Visita dei delegati di Carloforte a Genova e Pegli per consolidare le storiche relazioni che unirono le due comunità nel XVI secolo

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26/11/2022
Carloforte gemellaggio Pegli

Il gemellaggio verrà firmato in primavera

Manuela D'Angelo

Questo pomeriggio una delegazione di Carloforte, comune nell’isola di San Pietro, nel sud della Sardegna, ha fatto visita a Genova per proseguire gli storici scambi culturali, e le relazioni che uniscono le due comunità dai tempi dell’epopea tabarchina. La delegazione è stata accolta a Pegli dal presidente del Municipio di Ponente Guido Barbazza; dagli assessori del Comune di Genova Paola Bordilli e Mauro Avvenente e dalla giunta municipale VII Ponente. Ad accoglierli anche i Gruppi storici di Pegli e Voltri, la Proloco di Pegli, il CIV di Pegli e gli Armigeri Praesi. Domani, sabato 26 novembre, gli ospiti visiteranno i Musei di Strada Nuova, mentre domenica si svolgerà la celebrazione solenne, presso la parrocchia dell’Immacolata di Pegli, per onorare la Madonnina dello Schiavo. Le relazioni tra i due territori hanno origine nel secolo XVI, quando Genova colonizzò l’isola spagnola di Tabarca, e numerosi abitanti pegliesi, soprattutto commercianti, si stabilirono lì con la promessa di guadagni elevati e condizioni di vita migliori. La storia racconta che numerosi liguri salparono da Pegli, ma solo una minima parte fece ritorno in patria.

 

Dopo circa due secoli di colonizzazione, il Bey di Tunisi invase l’isola e fece prigionieri gli abitanti genovesi riducendoli a schiavi e nel 1738, un folto gruppo di genovesi tabarkini, per lo più figli di coloni, fu costretto a fuggire e a trasferirsi in Sardegna, sull’Isola di San Pietro, allora disabitata, dove fondarono il nuovo comune di Carloforte, così nominato in onore del re Carlo Emanuele III.

 

«La ricchezza culturale delle popolazioni tabarchine è da considerarsi un prezioso patrimonio storico non solo per quelle comunità, ma anche per la città di Genova- dichiara l’assessore al Commercio, Artigianato, Pro Loco e Tradizioni cittadine Paola Bordilli- Il fatto singolare è che i fratelli di Carloforte e di Pegli ancora oggi hanno saputo mantenere vivi i contatti, coronati da un grande senso di appartenenza ad un’unica famiglia. Queste radici genovesi, inclusa la valorizzazione della lingua, le tradizioni e la gastronomia, sopravvissute per cinque secoli lontane da Genova sono un elemento di prestigio per la comunità genovese, che deve essere valorizzato e posto nella massima considerazione. A tal proposito è giusto ricordare che l’amministrazione ha approvato, con Delibera del marzo 2020, la sottoscrizione del gemellaggio fra Genova, Carloforte e Calasetta; un gemellaggio non ancora sottoscritto a causa dei rinvii dovuti alla crisi pandemica, ma che si concretizzerà nella prossima primavera».

 

«Buona parte degli schiavi liberati raggiunsero Carloforte- ricorda l’assessore alle Manutenzioni, Decoro urbano e Centri storici Mauro Avvenente- altri diedero origine ad altre due comunità, Calasetta, nell’isola di Sant’Antioco in Sardegna e Nueva Tabarca sull’isola di San Pablo, detta Isla Plana, di Alicante in Spagna. In questo secondo caso i coloni genovesi si integrarono con la popolazione spagnola, perdendo la propria identità, ma a Carloforte e a Calasetta i naviganti pegliesi e i “nuovi tabarkini” di origine pegliese mantennero nel tempo integra la loro identità culturale, sia nelle usanze che nella lingua. E ancora oggi il dialetto di queste due località, il cosiddetto tabarchino, è un dialetto ligure molto vicino per vocaboli e pronuncia al genovese di Pegli. Il gemellaggio non può quindi che avere l'obiettivo di valorizzare la cultura, la storia e le tradizioni che uniscono Genova con le due località del Sud della Sardegna; un legame storico che dopo cinque secoli vede ancora lingua, tradizioni, architettura e culinaria rimasti intatti, senza quasi scostamenti»

Ultimo aggiornamento: 26/11/2022