L’area di applicazione delle tecnologie sarà il settore dell’industria culturale e creativa.
Sarà realizzata nell’ex stazione ferroviaria di Pra’ la “Casa delle tecnologie emergenti: opificio digitale della cultura”, il progetto del Ministero delle Sviluppo economico, ora Ministero delle Imprese e del made in Italy, che ha visto Genova tra le 7 città italiane ammesse al finanziamento. Lo ha stabilito la giunta comunale, su proposta del vicesindaco e assessore al Bilancio Pietro Piciocchi, ratificando l’adesione del Comune di Genova, come capofila del progetto di insediamento di un incubatore di imprese che vede il coinvolgimento di partner privati e di ricerca: Università di Genova, Fondazione IIT, Consiglio Nazionale delle ricerche – Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche “E. Magenes” e Istituto per le Tecnologie delle Costruzioni (CNR-IMATI-ITC), associazione Centro di Competenza per la Sicurezza e l’Ottimizzazione delle Infrastrutture Strategiche Start 4.0, Consorzio Ge-DIX Genova Data Internet eXchange, Digimat spa, ETT spa, Camelot Biomedical Systems srl, AizoOn Technology Consulting e Tim spa.
«La Casa delle tecnologie emergenti, tra pochi mesi, sarà un’opportunità straordinaria per l’intera città di Genova e in particolare per la delegazione di Pra’ che diventerà un importante polo per lo sviluppo di competenze innovative, start up, trasferimento tecnologico – commenta il vicesindaco Piciocchi – l’ex stazione di Pra’ da edificio oggi abbandonato si trasformerà in un incubatore di imprese, con una nuova vocazione, attraendo giovani con spazi per il coworking. Il progetto, che ha ottenuto una non scontata approvazione di finanziamento ministeriale vincendo su città come Firenze e Milano, è improntato sull’industria culturale e creativa: uno scenario con enormi potenzialità collegate alla realtà aumentata applicata alle nuove realtà museali, ma anche uno strumento innovativo per la piena accessibilità e fruizione del patrimonio artistico e culturale del nostro territorio».
Il vicesindaco ha anche annunciato che stanno per partire i lavori per la ristrutturazione interna dell’ex stazione i cui spazi saranno riallestiti in modo funzionale al progetto per giugno con un impegno di spesa di circa 400.000 euro.
«L’ex stazione di Pra’ si candida a diventare un luogo fisico per la messa a contatto diretto del mondo della ricerca e delle imprese – spiega l’assessore allo Sviluppo economico e Lavoro Mario Mascia – avrà una forte connotazione innovativa che, vista la presenza di partner altamente qualificati nello scenario delle nuove tecnologie, potrà indubbiamente avere positive ricadute, anche a breve e medio termine, sull’occupazione e fare da volano di sviluppo per l’economia del territorio. Genova sta lavorando per diventare, nei prossimi anni, un importante polo del digitale, grazie all’arrivo di cavi per il trasferimento dati da tutto il mondo, un elemento chiave a servizio dello sviluppo e dell’insediamento di nuove imprese altamente tecnologiche».
Lo sviluppo del progetto è di circa 2 anni.
«L’Opificio digitale della Casa delle Nuove Tecnologie di Pra’ coniugherà lo sviluppo professionale di soluzioni digitali made by start-ups per i musei di Genova con spazi sociali aperti ai cittadini per l’iniziazione, la condivisione e la formazione informatica – dichiara il presidente del Municipio ponente Guido Barbazza - È affascinante immaginare l’antico edificio ottocentesco della vecchia stazione, debitamente restaurato e allestito, che riprende vita con un contenuto di tecnologie di avanguardia. Un altro importante tassello per lo sviluppo del ponente genovese».
La Casa delle Tecnologie Emergenti si configurerà come un centro di trasferimento tecnologico che coniuga le competenze scientifiche delle Università e dei Centri di Ricerca con le esigenze del tessuto imprenditoriale per l’applicazione e la diffusione delle tecnologie emergenti grazie allo sviluppo delle reti mobili ultra veloci (5G) e alla ricerca sulle reti mobili di nuova generazione (6G) attraverso la realizzazione di progetti di ricerca e sperimentazione finalizzati ad ampliare l’offerta di servizi e a migliorare quelli esistenti nel territorio, l’accelerazione di start-up e il sostegno al trasferimento tecnologico verso le imprese. «Start 4.0 è orgoglioso di aver dato un contributo di valore per la città, aggregando tecnologie e capacità innovative intorno a questo progetto. Siamo un Centro di Competenza nazionale – sottolinea il presidente di Start 4.0 Paola Girdinio - ma come dimostrano le numerose attività sul territorio, la crescita economica e digitale del tessuto produttivo genovese è una nostra priorità assoluta».
L’area di applicazione delle tecnologie emergenti della Casa delle Tecnologie emergenti di Genova sarà il settore dell’industria culturale e creativa. La proposta progettuale mira, infatti, ad accelerare e catalizzare nuove opportunità di mercato per le imprese della filiera culturale e creativa che possano sviluppare e fornire soluzioni Made in Italy in termini di servizi, tecnologie e prodotti abilitati da infrastrutture 5G/6G, ampliando l’offerta, la sicurezza, l’accessibilità e la fruibilità del patrimonio artistico e culturale indoor e outdoor, anche da parte dei soggetti più vulnerabili. Il modello concettuale su cui si articolerà la CTE di Genova è quello di un museo diffuso, dinamico, immersivo, inclusivo, attrattivo ed esperienziale sul territorio che, a partire dai bisogni degli stakeholders della filiera (musei, cittadini, turisti, artisti, designer artigiani, restauratori, mondo dell’innovazione e pubblica amministrazione) catalizza la nascita e lo sviluppo di impresa nella filiera di riferimento. Il progetto prevede un budget complessivo del partenariato di oltre 12,6 milioni di euro, di cui a valere sulla quota FSC un importo di 8,6 milioni di euro cofinanziamento complessivo di 3,9 milioni di euro. Il budget per i partner del Comune di Genova è di 2,5 milioni di euro. In Italia esistono già sei Case delle Tecnologie (Bari, L’Aquila, Matera, Prato, Roma, Torino).