L'assessore alla Mobilità ha ribadito : “nessun esproprio e già richiesto nuovo progetto da condividere con il quartiere”
Un’assemblea pubblica per il confronto con i cittadini, organizzato dal Comitato di quartiere di via Vecchia e vie limitrofe, sul progetto della nuova rimessa Amt di Staglieno si è svolta questa sera con la partecipazione dell’assessore alla Mobilità Matteo Campora.
All’interno della Sms Unione, in via Caderiva, una nutrita rappresentanza dei residenti, circa 200 secondo gli organizzatori, che hanno posto dubbi e domande all’attenzione dell’assessore Campora.
«Sono soddisfatto dell’esito dell’assemblea – spiega l’assessore Campora – un’importante occasione di confronto e di condivisione con i cittadini per chiarire dubbi sul futuro progetto della nuova rimessa Amt di Staglieno che sarà una rivoluzione green nel quartiere a partire dai mezzi che ospiterà che passeranno dagli attuali 90 ai 50-60, totalmente elettrici e pertanto a zero impatto ambientale sia dal punto di vista delle emissioni sia dell’acustica».
L’assessore Campora ha puntualizzato che “non c’è oggi nessun progetto definitivo, nessun atto di esproprio, nessun cantiere che non partirà prima di un anno e mezzo quando la conferenza dei servizi avrà licenziato il progetto”.
«Abbiamo già chiesto – ha specificato l’assessore Campora – a Italferr la revisione del progetto, con alcune modifiche, che riprendono le richieste dal territorio, sull’ottimizzazione dell’impatto sul quartiere, e prevediamo possibilità di indennizzi attraverso il Pris. Quando avremo da Italferr il nuovo progetto, attiveremo un tavolo tecnico e un confronto con i cittadini per eventuali ulteriori modifiche per la mitigazione dell’opera sul quartiere».
L’assessore Campora ha inoltre ricordato che “il progetto della nuova rimessa fa parte di quello più ampio dei 4 assi di forza del tpl, finanziato dal ministero dei trasporti, oggi Mims, da 471 milioni di euro, di cui 122 per l’acquisto di mezzi elettrici”.
«Dispiace – ha concluso l’assessore Campora – che alcuni esponenti della minoranza in Comune e Regione siano intervenuti, forse a caccia di visibilità, sottraendo tempo al confronto con i cittadini, quando la discussione per loro ha una sede più appropriata, quella istituzionale del consiglio».