Anche quest’anno è stato sciolto il voto fatto alla Madonna di Loreto dopo la visione di frate Candido Giusso nel 1746. La tradizione si è rinnovata al santuario N.S. di Loreto di salita Oregina, nel corso della Messa celebrata dall’arcivescovo di Genova Marco Tasca.
La cerimonia è legata a due importanti momenti della storia di Genova: il 5 dicembre 1746, quando Genova si ribellò dall’occupazione austriaca con il famoso gesto del “Balilla” e le autorità fecero voto alla Madonna, che se gli Austriaci fossero stati cacciati, tutti gli anni sarebbero saliti al Santuario di N.S. di Loreto in Oregina per sciogliere quel voto, e il 10 dicembre 1847, quando trentamila patrioti provenienti da ogni parte d’Italia sfilarono dall’Acquasola ad Oregina, dove venne cantato quello che diverrà poi l’Inno Nazionale e sventolò il Tricolore. Alla cerimonia di questa mattina ha partecipato il presidente del Consiglio comunale di Genova Carmelo Cassibba, Daniela Marziano vicepresidente Municipio centro est, Elena Manara in rappresentanza di città metropolitana e Stefano Balleari presidente del consiglio regionale.
"Il 10 dicembre- dichiara il presidente Cassibba- è una data di grande significato per Genova e per l’Italia. Celebriamo l’anniversario della prima esecuzione del "Canto degli Italiani", il nostro Inno Nazionale, simbolo di unità e libertà. Una giornata che ricorda a tutti noi i valori che ci legano come comunità e come nazione. Genova, anche città natale di Goffredo Mameli e Michele Novaro, ha quindi grandissima importanza nel contesto storico del Risorgimento e ancor più ne assume quest’anno: dal 20 febbraio, infatti, grazie a una delibera votata all’unanimità in Consiglio Comunale, la nostra città è ufficialmente riconosciuta come “Città dell’Inno Nazionale”. Un motivo di orgoglio per tutti i genovesi e le genovesi e un invito a riflettere sulla forza della nostra identità e della nostra storia. Un pensiero speciale è rivolto ai giovani, custodi della memoria e protagonisti del futuro: l’Inno è prima di tutto il loro inno, un simbolo di un’Italia che guarda avanti, che cresce e che continua a lottare per i suoi ideali. È compito, prima di tutto delle istituzioni, aiutare i ragazzi e le ragazze nel loro percorso di cittadini consapevoli del ruolo che avranno nel continuare a scrivere la storia della nostra nazione"