
Durante la commissione ad hoc di questa mattina sono state ascoltate le rappresentanti dei Centri antiviolenza, Municipi e Confcommercio
- Diffondere in maniera sempre più capillare il numero antiviolenza (1522) affiggendolo alle pensiline e sui bus AMT.
È questa la proposta portata alla Commissione V dalla consigliera Sara Tassara (Lista civica Silvia Salis sindaca) e discussa alla presenza delle assessore alle Pari opportunità Rita Bruzzone e Welfare Cristina Lodi, nonché alle rappresentanti dei Centri antiviolenza (CAV), delle delegate alle Pari opportunità dei Municipi e di Confcommercio.
Un progetto, questo, che si colloca sulla scorta di quanto avviene in altre città italiane, come il capoluogo emiliano, e che vuole dare seguito a una iniziativa che già negli scorsi anni aveva dedicato dei sedili rossi con il numero 1522 per sensibilizzare sul tema della violenza di genere.
«Parlare di apporre il numero 1522 e altro materiale informativo sui bus e sulle pensiline - dice l’assessora alle Pari opportunità Rita Bruzzone - è lo spunto per programmare anche altri tipi di intervento: combattere la violenza di genere non è solo organizzare eventi per il 25 novembre, la violenza è tutti i giorni, a tutte le ore. È nei nostri piani riaprire sia i tavoli sulle Pari opportunità che quelli legati alla violenza di genere, includendo la parte politica e i Municipi, le associazioni di categoria, le associazioni, i CAV stessi. Dobbiamo ripensare all’educazione affettiva e pensare anche alla violenza che colpisce altre fasce della nostra popolazione, come la comunità LGBTQIA+».
«Il tema delle Pari opportunità è trasversale tra assessorati - aggiunge l’assessora al Welfare Cristina Lodi - perché il nostro assessorato gestisce fondi regionali programmati e lavora in costante rapporto con i CAV, gestendo anche le emergenze con le forze dell’ordine, con le quali svolgiamo tavoli permanenti. Ricordo che questo Comune ha il Pronto soccorso sociale, uno strumento utile e di cui si parla poco e che ci permette di avere un rapporto molto stretto con il territorio. Il Pronto intervento Sociale si avvale di un servizio attivato in accordo quandro con il comune di immediata protezione e assistenza materiale delle persone vittime di violenza e dei figli se presenti, il servizio è affidato a personale esperto dei CAV. Il servizio cuba una cifra leggermente inferiore ai 300mila euro l’anno. Inoltre, il Comune di Genova ha attiva una progettualità specifica di “casa rifugio di secondo livello” accoglienza utile per la fase dio transizione delle donne dalla casa rifugio ad alloggi autonomi, un accordo quadro di 21.500 euro l’anno, per un totale di 100mila euro messi dall’amministrazione in quattro anni. Non dobbiamo dimenticare che l’Amministazione, inoltre, come capofila della Conferenza dei sindaci, riceve annualmente fondi dedicati alle Case Rifugio, da parte di Regione Liguria, un finanziamento che per il 2023 è stato di 116.000 euro, a fronte di una spesa da parte del nostro ente di 170.500 euro. Nel 2024, invece, le spese sono aumentate: 321.757 euro, con un contributo regionale di 167.661. Purtroppo, i numeri ci dimostrano che nei fine settimana c’è sempre un incremento delle segnalazioni: per questo accolgo con piacere qualsiasi iniziativa che possa aumentare la consapevolezza e la diffusione degli strumenti di tutela delle donne vittime di violenza».
A fornire dei dati è stata la dott.ssa Gabriella Grasso, responsabile del Centro per non subire violenza: «Lo scorso anno abbiamo ascoltato più di 500 donne e ne abbiamo prese in carico 300».
Da parte delle rappresentanti dei CAV, sono poi arrivati un invito e un appello: la disponibilità a organizzare corsi di formazione per i rappresentanti del consiglio comunale e dei Municipi e l’appello a non improvvisarsi operatrici, percorso che comporta una lunga formazione e senza la quale si potrebbe correre il rischio di mettere ulteriormente in pericolo le donne.