
Fino al 17 gennaio nel Palazzo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti e nell’Abbazia di Santo Stefano
Inaugurata oggi all’Accademia Ligustica di Belle Arti la mostra Giulio Romano, allievo di Raffaello a Genova – La lapidazione di Santo Stefano di Giulio Pippi, che accende i riflettori su uno dei più fulgidi esempi di pittura rinascimentale di stampo romano presenti a Genova: la monumentale pala d’altare raffigurante la Lapidazione di Santo Stefano (olio su tavola datato intorno al 1521), realizzata da Giulio Pippi de’ Januzzi, detto Giulio Romano (Roma 1492 o 1499 – Mantova 1/11/1546), il più brillante tra gli allievi di Raffaello, che ancora oggi si conserva nell’abbazia romanica dedicata al santo.
«Questa mostra rappresenta una straordinaria occasione per Genova, perché si muove attraverso due direttrici. La prima è quella della cultura diffusa, che a noi sta molto a cuore. L’altro tema è quello dell’apertura internazionale – ha affermato la sindaca di Genova Silvia Salis - Ringrazio i Musei Vaticani, perché è molto importante che Genova si apra sempre più verso l’esterno, soprattutto quando si parla di cultura. Queste sono occasioni inestimabili per la città ed è nostro compito promuoverle al meglio».
«Questa è una mostra epocale, perché il cartone preparatorio del Martirio di Santo Stefano di Giulio Romano giunge a Genova dai Musei Vaticani per la prima volta - ha commentato l’assessore alla Cultura del Comune di Genova Giacomo Montanari - L’opportunità, poi, di rimetterla a confronto con questa riproduzione altamente fedele alla tavola di Giulio, che si trova nella chiesa di Santo Stefano, ci permette di cogliere nuove sfumature dellq storia di un'opera incredibile. Nel 1521 arriva a Genova uno dei grandi capolavori di matrice raffaellesca direttamente da Roma, ancora prima degli affreschi di Perino del Vaga a Palazzo del Principe. Poter avere questo confronto oggi, dopo 500 anni, con il supporto dei sistemi scientifici che hanno permesso di leggere la stratificazione pittorica di questo dipinto, ci dà informazioni inedite e soprattutto conferma il ruolo di Genova in un panorama internazionale, con prestiti importantissimi e una prospettiva per l’Accademia Ligustica, di essere un grande centro di attrazione sul territorio ligure».
Il progetto consiste nell’offrire, per la prima volta dopo oltre 500 anni, l’esposizione simultanea in città del dipinto genovese dell’artista e del suo prezioso cartone preparatorio di proprietà vaticana. Un capolavoro, quest’ultimo, di rara bellezza, eseguito forse giù a partire dal 1519 (anno in cui probabilmente avvenne la commissione da parte di Monsignor Giovan Matteo Giberti, preposto della Commenda di Santo Stefano), quando Raffaello, ancora in vita, poté probabilmente supervisionare il progetto e forse anche intervenire personalmente nella realizzazione di alcune parti di esso.
Alla stessa maniera del cartone preparatorio per l’affresco raffigurante la Scuola d’Atene di Raffaello, conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, il cartone realizzato da Giulio Romano per la pala d’altare genovese costituisce un rarissimo documento, d’elevatissima qualità esecutiva e di grande interesse storico-artistico. Conservato nei depositi della Pinacoteca Vaticana, viene concesso assai raramente in prestito per essere esposto al pubblico, in ragione della sua fragilità e delle sue dimensioni.
L’esposizione comprende anche altre opere molto significative, intimamente legate al percorso progettuale precedente alla messa a punto del cartone preparatorio e alla sua realizzazione pittorica.
In mostra, una preziosa opera appartenente alle collezioni reali d’Inghilterra di cui si è richiesto il prestito al Royal Trust di Windsor (Popham – Wilde – 1949, n. 348): un raro disegno autografo di Giulio Romano che riproduce uno dei carnefici del martire.
Al Musée du Louvre si è richiesto il prestito il disegno preparatorio di Giulio Romano denominato Homme à demi drapé, debout, lançant une pierre, main gauche tenant un objet che mostra una figura di lapidatore d’impostazione elegante e classica che poi non comparirà nel cartone preparatorio vaticano e nella tavola finale, a mostrare un ripensamento d’impostazione generale della parte inferiore del capolavoro.
Di Giulio Benso (Pieve di Teco, 30 ottobre 1592 – Pieve di Teco, 1668) si è richiesto il disegno recto-verso dal titolo Lapidation de Saint Étienne, cui si aggiunge un ulteriore prestito del disegno di scuola romana e umbra che riproduce il dipinto.
In mostra, con scopo di raffronto, anche una replica fedele della pala, realizzata con tecnologie ad alta qualità dalla più importante società del settore, la Factum Arte di Madrid, società composta da un team di artisti, tecnici e conservatori e leader mondiale nella mediazione digitale.