
La Giunta approva linee per garantire parità di accesso ai servizi essenziali e maggiore tutela delle persone più fragili
La Giunta comunale, su proposta dell’assessore ai Servizi civici Emilio Robotti e dell’assessora al Welfare Cristina Lodi, ha approvato una delibera che aggiorna e rafforza le modalità di iscrizione anagrafica per le cittadine e i cittadini senza fissa dimora. L’obiettivo è garantire piena tutela dei diritti fondamentali, assicurare parità di accesso ai servizi e rendere più semplice e verificabile il percorso amministrativo per chi vive condizioni di grave precarietà abitativa.
Il provvedimento conferma l’utilizzo dell’indirizzo “Via alla Casa Comunale 1” come riferimento per l’iscrizione anagrafica, stabilendo criteri chiari, omogenei e validati da un percorso di confronto tecnico con ASL3, Università di Genova, Terzo settore e uffici comunali. Tra le principali novità, una più ampia definizione degli elementi utili all’elezione del domicilio, che includono luoghi di frequenza abituale, documentazioni sanitarie o l’utilizzo di servizi sul territorio, così da rispondere meglio alle diverse situazioni delle persone senza dimora.
La delibera prevede inoltre la revisione periodica delle posizioni anagrafiche in collaborazione con i servizi sociali comunali, ASL3 e gli enti del Terzo settore, per garantire un monitoraggio costante e il mantenimento dei requisiti necessari.
«Con questo aggiornamento - dichiara l’assessore ai Servizi Civici e Diritto di Cittadinanza Robotti - rendiamo più efficiente e trasparente un servizio fondamentale per la tutela dei diritti di cittadinanza. L’iscrizione anagrafica è il primo passo per accedere a servizi essenziali, dal lavoro alla salute. Abbiamo lavorato per semplificare le procedure e garantire controlli chiari, rapidità di risposta e un sistema omogeneo che rispetti le normative nazionali e valorizzi la collaborazione con tutti gli attori coinvolti».
«Questo provvedimento - dichiara l’assessora al Welfare Lodi - rappresenta un passo concreto per proteggere le persone più fragili. Garantire un domicilio anagrafico significa permettere a chi vive in strada o in condizioni di forte precarietà di accedere alla rete dei servizi sociali, sanitari e assistenziali. La revisione dei criteri e il lavoro condiviso con ASL3 e il Terzo settore rafforzano la capacità della città di rispondere ai bisogni reali, con attenzione, rispetto e continuità».
