Proiettato il docu-film “Senza respiro”. Il preside “Facciamo educazione civica lontano dai libri”
“Come avete fatto ad organizzare i soccorsi dopo il crollo del ponte Morandi?”; “Avete avuto paura di non riuscire ad aiutare tutti?” e poi la domanda delle domande: “Avete capito perché è crollato il ponte?”. Sono state queste alcune delle domande che gli studenti del liceo scientifico R. Bruni di Padova hanno rivolto all’assessore del Comune di Genova Sergio Gambino e ai rappresentanti della Protezione Civile, durante un incontro- dibattito dedicato al crollo del ponte del Morandi, organizzato a Palazzo Tursi per far incontrare Padova e Genova, due città già unite dalla stessa bandiera.
Le due classi, in visita per una esperienza di educazione civica diretta, hanno potuto partecipare alla proiezione del documentario realizzato dal giornalista Franco Nativo “Senza respiro”, vivendo per la prima volta emozioni molto intense. “Avevo 10 anni quando è crollato il ponte Morandi- racconta uno studente- Sentivo che ne parlavano in casa e in tv, ma fino ad oggi non avevo capito il dramma vissuto dalla vostra città”.
Il documentario, realizzato alle 11.50 del 14 agosto 2018, 14 minuti dopo il crollo, è stato per i ragazzi come “un pugno nello stomaco”, “una grande lezione di vita”, “una dimostrazione di coraggio e di speranza”. A parlare anche il preside del liceo scientifico R Bruni Martino Frizziero: “Siamo venuti a Genova per scoprire un segreto- dice- quello che vi ha permesso di ricollegarvi alla vita, e riprenderla con coraggio. E’ quello che serve alle nuove generazioni: servono punti di valore e di forza, serve sapere che con il lavoro di tutti una intera città si può risollevare. Abbiamo capito, dal punto di vista didattico, in questi anni, che è possibile fare educazione civica senza subirla dai libri, ma vivendola nei luoghi, come Genova, dove la gente ha dimostrato di tenere alla cosa pubblica e di avere enorme senso civico”.
“Sono passati cinque anni- ha detto ai ragazzi l’assessore alla Protezione civile Sergio Gambino- ma ancora mi commuovo a vedere le immagini del ponte di Genova crollato. Mi avete chiesto come abbiamo reagito a quell’evento e come ci siamo organizzati; vi posso assicurare che non c’era piano di Protezione civile tale da poter far fronte ad una tragedia di quella portata; ogni genovese quel giorno ha detto “potevo esserci io sotto quelle macerie”; ma Genova ha tenuto, con i suoi volontari, con il suo tessuto economico e ha fatto sistema. Sapevamo in quei momenti che di qualsiasi cosa avessimo avuto bisogno c’era qualcuno che lo avrebbe fatto, solo per l’amore che portava per la sua città. E oggi siamo più forti e sicuramente più organizzati di prima”.
L’incontro si è chiuso con l’intervento di Fabio Naldoni, coordinatore dei volontari del Gruppo Genova della Protezione Civile, che attraverso le immagini del crollo del ponte Morandi ha spiegato ai ragazzi l’importanza del lavoro svolto da tutti in quei mesi, fino alla ricostruzione del nuovo ponte San Giorgio,