Un nuovo impianto di illuminazione a led a immersione, con luce bianca dal basso e proiettori per giochi di luce, per valorizzare le forme dell’antico barchile di piazza Marsala. Da questa sera sarà possibile ammirare la fontana cinquecentesca completamente ripulita grazie all’intervento di restauro conservativo realizzato dalla restauratrice Amalia Sartori, seguendo le indicazioni della Soprintentenza. Iniziato la scorsa estate, l’intervento si è reso necessario a causa della presenza di incrostazioni nel catino, di muschi in prossimità della vasca e del catino, alterazioni cromatiche della pietra. Inoltre, sono state eseguite, da parte dei tecnici di Aster, delle modifiche agli ugelli inferiori della fontana, sull’esempio di quella di piazza Colombo, per evitare la ricaduta dell’acqua in uscita sul manufatto, provocando il dilavamento del materiale lapideo. Inoltre, per consentire anche un risparmio delle risorse idriche, sono state eseguite opere di impermeabilizzazione delle vasche: la fontana è stata dotata di un impianto elettrico per il riciclo dell’acqua e un impianto a risparmio energetico per l’illuminazione.
Oggi, alle 19, l’inaugurazione della fontana restaurata sarà alla presenza del vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi, dell’assessore alle Tradizioni e Commercio Paola Bordilli, del presidente del Municipio I Centro Est Andrea Carratù e di Aster.
«Il restauro di questa storica fontana, molto cara ai genovesi, è il risultato del lavoro sinergico tra le professionalità di Aster e Soprintendenza per la valorizzazione di un bene del nostro patrimonio cittadino attraverso l’utilizzo di una nuova illuminazione, che coniuga il risparmio energetico con l’impatto scenonografico – dichiara il vicesindaco Pietro Piciocchi - In questi anni abbiamo ‘acceso’ la basilica di Carignano e le principali fontane del centro creando un effetto scenico unico, che renda orgogliosi tutti i genovesi delle bellezze del nostro patrimonio storico-artistico».
«Il restauro e la nuova illuminazione del barchile – commenta l’assessore Paola Bordilli – serviranno a valorizzare non solo un monumento con un’interesante e lunga storia alle spalle, ma anche l’intera piazza Marsala e quindi tutte le attività commerciali della zona, come avvenuto in altre parti della nostra città, per esempio piazza Colombo. Illuminare le piazze e i monumenti è un segno tangibile di attenzione che la nostra amministrazione rivolge al proprio patrimonio artistico, testimonianza della secolare storia dei nostri quartieri, con le loro tradizioni e i loro luoghi di aggregazione, tanto cari ai genovesi». «Illuminare una piazza, restaurare un monumento o una fontana come quella di piazza Marsala significa anche aumentare il decoro dei nostri quartieri – dice il presidente del Municipio I Centro Est Andrea Carratù – grazie all’intervento dell’amministrazione, dei professionisti di Aster e dei privati che hanno creduto nel progetto, un altro barchile, dopo quello di Campetto, tornerà all’antico splendore e andrà ad abbellire una piazza che rappresenta uno dei tanti cuori pulsanti del municipio e che rappresenta uno dei tantissimi scorci unici della nostra bellissima città».
L’inaugurazione sarà anche accompagnata da animazione musicale per una serata di festa che coinvolgerà anche gli esercizi commerciali di piazza Marsala.
«I genovesi – commenta il presidente di Aster Francesco Massimo Tiscornia - sono legati a tutte le loro fontane che stanno riscoprendo grazie al forte impulso e agli interventi del Settore altamente qualificato di Aster. A partire dal simbolo stesso della Città, quella di piazza De Ferrari, oltre a quelle di piazza Colombo, Campetto, Tommaseo, la nuova fontana colorata di piazza Rossetti e quella sorte di opera d’arte contemporanea che richiama una fontana recentemente inaugurata accanto alla Stazione Brignole. Il restauro è stato curato dalla Sovrintendenza, con cui Aster ha collaborato attivamente per l’illuminazione».
«Aster – osserva il Ceo Antonello Guiducci - nell’ambito delle proprie svariate competenze è orgogliosa di potersi impegnare anche sul fronte del decoro della città. Per il barchile di piazza Marsala in particolare, in vista di una politica di risparmio delle risorse idriche, la nostra azienda ha realizzato un nuovo impianto idraulico a ricircolo che modifica quello a attuale “a perdere”, con relativa messa a norma dell’impianto. Nel dotare la fontana di un’alimentazione elettrica per l’impianto di ricircolo acqua, si è pensato di valorizzarla, inserendo, su staffe già presenti all’interno della vasca, dei piccoli proiettori a led a immersione, che illuminano dal basso verso l’alto le Cariatidi e la Coppa superiore, utilizzando luce bianca che ora avvolge la struttura in un effetto non troppo uniforme, per non appiattire le forme; i proiettori infatti possono anche avere gioco di movimento delle luci bianche, da calde a fredde secondo dei programmi prestabiliti. Infine, con la massima attenzione al risparmio energetico, sono stati utilizzati faretti a led basso voltaggio, a 21 watt ciascuno, per un consumo totale, appena superiore agli 80 watt complessivi».
La sua storia inizia il 6 marzo 1536: tre scultori comaschi, Gian Giacomo e Guglielmo della Porta (padre e figlio) e Nicolò da Corte ricevono 120 scudi aurei dai padri del Comune per eseguire una fontana pubblica da collocare in piazza Nuova (l'attuale piazza Matteotti), davanti alla Chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea, oggi conosciuta come quella del Gesù. Nell’Ottocento, Santo Varni, eccellente scultore ma anche appassionato collezionista e conoscitore della storia della scultura, scopre un atto notarile che svela la storia del barchile e lo descrive come un ottagono di dieci palmi di diametro esterno, sormontato da una pila e da un basamento "con la figura sopra essa pilla de Jano" (Giano, che oggi non vediamo più sulla fontana di Piazza Marsala, ma in cima al cupolino sul pozzo di Sarzano). La fontana di piazza Nuova rimase al suo posto per meno di un secolo: nel 1628 è smontata. Giano e il resto del barchile prendono strade diverse: il busto è dapprima collocato nella fontana di piazza Vacchero per poi giungere in Sarzano, mentre il resto della fontana è collocato davanti al complesso di San Domenico (nell'attuale piazza De Ferrari) e, dopo esser stato smontato a seguito della demolizione del convento, rimontato nel 1878 dove oggi lo vediamo, in piazza Marsala.
Oggi, il manufatto è collocato in ambiente aperto, molto inquinato dallo smog, soprattutto dagli scarichi delle automobili in mezzo a una piazza recentemente lastricata con sanpietrini. La fontana è formata da un catino superiore e i tritoni a testa in giù in marmo bianco il basamento sottostante con foglie in marmo grigio chiaro con venature e un ulteriore basamento dentro la vasca in cemento. La struttura della fontana nella parte inferiore esterna è in pietra andesite di colore grigio chiaro con all’interno altri minerali plagioclasio, pirosseno, anfibolo (orneblenda verde): una roccia molto dura. In Liguria questa roccia non è presente: è stata trasportata via terra dal Trentino Alto Adige da cui provengono anche i cubetti di porfido rossastri del pavè. L’interno della vasca è rivestito di uno strato compatto di materiale cementizio. L’azione del vento e il percolamento dell’acqua che fuoriesce dalle bocchette ha provocato la formazione di evidenti e diffuse incrostazioni calcaree da ruscellamento e da schizzo anche di notevole spessore che interessano praticamente tutta la superficie. Il bio-deterioramento è diffuso su tutta la superficie, misto alle formazioni calcaree, si può notare una colorazione molto scura nella maggior parte delle incrostazioni (anche dovuta ai depositi di particellato atmosferico) si nota anche una colorazione rossastra alla base delle facce dei tritoni e in altre aree soggette a percolazione e infine si manifesta con più evidenza la proliferazione di muschi in prossimità della vasca e sul bordo del catino. L’acqua con alto tenore di calcio, ha ricreato depositi consistenti di calcare in tutte le zone interessate dallo scorrimento, stagnazione o schizzo dell’acqua; tanto che il marmo non era più visibile. Il restauro delle superfici lapidee ha comportato oltre al ripetersi di tutte le operazioni di pulitura graduale, dalla spolveratura alla disinfestazione; dal risciacquo con spazzolatura ad una localizzata pulitura chimica, l’uso di attrezzature più efficaci , micro-scalpelli e vibro-incisori con l’aiuto controllato della micro-sabbiatrice per l’eliminazione meccanica del calcare, e del colore grigio ai silicati data sulla superficie in pietra della vasca in un precedente intervento di restauro.