La commemorazione è avvenuta alla presenza dei bambini delle scuole primarie che, successivamente, sono stati accompagnati alla scoperta dei luoghi del Balilla
«Che l’inse?», «Che la cominci?». Con queste parole, il 5 dicembre del 1746, il giovane Giovanni Battista Perasso, detto il Ballila, diede inizio all’insurrezione popolare dei genovesi contro l’invasore austriaco e anche quest’anno l’evento è stato ricordato con una commemorazione in piazza Portoria, proprio sotto la statua che ne ricorda l’impresa. Il giovane Perasso, infatti, dopo aver incitato la folla dei suoi concittadini, fu il primo a scagliare una pietra contro le truppe austriache e, facendo seguito a quel gesto, i genovesi insorsero liberando così la città.
«Quest’anno abbiamo voluto che le classi presenti fossero più numerose - ha detto l’assessore alle Tradizioni Paola Bordilli – perché vogliamo condividere con loro una giornata legata alla storia della nostra città era doveroso condividerla con le giovani generazioni, affinché siano sempre più consapevoli del passato e della nostra storia. Sono contenta, ogni anno riusciamo a organizzare qualcosa per ricordare il Perasso e il suo atto eroico. Lo scorso anno abbiamo installato la nuova illuminazione che rende ancor più lustro alla statua, mentre quest’anno abbiamo installato una targa che ne racconta la storia. E proprio al legame con A Compagna che voglio dedicare il ringraziamento speciale, perché è anche grazie a questo legame che negli anni abbiamo potuto mantenere vivo questo ricordo, nella voglia di dare continuità a una storia genovese che non si vuol fermare. “Che l’inse” ci dà questo spirito, questo stimolo, ci fa ricordare che anche quando si è piccoli si può cominciare qualcosa, una bella cosa, come tutte quelle legate alla nostra città».
«È un momento importantissimo – ha aggiunto l’assessore alle Manutenzioni del Municipio I Centro Est Tommaso Giaretti – che si può definire come un primo vagito risorgimentale. Oggi è il decennale del restauro del monumento ed è una data importante. Fa piacere vedere così tanti bambini, perché le nostre tradizioni e la nostra identità, in questo caso duplice come genovesi e come italiani, vanno portate avanti ed è anche importante cementificarle nelle nuove generazioni, ricordando eventi storici importanti come questo. Siamo felici di essere qui a ricordare un evento storico importante come questo, lo siamo come genovesi e come italiani e la scopertura della nuova targa ci ricorda che bisogna portare avanti tradizioni e valori che, come in questo caso, ci insegnano che da un piccolo gesto possono nascere grandi cose».
«Oggi è una giornata importante per la città e ringrazio il Comune – ha concluso il diretto d’A Compagna Maurizio Daccà -, ed è importante perché nella storia d’Italia rappresenta un momento particolare per la Repubblica di Genova. Oggi deve essere un riferimento importante per i giovani, ai quali dobbiamo tramandare le tradizioni e la storia: devono sapere da dove vengono per poter impostare il loro futuro. È una giornata di rinascita e con il ricordo del gesto del giovane Balilla, con quel “Che l’inse”, si incita a fare bene. È stato un esempio, perché è stato un giovane che ha rimosso una città dal suo torpore e oggi vuol dire avere dei giovani intraprendenti, che sanno quello che vogliono fare e che possono costruire un futuro felice e bello per la città».
Alla commemorazione, oltre ai bambini delle scuole elementari, hanno preso parte Maurizio Daccà, direttore d’A Compagna, Tommaso Giaretti (assessore Manutenzioni Municipio I Centro Est), il consigliere Edoardo Di Cesare (Municipio I Centro Est), tre gruppi storici e la Filarmonica Sestrese che ha eseguito l’Inno di Mameli.