
Nel libro dedicato alle infermiere volontarie insignite della "Medaglia Florence Nightingale" anche la storia dell'unica genovese decorata
Oggi a Palazzo Tursi, alla presenza del presidente del Consiglio comunale Carmelo Cassibba, dell'assessore comunale ai Servizi sociali Enrico Giuseppe Costa e dell'assessore alla cultura, Lorenza Rosso, dell'assessore regionale alla sanità Massimo Nicolò, è stato presentato il libro "Le infermiere volontarie C.R.I. insignite di Medaglia Florence Nightingale dal 1920 ai nostri giorni" a cura di Maria Enrica Monaco Gorni ed è stata inaugurata la mostra "Perché Croce Rossa, storia, attività, scatti reali e scene da film" a cura del Museo della Cri di Campomorone. Tra le tante storie di infermiere volontarie della Croce Rossa raccontate nel libro, anche quella dell'unica genovese, Diana Stella, nata nel 1885 e decorata nel 1961.
La mostra, allestita nel loggiato di Palazzo Tursi e visitabile fino al 29 marzo, dalle 9.30 alle 17.30, è stata creata con la realizzazione di 90 pannelli sugli interventi e sui mezzi nonché sulle locandine e relative scene dei film nei quali è presente l'opera della Croce Rossa Italiana, che ha festeggiato i 160 anni della sua istituzione.
L'assessore ai servizi sociali, Enrico Giuseppe Costa, nel porgere i saluti anche a nome del facente funzioni sindaco Pietro Piciocchi, ha sottolineato «il connubio che esiste tra il germe che ha fatto nascere la Croce Rossa e le radici della carità, che a Genova da più di mille anni aveva il suo seme, ancora oggi stiamo declinando lo stesso spirito anche negli interventi quotidiani, perché nei giorni scorsi abbiamo messo a punto un intervento tra Comune e Croce Rossa proprio per assistere delle fragilità maggiori». «Mille anni fa a Genova - ha aggiunto l'assessore Costa - il vescovo Teodolfo sosteneva che "ubi caritas, ibi pax", laddove c'è, la cura porta alla pace, è scritto in un capitello oggi conservato nel Museo di Sant'Agostino. Poi prosegue "sed ubi humilitas, ibi caritas", la cura dell'altro con senso di umiltà e vicinanza. In questo caso il Comune che ha una veste essenzialmente civile, laica, vive e condivide un sentimento che ha anche una sua radice antica, che è quello di prendersi cura dell'altro come fa la Croce Rossa».