Genova candidata a ospitare la Casa delle Tecnologie

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17/09/2020
Sindaco che parla per candidatura di Genova a ospitare la Casa delle Tecnologie

L'nnovazione al servizio dell'economia blu. Il Comune capofila del progetto presentato al Mise con le eccellenze del territorio

Fabrizio Assandri

Un partenariato d’eccellenza e un progetto hi-tech sull’economia del mare: così Genova intende diventare un polo di riferimento sull’innovazione e il trasferimento tecnologico. La città ha presentato la sua candidatura per aggiudicarsi una delle “Case delle tecnologie emergenti”: infrastrutture materiali e immateriali finanziate dal governo, il cui scopo è di sostenere il trasferimento tecnologico verso le PMI con l’utilizzo del Blockchain, dell’IoT e dell’Intelligenza Artificiale e la creazione di start-up. Si tratta di una sorta di incubatore e centro propulsore dell’innovazione: la prima “Casa delle tecnologie” è stata avviata a Matera lo scorso anno, l’avviso pubblico del Ministero dello Sviluppo Economico mette a bando altri 25 milioni di euro per altri progetti.

 

La città di Genova ha presentato una candidatura congiunta di cui è capofila il Comune di Genova e di cui fanno parte le eccellenze del territorio in un partenariato pubblico/privato che unisce centri di ricerca, poli di innovazione e incubatori: Job Centre, Università degli studi di Genova, Consiglio nazionale delle Ricerche, Istituto Italiano di tecnologie, Tim, Digital Tree Innovation Habitat, i Poli liguri di ricerca e innovazione “Tecnologie innovative per il controllo ambientale e lo sviluppo sostenibile”, “Distretto ligure delle tecnologie marine”, “Sistemi intelligenti integrati”.

 

La candidatura di Genova prevede la richiesta al Ministero di un finanziamento di 5,3 milioni di euro, a cui si aggiungerebbero 1,8 milioni di euro di cofinanziamento, derivanti dalle risorse messe a disposizione dai soggetti coinvolti, per un totale di 7 milioni di euro.

 

Il progetto prevede la realizzazione di un modello diffuso di Casa delle Tecnologie, che avrà il centro nevralgico di infrastrutturazione 5G all’interno di Palazzo Verde - Magazzini dell’Abbondanza, già riqualificati dal Comune, dove nascerà anche il Genova Blue District. Ma il progetto sarà diffuso perché prevede anche laboratori all’Università di Genova, all’IIT e all’aperto in alcune parti della città e del porto per poter fare prototipi e sperimentazioni in loco. Ogni laboratorio avrà un tema specifico, la sede ai Magazzini dell’Abbondanza sarà una sorta di “control room” dell’intero sistema.

 

Biosensori e droni per il monitoraggio ambientale, soluzioni innovative per il ricavo di energia dalle onde del mare, boe intelligenti per la sicurezza delle operazioni ai terminal, realtà aumentata per rendere più facili le manutenzioni. Sono solo alcune delle possibili applicazioni che potrebbero nascere dalla Casa delle tecnologie emergenti di Genova. L’obiettivo è di creare un’opportunità di sviluppo su diverse dimensioni nell’ambito della Blue Economy (portuale, industriale e amministrativa). Il progetto della Casa delle Tecnologie prevede di realizzare un’officina dell’eccellenza attraverso la quale sperimentare e implementare innovazioni tecnologiche necessarie al miglioramento delle prestazioni dei processi produttivi, dei prodotti e dei servizi. In questo modo si punta ad aprire nuovi mercati, far nascere nuove sinergie produttive tra le PMI e incrementare il know how del territorio. Attraverso le tecnologie più innovative, si intende dotare l’ambiente portuale di sensori capaci tra l’altro di supportare un monitoraggio puntuale degli asset e del loro uso anche in termini di impatto ambientale e sicurezza.

 

Attraverso l’intelligenza artificiale e i big data si potranno accertare situazioni potenzialmente pericolose, fare previsioni precise e affidabili di interventi di manutenzioni, tracciare con sicurezza le merci. In tutte queste applicazioni sono fondamentali la capacità e la velocità di trasferimento dei dati, caratteristiche innovative offerte dalla tecnologia 5G.

 

L’amministrazione comunale intende valorizzare il patrimonio della filiera produttiva legata al mare, che comprende enti di ricerca, studi professionali, grandi imprese, PMI e startup: l’istituzione, da parte dell’Università di Genova, del Centro del mare e l’avvio del Genova Blue District costituiscono un passo concreto verso la creazione di un nuovo spazio, fisico e culturale, della città della Blue Economy.

 

I TEMI

MONITORAGGIO AMBIENTALE: I temi individuati nel progetto riguardano la razionalizzazione del sistema di monitoraggio ambientale marino e della fascia costiera anche attraverso droni, lo sviluppo di biosensori innovativi e sistemi di controllo dell’efficienza energetica e dell’utilizzo di fonti energetiche alternative. E ancora: soluzioni innovative, integrate e in real time per il monitoraggio costiero delle acque e la ricerca di inquinanti; innovazioni per misurare l’inquinamento acustico nella zona portuale; soluzioni innovative per il recupero dell’energia dal moto ondoso per alimentare i sensori.

 

LOGISTICA DOCUMENTALE: Tracciamento delle merci, gestione del flusso di documenti che accompagna il trasporto, miglioramento dell’efficienza, sicurezza e trasparenza delle operazioni portuali. Ad esempio si prevede di utilizzare la blockchain con un sistema di certificazione dei processi, valutati attraverso indicatori di prestazione, o ancora di realizzare simulatori di traffico ferroviario per rilevazione di anomalie e di analizzare i flussi quantificando il costo di ogni passo per migliorare tutti i parametri.

 

TERMINAL: Controllo a distanza di mezzi autonomi di movimentazione delle merci; eliminazione di spostamenti inutili, miglioramento della sicurezza: grande importanza avrà l’utilizzo dell’Internet delle cose, che permette di conoscere in tempo reale posizione, velocità, destinazione, stato di carico-scarico delle diverse entità del terminal. Una delle applicazioni è la realizzazione di “boe intelligenti”, che permettano la creazione di un sistema di monitoraggio e che possano essere usate come ponti di comunicazione. Anche la gestione delle merci pericolose diventerà “smart”, con sensori e gestione di dati capaci di far scattare allarmi in caso di pericolo e di coordinare gli interventi di supporto.

Ultimo aggiornamento: 21/09/2020