Portare cure di qualità in un paese senza acqua corrente e dove l’energia elettrica non sempre è garantita e soprattutto dove non esiste sanità pubblica gratuita.
È questa la missione che l’associazione di volontariato no profit “Più cuore” si è data, selezionando professionisti (strumentisti, anestesisti e chirurghi) competenti e disponibili a offrire il proprio tempo a titolo gratuito con il mandato di garantire cure di qualità, formazione sul campo, collaborare a progetti di igiene sanitaria nei paesi disagiati.
«La nostra missione chirurgica si fa carico di tutti i pazienti - spiega Cristabel Rossi, infermiera ed ostetrica del Galliera e presidente dell’associazione - ma in particolare di quelli pediatrici, che non hanno un’adeguata assistenza sanitaria. Le sensazioni vissute da noi sanitari quando ci troviamo in Africa sono molteplici, si passa dalla stanchezza e a volte sconforto, a momenti di enorme soddisfazione e gioia per essere riusciti ad ottenere enormi risultati, tenuto conto delle risorse disponibili. Le condizioni climatiche sono a volte estreme, l’indisponibilità dell’acqua potabile e dell’energia elettrica impongono di adeguarsi a condizioni lavorative inimmaginabili nel nostro contesto».
In particolare, i medici e gli operatori sanitari di “Più Cuore” operano in Madagascar, presso l’ospedale Vezo, presso Andavadoaka, per la popolazione della regione di Tulear. La missione chirurgica si fa carico di tutti i pazienti ma in particolare i pazienti pediatrici, che non hanno una adeguata assistenza sanitaria. Garantire un percorso nascita protetto, una assistenza competente genera dei giovani adulti capaci al lavoro. Questo è parte del nostro mandato. L’equipe offre operazioni chirurgiche a pazienti di tutte le età, affinché possano avere una vita sana e produttiva. Per questo anche una piccola donazione verso il Sud Ovest del Madagascar può fare la differenza tra una vita difficile o una vita dignitosa.
«Inoltre - aggiunge il dott. Marco Lattuada, direttore di Anestesia e rianimazione del Galliera - rendersi conto di quanto il nostro piccolo aiuto possa rappresentare per la popolazione Vezo la differenza tra una prospettiva di vita o meno, non lascia indifferente nessun professionista che partecipa alle missioni».