empestate maris spe volat, “nella tempesta del mare vola con speranza” è il motto ufficiale della nave “Roberto Aringhieri”, l’ultima unità entrata in servizio nella flotta della Guardia costiera e dedicata alla memoria del Tenente di Vascello Roberto Aringhieri, morto nel canale d’Otranto il 28 ottobre del 1995 mentre era impegnato in una ispezione connessa all'operazione di embargo nei confronti dei Paesi della ex-Jugoslavia.
Tempestate maris spe volat, nella tempesta del mare vola con speranza, come motto per tramandare il senso di appartenenza al Corpo delle Capitanerie di porto che Aringhieri aveva dimostrato scegliendo di arruolarsi come pilota della Guardia costiera per portare soccorso in mare. Un motto che identifica la nuova unità, lo scopo per il quale è stata progettata e un lascito per le nuove generazioni.
«È una giornata per me molto emozionante – racconta Elvira Ristaino Aringhieri, madre di Roberto -. Ho l’onore di ricordare mio figlio Roberto che ha scelto questa carriera. Oggi sento che è qui con noi. Ringrazio il sindaco Bucci e l’ammiraglio Liardo con il quale ho un rapporto speciale. Questa unità è bellissima e nuovissima, comandata da un ragazzo giovanissimo e porta il nome di mio figlio, c’è un collegamento. Roberto era un ragazzo molto coraggioso nel suo lavoro, rispettoso, educato: tutto quello che poteva essere. Ha vissuto tanto le sue cose in 26 anni, purtroppo però 26 anni sono pochi per viverle tutte».
Ad Aringhieri, date le circostanze della sua morte, è stata conferita la Medaglia d’oro al Valore di Marina: «Aveva chiesto e ottenuto di essere imbarcato su Unità navale assegnata a missione multinazionale di pace durante il conflitto iugoslavo – recita la motivazione dell’onorificenza -. Nel corso di una impegnativa operazione di polizia marittima, si offriva volontario prodigandosi con generoso slancio, nonostante le avverse condizioni ambientali, per aprire la strada al successivo impiego della squadra. In tale circostanza rimaneva vittima di mortale incidente. Nobile esempio di Ufficiale e di marinaio caduto nell'adempimento del dovere». «Ho conosciuto Roberto grazie alla signora Elvira, lo conoscevo poco nonostante fossimo entrambi piloti, ma sapevo quanto fosse attaccato al lavoro che faceva, quanto lui avesse questa passione, questa dedizione – dice l’ammiraglio Sergio Liardo, direttore marittimo della Liguria e comandante del porto di Genova - e quanto lui fosse altruista. Nella motivazione di intitolare la nave a Roberto c’è tutto quello che è riuscito a dare a tutte le persone che lo hanno conosciuto. C’è una frase della poetessa americana Maya Angelou che dice: “Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire».
«Oggi ricordiamo un genovese che ha perso la vita servendo un Corpo che ha come missione salvare vite in mare – ha aggiunto il sindaco Marco Bucci -. Search and rescue significa “cercare e salvare” le persone in mare. Lui l’ha fatto e ci ha rimesso la vita. Roberto è un esempio di persona che fa della sua passione, del suo cuore, cervello e capacità e tempo un mezzo per servire gli altri. Questa è una cosa importantissima e vogliamo ringraziare la sua famiglia: ogni volta che questa nave passerà da Genova sarà una grande emozione e porterà in tutti i mari che solcherà il nome di un valoroso concittadino».
Alla cerimonia di questa mattina ha partecipato anche il prefetto di Genova Renato Franceschelli che ha voluto sottolineare il ruolo della Guardia costiera al servizio del Paese e che la nuova unità è stata realizzata con fondi europei del Programma Nazionale del Fondo Sicurezza Interna 2014-2020 - a titolarità del Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Azione specifica 70.2.AS2 - mirati a garantire uno spazio comune di sicurezza, libertà e giustizia all’interno dei confini europei, attraverso il contrasto e la prevenzione di fenomeni criminosi e la gestione integrata delle frontiere. La nave è approdata per la prima volta a Genova ieri con il suo equipaggio di 10 militari della Guardia costiera.
La Nave “Roberto Aringhieri”, così come la gemella “Nave Natale De Grazia”, prima della classe, risponde alle caratteristiche di una nuova tipologia di navi pensate e progettate per assolvere al compito più importante che la storia e la legge affidano alla Guardia Costiera: la ricerca e il soccorso in mare; una missione che la nuova unità potrà svolgere anche in condizioni meteomarine estreme. Eccellenza della cantieristica italiana e vanto delle capacità marinaresche del nostro Paese, si distingue per essere una delle navi del comparto SAR (Search and Rescue) più grandi al mondo, nonché la più lunga imbarcazione “autoraddrizzante” e “inaffondabile” mai costruita in Italia. La “Aringhieri” rappresenta il meglio della tecnologia navale odierna con propulsione e strumenti di comunicazione all’avanguardia. Lunga 34 metri, è dotata di un sistema avanzato di comando e controllo che assicura maggiore autonomia, maggiori capacità ricettive e una migliore logistica per l’equipaggio e per il ricovero di eventuali naufraghi. Ha una velocità massima di oltre 31 nodi con un’autonomia, alla velocità di 28 nodi, di oltre 1.000 miglia nautiche. La nave è stata costruita negli stabilimenti di Messina, dai Cantieri Navali Intermarine SpA (Gruppo Immsi) di Sarzana (La Spezia).