Al Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi una giornata dedicata ai temi del disarmo, della pace e della sicurezza internazionale
Genova come città ambasciatrice di dialogo tra nazioni, popoli e culture diverse, dai tempi della Repubblica fino alle recenti donazioni di beni e generi alimentari alla popolazione ucraina martoriata dalla guerra con, sullo sfondo, l'impegno delle grandi organizzazioni internazionali per il disarmo e la pace tra i popoli. È il filo conduttore di “Genova città della pace”, il convegno in programma oggi al Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, ideato dal professor Matteo Lo Presti, con la presenza di illustri relatori appartenenti ad alcune delle più importanti organizzazioni internazionali attive in campo diplomatico e nella promozione della pace nel mondo.
Il convegno “Genova città della pace” arriva in un momento critico per l'Europa, segnato dalla guerra in Ucraina e dall'impegno della comunità internazionale per porre termine al conflitto. Un periodo nel quale Genova, in linea con il suo passato prima di Repubblica e poi di città attiva a livello nazionale e internazionale nel favorire il dialogo e la solidarietà tra le nazioni, vuole porsi nuovamente al centro del processo di pace, attingendo all'operato e all'esperienza delle organizzazioni mondiali che fanno capo all'Aja, riconosciuta come Capitale mondiale della pace.
L'evento, introdotto dai saluti istituzionali del sindaco di Genova Marco Bucci, ha visto la partecipazione di relatori di altissimo livello tra i quali Philippe Couvreur, insigne giudice internazionale con un’esperienza quarantennale alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja e Giuliana Del Papa, capo dell’Unità Analisi e Programmazione della Farnesina. Di particolare interesse l'intervento del giudice Couvreur che ha ripercorso, nella dissertazione “La Corte Internazionale di Giustizia: un secolo di giurisdizione internazionale permanente al servizio della Pace”, la storia dei vari progetti di pace tra le nazioni lanciati nel corso dei secoli: dall'idea di una “pace perpetua” proposta nel 1716 dall'abate di Saint Pierre alle due conferenze internazionali sulla pace convocate all'Aja, nel 1899 e nel 1907, dallo zar Nicola II di Russia, finalizzate ad alcuni ambiziosi obiettivi quali l'istituzione di una Corte permanente di arbitrato, la riforma del diritto bellico lo stop alla corsa agli armamenti mediante la firma di apposite convenzioni internazionali.
Prima dell'inizio del convegno alcuni rappresentanti della comunità ucraina a Genova hanno esposto dei cartelli con scritto “Pace” e “Grazie!! Pace per l'Ucraina”.
«Genova si candida per dare credibilità e concretezza alla pace, un concetto chiave per la nostra città e per la sua millenaria storia economica, commerciale e culturale – dichiara il sindaco di Genova Marco Bucci – Pace non è solo assenza di guerra, ma una condizione che consente il rapporto sinergico e costruttivo tra i popoli, nel segno dell'interculturalità e nell'ottica di un benessere collettivo. Ringrazio gli organizzatori del convegno, i relatori e i rappresentanti della comunità ucraina che hanno portato e continuano a portare nella nostra città un importante messaggio di pace, prendendo parte a quella rete di persone, comprese tante associazioni genovesi, che si impegnano ogni giorno per improntare i rapporti sociali e culturali a dialogo e solidarietà».
«Siamo grati al sindaco Bucci per avere accettato la nostra proposta di riportare alla ribalta internazionale la tradizione di Genova come città portatrice di solidarietà, dialogo e pace tra i popoli e le nazioni – dichiara il professore Matteo Lo Presti, ideatore del convegno – In questo momento di grande trasformazione del pianeta, il convegno “Genova città della pace” si propone come il primo appuntamento di una serie di itinerari per organizzare gli scenari futuri di una città, Genova, che vuole conservare e dare nuova linfa al ruolo che la storia ci ha affidato. Dalla storia di solidarietà della nave “Cipriani” per portare viveri e medicinali alla città di Odessa fino alla pace di Villa Migone che ha sancito il primato di Genova come unica città europea a liberarsi da sola dal giogo dell'occupazione nazista, passando per la generosità mostrata dai genovesi in occasione delle calamità naturali, si rinnova la tradizione di Genova come città portatrice di pace e condivisione».
Il programma della giornata, divisa in due sessioni, prevede anche l'intervento in streaming dell’Ambasciatore d’Italia nei Paesi Bassi Giorgio Novello; la riflessione di Michele Valensise su “L’Europa, la guerra in Ucraina e la prospettiva di un nuovo ordine mondiale”; la relazione di Giuliana del Papa su “Multilateralismo, resilienza e previsione: il contributo della diplomazia alla pace”; “Il ritorno della geopolitica e le sfide globali” a cura di Lamberto Zannier; “L'istituto Asser e la sua posizione all'Aja, capitale mondiale del diritto”, di Vesna Lazic; infine, “Il manifesto della Pace Salvator Mundi: strategie ed opportunità per un’Europa unita” a cura di Katia La Rosa.
Tematiche di rilevanza globale che hanno trovato e trovano tutt'ora in Genova e nella Liguria due importanti alleati nel solco della storia del nostro territorio che, facendo riferimento solo al Novecento, ha ospitato nel 1922 la stipula del Trattato di Rapallo per la pace tra Germania e Unione Sovietica, con il riconoscimento della Russia Sovietica nel consesso istituzionale globale da parte della comunità internazionale, e la pace di Villa Migone del 25 aprile 1945 firmata da Comitato di Liberazione Nazionale ligure e le truppe tedesche. Ciò senza dimenticare il sostegno dato di recente da Genova alla popolazione ucraina, attraverso la donazione di ingenti raccolte di generi alimentari.
In chiusura al convegno il Coro delle Voci Bianche del Teatro Carlo Felice diretto dal maestro Gino Tanasini, accompagnate al piano dal maestro Enrico Grillotti.