria infanzia risalente al secondo dopoguerra: un periodo storico di grandi contraddizioni in cui la maggior parte dei bambini non acquistavano i giocattoli dal momento che le loro famiglie non potevano permetterseli. E per questo, o nonostante questo, se li costruivano da soli, a partire da materiali di riciclo o di scarto e con un mix di immaginazione e fantasia creativa. Oggi, invece, la maggior parte dei piccoliricevono in regalo giocattoli comprati in negozio o su internet, per non parlare dei bimbi che una voltapassavano la maggior parte del proprio tempo libero all’aperto e quelli che oggi, invece, fin dalla più tenera infanzia, stanno diverse ore al giorno davanti allo schermo dello smartphone, del tablet o della televisione.
«Il tema della memoria del passato è importante perché strettamente collegato al senso di appartenenza di un popolo e di una nazione: raccontare ai bimbi in tenera età come si giocava in passato e i mestieri di una volta, oggi quasi completamente scomparsi, è un’idea che si inserisce perfettamente in questa prospettiva – spiega il Garante comunale dei Diritti degli Anziani Paolo Tanganelli – Un popolo senza storia e senza conoscenza del proprio passato è un popolo senza identità: un concetto che è importante apprendere e assimilare fin da piccoli. A questo progetto, rivolto alle scuole dell’infanzia comunali, ci piacerebbe poi affiancare l’apertura di un Museo degli antichi giocattoli, da presentare all’interno di un percorso storico-artistico rivolto ai bambini per portarli in un lungo viaggio nel tempo alla scoperta dei giocattoli dei loro nonni e bisnonni. Un altro modo per far capire ai più piccoli, in modo semplice e immediato, il trascorrere del tempo attraverso l’adeguarsi dei giocattoli ai continui cambiamenti sociali, storici, economici e culturali».
Ma rispetto a una volta è cambiato anche l’aspetto e il modo di vivere e di fare la spesa nei nostri quartieri, dove era frequente per i bambini, al seguito dei genitori o dei nonni, fare il giro delle piccole botteghe alla ricerca di una dolce tavoletta di cioccolato o di uno squisito “reganisso”, il tradizionale bastoncino di liquirizia. Per non parlare poi di come si andava a scuola: se un tempo, generalmente, ci si incontrava con i propri compagni lungo la strada per raggiungere insieme la classe a piedi, oggi invece molte famiglie preferiscono la comodità di un passaggio in auto o in scooter, oppure l’utilizzo del mezzo pubblico.
Storie che sembrano appartenere a un passato arcaico, ma distante in realtà appena due o tre generazioni. Pazienza, sacrifici, semplicità, condivisione erano i valori profondi che improntavano la vita dei bambini di una volta, (ex) bimbi che oggi hanno i capelli bianchi e che il progetto “I nonni e i bambini della scuola dell’infanzia: gli antichi mestieri e i giochi del passato” vuole trasformare, più che in insegnanti, in narratori di storie avvolte in un’atmosfera di mistero e curiosità, la stessa stuzzicata dalle professioni di una volta che oggi stanno via via scomparendo come fabbri, sarti, lattai, mugnai e spazzacamini.
«Questo progetto nasce con l’ambizioso obiettivo di insegnare ai più piccoli il rispetto per gli anziani – aggiunge la presidente dell’associazione 50&più Brigida Gallinaro – I nonni sono l’architrave della nostra società ed è giusto, oltre che doveroso, mettere a frutto la loro esperienza per educare i bambini all’affettività e al rispetto per gli altri. La nostra associazione, che conta 330mila iscritti in tutta Italia, lavora da sempre per mettere i nonni al centro della vita sociale e culturale del Paese e a Genova, il 2 ottobre 2004, abbiamo lanciato con Unicef la prima Festa dei Nonni, diventata poi un appuntamento nazionale di cui quest’anno ricorrerà il ventennale: un compleanno speciale che celebreremo nel migliore dei modi. Infine, in occasione dell’ultimo Silver Economy Forum, siamo stati orgogliosi di collaborare con Paolo Tanganelli alla redazione del Decalogo per i Diritti degli Anziani: un documento che rivendica il diritto dei “silver” non solo a condurre una vita dignitosa e indipendente, ma anche a partecipare attivamente alla vita sociale e culturale».
Saranno complessivamente 9 le scuole comunali dell’infanzia coinvolte nel progetto, una per ogni Ambito territoriale:
Ambito 1: scuola dell’infanzia Villa Letizia, via Buffa 2, Voltri
Ambito 2: scuola dell’infanzia Villa Dufour, via Bordone 12, Cornigliano
Ambito 3: scuola dell’infanzia Rivarolo, passo Torbella 12A, Rivarolo
Ambito 4 e 5 (centro città): scuola dell’infanzia Bertoncini, corso Firenze 79, Castelletto; scuola dell’infanzia Bondi, passo Costanzi 12, Oregina
Ambito 6: scuola dell’infanzia Glicine, via Motta 1, Quezzi
Ambito 7: scuola dell’infanzia Mimosa, via Mogadiscio 49, Sant’Eusebio
Ambito 8: scuola dell’infanzia Foce, piazza Palermo 13, Foce
Ambito 9: scuola dell’infanzia San Desiderio, via Casabona 3, San Desiderio
Ogni scuola dell’infanzia svilupperà temi diversi in relazione alle esperienze degli anziani partecipanti e al contesto sociale di appartenenza, con le modalità e le tempistiche ritenute più opportune e i volontari hanno potuto “iscriversi” a uno o più asili contemporaneamente.