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Assessore Mascia: “Ferie usate dai lavoratori per compensare giornate di stop del servizio in settimane bianche, allerte meteo o spogli elettorali. Ma il rischio di impresa non può essere scontato da loro”
Si è svolto questo pomeriggio un incontro tra l’assessore al Lavoro del Comune di Genova Mario Mascia e le sigle sindacali della categoria di CGIL CISL e UIL per portare all’attenzione dell’Amministrazione il problema delle giornate non retribuite dei lavoratori della ristorazione scolastica, in corrispondenza con le sospensioni del servizio mensa causato da allerte idrogeologiche rosse e arancioni, elezioni e settimane bianche. Facendo un esempio, spiegano i sindacati, se la scuola chiude per allerta arancione, il servizio di ristorazione viene sospeso e ai lavoratori non viene retribuita la giornata. I lavoratori sono quindi costretti ad attingere ai giorni di ferie, o ai permessi, erodendo il monte di ferie e permessi a loro disposizione e arrivando a giugno senza più ore a disposizione, costretti a casa, per la sospensione estiva, senza essere retribuiti. Si tratta di circa 1500 lavoratori occupati negli appalti della ristorazione scolastica, per i quali l’Amministrazione e i sindacati stanno cercando soluzioni che possano ovviare alla logica aziendale per cui se si riducono le giornate lavorative, preventivate nella gara di appalto, e se i pasti non vengono consegnati, si ridurrà anche la retribuzione di chi quei pasti doveva prepararli.
«Questi lavoratori, che sono per lo più donne - dichiara l’assessore Mario Mascia- hanno un ruolo delicatissimo, perché si occupano dei pasti degli alunni genovesi. Il nostro obiettivo, quindi, è quello di preservare il loro lavoro, la loro professionalità e quindi la qualità di quello che mettono in tavola ogni giorno ai nostri bambini. Se c’è un gap nella contrattazione, per cui non vengono retribuite ai lavoratori le giornate di sospensione dell’attività scolastica non pianificate, come le allerte meteo, o le giornate elettorali, o la settimana bianca, che alcune scuole è disciplinata e in altre no, allora dobbiamo trovare il modo che queste giornate vengano coperte, al di fuori dell’utilizzo di ferie e permessi. Ho chiesto di conoscere il piano di sostenibilità economico-finanziaria dell’appalto in essere con le aziende e anche il numero di pasti effettivamente preparati e consegnati, per poterlo confrontare con il numero dei pasti pianificato in gara. Se i pasti fossero inferiori a quelli stabiliti, l’azienda dovrebbe comunque accollarsi il rischio di impresa e non scaricarlo sui lavoratori; se invece il numero dei pasti fosse superiore a quello stabilito in gara, significherebbe che la produttività di questi lavoratori è superiore a quella prevista e che l’azienda può, e deve, accollarsi anche le giornate in cui i pasti non vengono erogati, non per colpa degli addetti alla ristorazione. Un’altra partita riguarda invece la possibilità di utilizzare fondi regionali per la formazione, che però non possono essere usati per coprire le sospensioni dell’attività scolastica. Di questo parlerò con Regione Liguria, per capire di quante risorse potremmo usufruire e in che modalità.Quel che è certo è che il rischio di impresa non può essere scontato dai lavoratori».