Dallo scorso mese di gennaio è iniziata una nuova fase di controlli per arginare il fenomeno dell’evasione negli affitti di appartamenti e camere a uso turistico in maniera abusiva...
Dallo scorso mese di gennaio è iniziata una nuova fase di controlli per arginare il fenomeno dell’evasione negli affitti di appartamenti e camere a uso turistico in maniera abusiva. «È un’iniziativa fondamentale per tutelare gli operatori turistici, i cittadini e i turisti stessi – evidenzia l’assessore al Commercio e Turismo Paola Bordilli –. Stiamo monitorando e osservando il fenomeno dell’aumento di appartamenti privati affittati a uso turistico, che si affiancano alle strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere, come accade in tutte le località turistiche».
L’azione dell’amministrazione comunale sta producendo buoni frutti: il numero di appartamenti affittati a uso turistico (classificati con la sigla AAUT) sta infatti crescendo in maniera rilevante. La maggior parte di questi, nel corso del 2018, sono stati iscritti nel Registro Regionale degli AAUT aderendo al progetto del Comune di Genova di informatizzazione e semplificazione degli adempimenti a carico di tutte le strutture ricettive turistiche soggette all'imposta di soggiorno. Dal luglio 2018 l'Amministrazione ha messo a disposizione, gratuitamente, una procedura web, oltre a corsi di formazione e a un servizio di tutoraggio con un numero telefonico dedicato, la cui attività è stata prorogata al 2019.
«Il fenomeno degli AAUT è in forte crescita – sottolinea l’assessore Bordilli – e risulta fondamentale aumentare i sistemi di controllo. Oggi si sono fatti passi avanti, ma c'è, sicuramente, ancora una zona grigia che va contrastata. I miei uffici sono quotidianamente impegnati in questo compito. Chi oggi decide di affittare sa bene quali siano le regole, che Comune e Regione hanno molto semplificato».
A sei mesi dall'inizio della sperimentazione i dati dimostrano comunque che, rispetto al 2017, gli appartamenti affittati a uso turistico registrati e che versano regolarmente l'imposta di soggiorno al Comune di Genova sono saliti del 32%, passando dai 748 del 2017 ai 989 del 2018. Cresciuti in modo proporzionale anche i dati dei pernottamenti, quasi raddoppiati rispetto al 2017: il dato ha superato quota 300mila (nel 2017 erano 159.219). Il gettito dell'imposta di soggiorno è salito, nello stesso periodo, del 171 per cento, passando da 159 mila a 431 mila euro, in parte anche in seguito all'aumento deciso a partire dallo scorso 15 aprile: per questa tipologia di strutture l'imposta è passata da 1 euro a 1,5 a pernottamento.
La nuova fase di controlli fa parte di un più ampio progetto finalizzato ad arginare il fenomeno delle strutture ricettive irregolari e a dare garanzie agli operatori economici regolari che si sentono minacciati dalla concorrenza sleale e chiedono all'Amministrazione rigore ed impegno.
«Intensificheremo la nostra attività di controllo, come è stato condiviso con le Associazioni rappresentative di categoria e con la Camera di Commercio nel corso degli ultimi incontri del tavolo dell'imposta di soggiorno – assicura l’assessore Bordilli – ove si stanno discutendo le strategie e le priorità d'azione per l'anno 2019 e successivi, in un'ottica di programmazione di breve e medio termine, per essere maggiormente efficaci rispetto all'andamento dei mercati».
L’assessore ricorda anche la collaborazione con Regione Liguria e con il suo Registro degli Appartamenti in affitto a uso turistico. «La maggior parte degli AAUT – prosegue Bordilli – riceve le prenotazioni grazie a piattaforme on line, prima fra tutti Airbnb, con cui il Comune di Genova e la Regione Liguria hanno stipulato specifiche Convenzioni: la Regione per informare al meglio gli host che inserzionano tramite il portale sulle regole in vigore, il Comune per far trattenere direttamente da Airbnb, all’atto del pagamento della vacanza, l'imposta di soggiorno. La possibilità di pubblicare annunci on line è però molto diffusa e offerta ormai da molti soggetti e non è facile avere il controllo della situazione. La nuova procedura da noi implementata consente di effettuare controlli sistematici e periodici, attraverso un software in grado di intercettare gli annunci pubblicati on line sulle piattaforme più diffuse (Airbnb, Booking, Google, Tripdavisor, Homeway...) e confrontarlo con quanto risulta dalle dichiarazioni che il Comune riceve».
Ciò permette di produrre elenchi delle strutture che pubblicano annunci e metterle a confronto con l'archivio delle strutture ricettive accreditate e in regola con gli adempimenti relativi all'imposta di soggiorno, così da individuare quali siano inadempienti, non presentando le dichiarazioni e non versando l’imposta di soggiorno.
L’azione successiva prevede l’invito a regolarizzare la propria posizione in maniera semplice e diretta, con il supporto dell'Ufficio imposta di soggiorno della Direzione Turismo che offre consulenza e formazione per la registrazione e il versamento dell’imposta.
«Far emergere l’abusivismo consente all'Ente, tra l'altro, di recuperare risorse da investire in nuovi progetti per la valorizzazione della città come destinazione turistica e per interventi di decoro urbano e segnaletica turistica, come prevede la Convenzione sottoscritta con Camera di Commercio e Associazioni rappresentative di categoria», conclude l'assessore Paola Bordilli.