Le iniziative rientrano nel progetto “Nella rete del rischio” realizzato con il Comune di Milano e finanziato dall’Anci. Obiettivo, contrasto al commercio del falso e sensibilizzazione dei cittadini sul rischio di acquistare prodotti contraffatti.
36.883 occhiali da sole, 2.993 giocattoli, addirittura 85 kg di sacchetti. Tutti materiali sequestrati. Tutti non conformi alle normative vigenti, se non - in certi casi - pericolosi per la salute. Sono solo alcuni dei numeri estrapolati dal report dei controlli in materia di anticontraffazione che la Polizia Locale ha effettuato nel 2021.
A svolgere le verifiche sono gli operatori dell’Utc (Nucleo Territoriale Controllo Attività Economiche-Unità Territoriale Centro, ex Nucleo Polizia Commerciale) e gli agenti del Goac, il Nucleo Operativo Anticontraffazione del Reparto Sicurezza Urbana, in attuazione al progetto finanziato da Anci e denominato “Nella rete del falso”, a cui il Comune di Genova ha aderito su proposta del Comune di Milano (capofila).
Obiettivo del progetto, nato nel 2021: realizzare azioni di contrasto alla contraffazione e di promozione della cultura della legalità. Lo sviluppo delle azioni previste nel solco dell’iniziativa ha visto la PL genovese intensificare i controlli in un ambito - quello di contrasto alla contraffazione - su cui già amministrazione comunale e polizia locale già avevano posto particolare attenzione. Tra gli obiettivi progettuali, anche lo scambio reciproco di informazioni ed esperienze - anche tramite scambi di personale - con la Polizia Locale del Comune di Milano per il contrasto alla commercializzazione di prodotti illeciti e per il miglioramento dell’efficacia degli interventi preventivi e repressivi. Per rendere la cittadinanza maggiormente consapevole di quanto l’acquisto di prodotti contraffatti sia dannoso sotto molteplici punti di vista, è stato inoltre redatto e distribuito in 1500 copie un opuscolo informativo che riporta il nome del progetto.
«Quando parliamo di contraffazione – spiega Giorgio Viale, assessore alla sicurezza e alla Polizia Locale –, dobbiamo sempre tenere a mente le pesanti ripercussioni sulla salute, la sicurezza e anche l’economia. Pensiamo, ad esempio, ai danni a tutte le imprese del Made in Italy, ai posti di lavoro sottratti alla collettività per favorire il commercio illegale, alle minori entrate fiscali per le casse dello Stato a fronte di profitti da miliardi di euro per l’industria del falso e la criminalità organizzata che spesso la gestisce. Tutelare i nostri marchi e la salute dei cittadini è un dovere della politica e delle forze dell’ordine».
«La lotta alla contraffazione – dichiara l’assessore al Commercio e Artigianato Paola Bordilli – è un preciso impegno che stiamo portando avanti in modo congiunto con i nostri assessorati, i rappresentanti delle associazioni di categoria e tutte le istituzioni coinvolte. Grazie allo studio del fenomeno, alle campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza, all’operato del nucleo dedicato all’interno della Polizia Locale stiamo raggiungendo buoni risultati in una battaglia su cui occorre mantenere massima attenzione e vigilanza. Il mercato del falso costa alle imprese italiane oltre 200 milioni all’anno di perdite e oggi la frontiera degli acquisti online rende sempre più difficile il contrasto a un fenomeno che genera concorrenza sleale, danni all’economia locale, all’occupazione e al tessuto sociale. Lo scambio di buone pratiche e la prevenzione sul territorio sono strumenti indispensabili nella lotta alla contraffazione anche quella 2.0».
Nell’ambito del progetto “Nella rete del falso”, gli interventi si sono concentrati su tre filoni: controlli sulle attività commerciali in sede fissa, attività commerciali su aree pubbliche munite di autorizzazione/licenza e ambulanti privi di autorizzazione/licenza.
Unendo i report dell’attività di Utc e Goac, il sunto dell’attività svolta (clicca qui) nel 2021 è il seguente:
● Totale operazioni: 285
● Totale pezzi sequestrati: 109.491
● Sequestri: 72
● Denunce: 48
Partendo dall’attività dell’Utc, eseguita in pattuglie interforze con il personale dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza, spicca lo smantellamento di quattro laboratori abusivi, tutti ricavati in appartamenti siti nel centro storico e gestiti da persone di origine straniera. 6 sono le operazioni mirate interforze eseguite nel complesso, che hanno portato, oltre allo smantellamento dei laboratori abusivi, anche al sequestro di 17.959 pezzi contraffatti (tra capi di abbigliamento, borse, scarpe, etichette) e 76 attrezzature (cucitrici, presse, materiale vario per confezionare i capi). 7, le persone deferite all’autorità giudiziaria. Nell’ambito degli interventi interforze con l’Agenzia delle Dogane sono stati sequestrati anche 230 gel lavamani per etichettatura non conforme alle normative in un esercizio commerciale di media struttura.
Per quanto riguarda il Goac, le prime attività in cui è stato impiegato il nucleo con l’inizio del progetto sono quelle di contrasto al filone numero tre, la cosiddetta contraffazione “da lenzuolo”.
Dalla sua nascita, il reparto ha esercitato un capillare controllo sui venditori abusivi, con verifiche costanti nei mercati rionali oppure nei pressi delle stazioni ferroviarie: questo perché i soggetti dediti al commercio abusivo utilizzano principalmente il treno per i loro spostamenti, in particolare verso le località delle riviere. Nell'ambito di queste azioni sono stati effettuati 44 controlli che hanno portato a 30 sequestri e alla denuncia di 26 persone.
Circa 350 sono invece gli articoli di merce contraffatta sequestrati, soprattutto prodotti di abbigliamento e pelletteria. Un dato, quest’ultimo, che ha fatto emergere un aspetto interessante. La cifra esigua nasconde in realtà la tendenza ad esporre solo pochi articoli per evitare il sequestro di ingenti quantitativi di merce. La “tattica” dei venditori abusivi è quella di mostrare ai potenziali clienti le foto di altri prodotti in una sorta di catalogo sul cellulare, per poi eventualmente fornirglieli in altro momento.
Gli articoli, insomma, vengono “confezionati”, se così si può dire, praticamente sul momento. A dimostrarlo, l’ingente quantitativo di etichette, bottoni e packaging vario sequestrati in tre specifiche operazioni tra aprile e dicembre 2022: ben 29.500 pezzi, di cui 3.619 requisiti in un solo intervento, nel mese di agosto. Le azioni di questo genere non sono mai semplici, perché il materiale viene nascosto all’interno di appartamenti trasformati in laboratori abusivi, in posti strategici: forni da cucina, controsoffitti eccetera. Non a caso, il personale che le effettua è altamente specializzato. Tra l’attrezzatura sequestrata in quell’occasione, anche quattro macchine da cucire utilizzate per applicare etichette contraffatte di noti marchi alla merce. Queste considerazioni vanno a intrecciarsi con i controlli nei confronti delle attività commerciali autorizzate, sia fisse, sia su area pubblica: alla sensibile diminuzione della contraffazione “da lenzuolo” corrisponde un netto incremento di prodotti contraffatti in vendita negli esercizi commerciali. Non si tratta, però, della classica borsa di lusso “fake”, bensì di articoli spesso senza marca specifica (per dare meno nell’occhio ed eludere i controlli) ma privi di certificazione dei requisiti essenziali di sicurezza o con certificazione fraudolenta.
È il caso specifico degli occhiali. Dai risultati dei controlli, è emerso che la quasi totalità degli occhiali da sole venduti nei negozietti e bazar “low cost”, nonostante riportino il marchio CE, in realtà non siano autorizzati a utilizzarlo. Discorso analogo per gli occhiali da vista premontati; tra i prodotti sospetti (che le analisi di laboratorio hanno poi indicato come non conformi alle normative) sono finiti anche scarpe (quelle non certificate possono contenere cromo, usato per trattare alcune pelli, che può essere nocivo), giocattoli e materiale elettrico.
«A volte si tende a scegliere determinati tipi di prodotti attratti dal costo molto basso - osserva Gianluca Giurato, comandante della Polizia Locale - Purtroppo, però, non ci si sofferma abbastanza a lungo a domandarsi il perché di prezzi così ridotti. Talvolta, la risposta è che si tratta di merci contraffatte prive degli standard di sicurezza richiesti dalle normative. Pensiamo, ad esempio, ai danni che potrebbe comportare l’acquisto di un giocattolo per bimbi molto piccoli che non risponde a questi standard, oppure ai possibili danni alla vista dovuti all’uso prolungato di occhiali non certificati. Bisogna fare attenzione ed evitare di acquistare prodotti non certificati e di cui non sia certa la provenienza».
La situazione appare chiara numeri alla mano: 36.112 sono gli occhiali da sole sequestrati nelle attività commerciali in sede fissa, 769 nelle attività su suolo pubblico autorizzate. Solo 2, quelli requisiti ad ambulanti privi di licenza, per un totale di 36.883. Cifre decisamente ridotte, ma stesso discorso per gli occhiali da vista, per un totale di 1.204 articoli requisiti, così suddivisi: 1.029 negli esercizi commerciali in sede fissa, 175 nelle attività su suolo pubblico, nessuno tra gli ambulanti privi di licenza. Cospicuo anche il quantitativo di giocattoli e materiali elettrici sequestrati, in particolare durante i controlli ad hoc eseguiti tra ottobre e dicembre 2021, con l’approssimarsi delle festività natalizie. 2.681 sono i giocattoli sequestrati nelle attività commerciali in sede fissa; 312 nelle attività su area pubblica con licenza e nessuno tra gli ambulanti non autorizzati, per un totale di 2.993 articoli. 966 sono invece i materiali elettrici ad esempio, luci per decorare l'albero di Natale) sequestrati negli esercizi in sede fissa, contro i 1.002 nelle attività su area pubblica autorizzate, per un totale di 1.968 articoli. Tra gli articoli non conformi alle normative, meritano una menzione particolare anche i sacchetti: leshopper monouso non biodegradabili e compostabili sequestrate dagli operatori del Goac sono addirittura 85 kg, che corrispondono a circa 60mila sacchetti.
Report: https://bit.ly/3vf626m
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