Restauri e nuovi allestimenti intorno al giardino settecentesco di Palazzo Bianco
Sono state riaperte le sale prospicienti il giardino di Palazzo Bianco, recentemente restaurato nell’ambito del Progetto Doge - Dimore dell’Ospitalità Genovese Europea, finanziato dal ministero del Turismo per la valorizzazione delle città con siti UNESCO e con il supporto della Fondazione Friends of Genoa per il recupero di tutti gli arredi e le fontane in marmo.
Su questo spazio verde di parterre e risseu settecenteschi si affacciano tutte le sale dell’ala di levante del primo piano del palazzo, che per l’occasione si arricchiscono di nuovi allestimenti dedicati al tema del giardino con dipinti e fotografie i cui soggetti ruotano intorno al tema degli spazi di natura nelle dimore aristocratiche.
Alcuni quadri provengono dai depositi del museo, come il Ritratto di gentildonna presso una fontana di Gio. Bernardo Carbone (1614-1683), nel quale una dama, riccamente abbigliata e posta sul limitare di un ninfeo, è raffigurata mentre immerge le dita nell’acqua di una fontana scolpita.
Rientra, inoltre, in museo un grande capolavoro della ritrattistica genovese di età barocca, lo straordinario Ritratto di Gio. Vincenzo Imperiale con la famiglia assegnato a Domenico Fiasella (1589-1669) con la probabile collaborazione Giovanni Battista Casoni (1610-1686): commissionato dallo stesso Gio Vincenzo Imperiale – che vi figura ormai sessantenne, il bastone da un lato e, dall’altro, la piccola nipote – il dipinto celebra il prestigio della casata, e del suo principale esponente, proprio attraverso la raffigurazione dell’antico giardino della villa di famiglia a Sampierdarena (oggi Villa Imperiale Scassi) che si apre alle spalle dei soggetti. Luoghi d’amore per antonomasia, i giardini che compaiono all’interno di ritratti e scene galanti tra Cinque e Seicento sono spesso aristocratici.
Questo tipo di rappresentazioni diventa un vero e proprio genere iconografico, molto apprezzato anche dalla committenza borghese e dal mercato: così accade per i Divertimenti in giardino raffigurati dal fiammingo Cornelis de Wael (1592-1668) nella piccola tela che propone il soggetto del “trattenimento” innanzi al portico di una elegante villa, come anche nel Paesaggio con viale alberato, di Jan Wildens (1586-1653), nel quale è la natura a fare da padrona.
Il museo si è anche dotato di un nuovo spazio conferenze, il cui allestimento ha per protagonista lo stesso giardino storico di Palazzo Bianco, visto attraverso le immagini in bianco e nero fermate nel tempo dagli scatti di Alfred Noack (1833-1895) e di Paolo Monti (1908-1982).
Se ne scoprono così diverse fasi: quella di inizio Novecento, quando l’elegante Caffè Concordia si affacciava dalla sua terrazza sulla sottostante Strada Nuova, offrendo sale a tema con arredi in stile per piacevoli pause in mezzo al verde; e quella più tarda degli anni Sessanta, dopo il secondo conflitto mondiale, di cui le immagini d’epoca mostrano una natura folta e lussureggiante di gusto romantico.