Forte Tenaglia

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Cenni storici

Nel 1625 il territorio della Repubblica di Genova fu oggetto di un tentativo di invasione franco-piemontese, respinto nella battaglia del Passo del Pertusio (dove oggi si trova il Santuario della Vittoria, nel territorio dell’attuale Comune di Mignanego).

 

Tale evento impose riflessioni sulla necessità di migliorare il sistema difensivo di Genova, formato in quel momento dalle Mura del XVI secolo e da tre modeste fortificazioni medievali, definite “bastie”, collocate sul Monte Peralto (dove oggi si trova il Forte Sperone), nella posizione dell’attuale Forte Castellaccio e sul Colle di Promontorio.

 

Nel 1626 il governo della Repubblica decise quindi di dotare Genova di una nuova cinta muraria (le “Mura Nuove”), molto più estesa della precedente, collocata sulle due dorsali che dominano la città a ponente e a levante, formando il grande triangolo che ha nel Monte Peralto il suo vertice settentrionale e il punto più elevato.

 

I siti delle “bastie” del Peralto e del Castellaccio vennero occupati da bastioni e cortine della nuova cinta, mentre la “bastia” del Colle di Promontorio rimase leggermente all’esterno, in una posizione che tuttavia doveva essere presidiata, poiché un eventuale nemico avrebbe potuto utilizzarla con efficacia per assalire le mura. Per questo motivo, nel 1633 venne deciso di demolire la “bastia” e di costruire al suo posto una “Tenaglia”, cioè un’opera difensiva avanzata rispetto alla cinta, a forma di corna e munita di cannoni.

 

La Tenaglia (definita anche “tinaglia”, “tanaglia”, “tanaglione” o “tenaglie”) era una tipologia di opera comune nelle fortificazioni moderne realizzate in pianura e poteva avere diverse configurazioni architettoniche. Nel caso delle Mura Nuove di Genova, essendo queste state realizzate quasi interamente su dorsali collinari, solo in corrispondenza della collina di Promontorio emerse la necessità di realizzarne una. Per questo motivo divenne tanto caratteristica, in relazione alla sua unicità, da dare poi il nome all’omonimo Forte.

 

Tra il 1801 e il 1814 la Tenaglia (in questa fase non ancora definibile “Forte”, perché mancante delle infrastrutture logistiche che caratterizzano questa tipologia struttura militare, fu oggetto di lavori che ne migliorarono le capacità difensive.

 

Tra il 1815 e il 1836 nuovi e più significativi interventi effettuati dal Genio militare sabaudo trasformarono l’opera nel Forte arrivato sino ad oggi. La realizzazione di una lunga caserma perpendicolare alla Tenaglia, realizzata nello spazio che separava l’opera seicentesca dalle Mura Nuove, diede alla struttura una caratteristica forma a “L”. In questa fase, per proteggere l’accesso alla sottostante dorsale del Belvedere (su cui il nemico avrebbe potuto piazzare i cannoni per colpire il settore sud-occidentale delle Mura Nuove), il Tenaglia venne collegato al Forte Crocetta da una muraglia dotata di feritoie e munita, al centro, di un piccolo bastione rinforzato da un soprastante ridotto circolare (torre Granara).

 

Nel 1914 l'intero sistema difensivo genovese, ritenuto ormai inadeguato, venne disarmato, passando dal Demanio Pubblico Militare al Demanio Patrimoniale dello Stato. Nel 1917 il Forte Tenaglia venne utilizzato come luogo di detenzione per prigionieri di guerra dell'esercito austro-ungarico.

 

All'inizio della Seconda Guerra Mondiale il Forte assunse nuovamente una funzione militare nell’ambito della difesa di Genova, venendo destinato a ospitare una batteria contraerea. Le quattro piazzole in cemento armato della batteria, realizzate sul terrapieno della Tenaglia, sono ancora visibili. Inoltre, sempre durante la Guerra, la caserma fu danneggiata da un bombardamento.

 

Oltre alle quattro piazzole della batteria contraerea e alle strutture principali realizzate tra il 1633 e il 1836, sono ancora oggi visibili elementi originari quali: intonaci con impresse le firme di soldati, l’argano per il sollevamento dei materiali, inferriate originali e una polveriera in ottimo stato di conservazione.

 

Il Forte è gestito dalla Onlus La Piuma che lo apre periodicamente al pubblico.

 

Progetto

Il Forte Tenaglia è situato sulle alture di Sampierdarena, esternamente all’abitato, sul crinale di connessione tra le Mura del Belvedere e le Mura degli Angeli.

 

Gli interventi di recupero del Forte Tenaglia prevedono:

 

  • il restauro conservativo delle cosiddette casermette, colpite duramente dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale
  • la realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica indipendente all’interno del paramento murario storico esistente. In particolare, il nuovo volume è stato concepito per emergere dalle rovine storiche con un edificio alto circa 70 metri e largo 4,5 metri, con una promenade centrale lunga 20m e una copertura con tetto a doppia falda di altezza contenuta per garantire il minor impatto paesaggistico possibile;
  • il recupero della parte ipogea del forte della caserma sotterranea e dei suoi tre livelli interrati;

 

L’intervento prevede la conservazione di quella che è la vocazione assistenziale già presente sull'area, ponendosi come obiettivo, oltre al recupero del patrimonio storico del manufatto, una più ampia fruibilità per la cittadinanza. A questo scopo, è prevista la realizzazione di un centro per le attività assistenziali, sociali e solidali per il Terzo Settore, dove verranno insediate un'area per le attività didattiche e ricreative, un refettorio, una cucina e una cappella.

 

Al termine dei lavori, il Forte potrà diventare un centro per attività assistenziali, sociali e solidali, destinato ad attività del Terzo Settore insieme ad aree didattiche, formative e di accoglienza.

 

Il progetto PNC-FORTI MOGE-21033 è stato finanziato grazie ai fondi del Piano Nazionale degli investimenti Complementari al PNRR (PNC), nello specifico il Piano degli Investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali (D1).

 

 

Dati

costo intervento 3.740.000 euro
partenza lavori data da definire
durata lavori 546 giorni
fine lavori dicembre 2025
cosa diventeràun centro per attivtà assistenziali del terzo settore ed aree didattiche

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