'L’alternativa ligure alla dinastia Savoia. Il caso di Giuseppe Elia Benza'. Focus su un personaggio secondario del Risorgimento
Giovedì 19 gennaio alle 17, nel Salone di Rappresentanza del Museo del Risorgimento - Istituto Mazziniano, in via Lomellini 11, si terrà un incontro sul tema L’alternativa ligure alla dinastia Savoia. Il caso di Giuseppe Elia Benza, a cura di Alice Dematteo, ricercatrice di Storia del Risorgimento. Introduce Agostino Pendola, presidente dell’Associazione Mazziniana Italiana - sezione Genova.
Ingresso libero
È consigliata la prenotazione
Tutte le info:
museorisorgimento@comune.genova.it
Tel. 010 5576431
Giuseppe Elia Benza è stato un personaggio secondario del Risorgimento. Discendente di una famiglia di esportatori d'olio della riviera di ponente, entusiasta sostenitrice della Repubblica ligure e contro l'annessione regionale al Regno di Sardegna decretata dal Congresso di Vienna, Benza venne educato dai preti scolopi di Carcare prima e dal braccio destro di Filippo Buonarroti dopo. Lo spirito democratico e repubblicano conosciuto in ambiente familiare venne coltivato nella scuola di filosofia di Michele De Tommaso, facilitando il successivo incontro con le posizioni radicali di altrettanti figli della borghesia genovese. Nelle aule di via Balbi conobbe Giuseppe Mazzini e i fratelli Ruffini. Assieme ai primi mazziniani, Elia Benza accusò le istituzioni sabaude dalle pagine dei giornali stampati a Genova, si affratellò alla carboneria settentrionale e partecipò alla fondazione della Giovine Italia. Dopo la tragica scomparsa di Jacopo Ruffini ruppe con il metodo rivoluzionario di Mazzini e cercò l'incontro con le fila democratiche piemontesi capeggiate da Lorenzo Valerio. Istanze repubblicane, indipendentiste e sociali vennero avanzate da Elia Benza dai banchi dell'estrema sinistra dell'aula parlamentare di palazzo Carignano tra il 1848 e il 1849, venendo ben presto deluse. All'indomani del bombardamento di Genova, il neodeputato abbandonò la politica piemontese, ritornando a praticare l'avvocatura a Porto Maurizio dove si impegnò per la gestione cittadina, sperimentando incarichi istituzionali presso il Comune e sociali quali il mutuo soccorso.