La decima edizione de la Storia in Piazza, il festival principale di storia in Italia e fra i più importanti d'Europa, è dedicata al tema: Utopia. Quattro giorni di incontri, dialoghi, letture, mostre e laboratori, fino al 7 aprile a Palazzo Ducale
Il concetto di utopia, filo conduttore di questa edizione de la Storia in Piazza, curata da Luciano Canfora e Franco Cardini, spesso è collegato a situazioni, concetti o pensieri considerati irrealizzabili. Una parola malvista, talvolta considerata ridicola ma sopravvissuta nei millenni, forse per una ragione sostanziale e cioè che il nostro spirito creativo non può prescindere da obiettivi apparentemente lontani, ma che sono necessari al raggiungimento di mete concrete.
Un programma intenso con circa 50 appuntamenti a cui aggiungere molte iniziative dedicate alle scuole e alle famiglie e alcune mostre realizzate nell’ambito delle giornarte dedicate alla storia. Possiamo infatti trovare, sempre a Palazzo Ducale, oltre a Giorgio de Chirico e Claire Fontaine le fotografie di Ivo Saglietti nella mostra Sotto la tenda di Abramo; i documenti, le fotografie e i manifesti storici dei movimenti femministi nella mostra Il femminismo: utopia?; impegnata anche Sala Dogana, lo spazio del Comune di Genova dedicato alla creatività giovanile, con l’iniziativa: Piccole storie di ordinaria utopia, un laboratorio di scrittura creativa rivolto ai giovani e a coloro che amano scrivere.
Di grandi utopie è fatta la storia della nostra specie ma di piccole utopie è fatta la nostra vita quotidiana, è questa la base dell’iniziativa di Sala Dogana. Le utopie possono essere progetti affascinanti o sogni che ciascuno di noi coltiva. Il raccontarle in brevi storie da lasciare a Sala Dogana dove vengono via via appese alle pareti, anche in assenza del laboratorio di scrittura creativa, curato dal gruppo di Officina Letteraria, e dove i visitatori possono entrare, vedere oppure scrivere una loro breve storia, sulla base di tracce lasciate a disposizione, per poi appenderla insieme alle altre trasforma lo spazio a disposizione in un reale deposito delle utopie. Un laboratorio accompagnato dal gioco delle domande (ideato da Mario Benvenuto), per continuare ad alimentare il nostro spirito creativo.
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