Doppio appuntamento, domenica 7 e 14 novembre, con i festeggiamenti di San Carlo a Voltri e le tradizionali fiere, organizzate dagli uffici dell’assessorato al Commercio del Comune di Genova, nella delegazione ponentina con 150 banchi di merci vari e dolciumi.
Domenica 7 novembre, nella Chiesa di Sant'Erasmo, sarà celebrata la tradizionale festa di San Carlo Borromeo, patrono di Voltri dal 1649.
Un appuntamento con la tradizione sacra e religiosa molto cara ai voltresi, che affonda le sue origini nella storia del territorio ponentino. A questa festività si aggiunge anche quella del 14 novembre, la domenica successiva, che sarà celebrata nella chiesa di Sant’Ambrogio: il protagonista è sempre san Carlo Borromeo, ma per la popolazione è diventata la festa di san Carlino, seconda festa voluta dalla comunità religiosa voltrese.
In occasione dei festeggiamenti del santo patrono di Voltri, a cui l’amministrazione comunale partecipa ogni anno, domenica prossima, si terrà la Fiera di san Carlo, tra piazza Gaggero, piazza villa Giusti ed eccezionalmente in piazza Odicini, mentre, la domenica successiva, quella di san Carlino tra piazza Gaggero e piazza Lerda.
«È un grande ritorno di una Fiera strettamente legata al culto di San Carlo, patrono della delegazione di Voltri, con origini secentesche – spiega l’assessore al Commercio Paola Bordilli – le celebrazioni del santo, invocato dai voltresi durante l’epidemia di peste del Seicento, hanno quest’anno un significato ancora più forte, vista l’emergenza pandemica in cui viviamo: un messaggio di speranza per il futuro delle nostre comunità delle diverse delegazioni, ognuna con una propria identità e una propria storia, che va sicuramente riscoperto e valorizzato».
Le due Fiere animeranno le prossime due domeniche voltresi, tra le 8 e le 19.30, con un totale di 150 banchi -100 per San Carlo e 50 per San Carlino – di dolciumi e merci varie. Carlo Borromeo nacque ad Arona nel 1538, sul Lago Maggiore, da una nobile famiglia. Divenne cardinale a soli 22 anni e dal 1563 si occupò, in qualità di vescovo, di una Diocesi vastissima tra Lombardia, Veneto, territorio genovese e svizzero.
L’attività della sua pastorale mirò alla cura e all’attenzione verso le condizioni dei suoi fedeli e fondò seminari, ospizi ed ospedali, inoltre si occupò della formazione del clero e dell’assistenza economica dei poveri, utilizzando per tale scopo le ricchezze della sua famiglia.A soli 46 anni, nel 1584, morì di peste a Milano, dopo aver assistito personalmente i malati durante la terribile epidemia del 1576.
Anche Voltri, nel 1649, fu colpita da una vasta epidemia di peste, che provocò molti morti e i cittadini chiesero di proclamare san Carlo Borromeo, come santo protettore, nella speranza che la sua protezione placasse il flagello. La peste scemò, il numero dei morti cominciò a diminuire e i voltresi interpretarono tutto ciò come l’intervento di san Carlo verso la loro comunità. I credenti si rivolgono, da quei lontani tempi, al santo per ottenere protezione dalle calamità che spesso, negli anni, hanno colpito la zona. In onore del Santo fu edificato, sulle alture della delegazione ponentina, l’ospedale San Carlo, grazie al contributo in denaro della comunità voltrese.