
La sindaca Salis si è, inoltre, rivolta ai giovani in sala: "Genova è una città universitaria, ma deve diventare una città per universitari".
«Genova e il suo porto devono convivere e volersi bene, esistono uno grazie all’altro e viceversa. Vanno trovati equilibri sempre migliori nel segno della sostenibilità, ma anche nella consapevolezza che il porto è il nostro polmone blu occupazionale ed economico. Bisogna muoversi su diverse direttrici come la sostenibilità economica e ambientale». Così la sindaca di Genova, Silvia Salis, all’evento inaugurale della settima edizione della Genoa Shipping Week, organizzata da Assagenti.
«Il porto produce più lavoro di quello che riesce a trovare sul territorio ed è una importante leva di sviluppo, dal lavoro più pratico a quello specialistico - ha aggiunto - l'idea che abbiamo lanciato nei mesi scorsi della creazione di una scuola delle professioni del mare rappresenta una risposta concreta alle sue esigenze. Poi, ci sono le grandi sfide come la zona logistica semplificata e tutto quello che può derivare dall’uso della digitalizzazione e l’intelligenza artificiale per movimentare più velocemente quanto arriva in porto. I volumi di traffico cresceranno, ma le merci devono essere movimentate nel minor tempo possibile. La digitalizzazione serve a quello. Un equilibrio tra il presente e quello che arriverà in futuro con grande elasticità: è quello che serve al nostro porto e alla nostra città».
Nel suo intervento, la sindaca si è rivolta anche ai tanti giovani presenti al centro congressi del Porto Antico per l’inaugurazione della Genoa Shipping Week: «La Blue Economy - ha detto - è la leva più attrattiva per i giovani, per i nostri che devono restare e per le ragazze e i ragazzi che, da fuori, vogliono investire nel loro futuro a Genova. Genova deve puntare sempre di più sull’economia della conoscenza che riguarda moltissime realtà della nostra terra». «Genova - ha concluso Salis - è una città universitaria, ma deve diventare una città per universitari. Dobbiamo dare servizi ai nostri giovani. Siamo ottimisti per il futuro, ma bisogna arricchire la città di servizi che siano utili ai giovani, di cultura e di eventi. I giovani cercano quello quando decidono in quale città andare a studiare. Solo con un’offerta universitaria e lavorativa qualificata possiamo diventare veramente attrattivi. Abbiamo un’età media molto alta: è nostro dovere morale lavorare affinché si abbassi, attirando nuovi giovani e trattenendo i nostri».