
Anche Genova celebrerà, giovedì 20 novembre, la Giornata in ricordo delle persone trans e non binarie vittime di violenza transfobica
La giunta comunale, su proposta dell’assessora alle Pari opportunità Rita Bruzzone, ha deciso di aderire al T-DOR - Transgender Day of Remembrance, che dal 1998 ricorre in tutto il mondo ogni 20 novembre, in ricordo delle persone trans e non binarie vittime di violenza transfobica.
Il T-Dor, infatti, è stato introdotto per la prima volta da Gwendolyn Ann Smith in ricordo di una donna trans americana, Rita Hester, il cui assassinio diede avvio, nel 1998, al progetto web “Remembering Our Dead” e, nel 1999, a una veglia a lume di candela a San Francisco. Da allora l’evento è cresciuto fino a comprendere commemorazioni in centinaia di città in tutto il mondo.
Non solo una giornata di ricordo, ma anche un’opportunità per sensibilizzare la cittadinanza sul contrasto alla transfobia in tutte le sue forme. «Solo quest’anno i suicidi accertati di persone trans e non binarie, in Italia, sono stati tre: tre episodi gravissimi in cui tre persone si sono tolte la vita a causa della loro identità di genere – spiega l’assessora Rita Bruzzone – Viviamo in un Paese in cui l’omolesbobitransfobia è purtroppo all’ordine del giorno e nel quale le persone trans subiscono una doppia stigmatizzazione e discriminazione, insieme alle persone non binarie. Da anni, ormai, è in corso un attacco feroce alle identità trans da parte di una certa frangia della società, anche attraverso una comunicazione diffamatoria e fuorviante».
Per l'assessora, «riconoscere questa giornata, che per la nostra amministrazione ha un fortissimo valore civico, è un atto dovuto per accendere i riflettori e ricordare una strage silenziosa che è nostro compito, della politica e della società civile, cercare di interrompere. Il Comune di Genova si impegna con azioni concrete al contrasto della transfobia nel territorio comunale: inizieremo, infatti, con l'introduzione dell'identità alias nel Comune e in tutti gli enti para-comunali per far sì che le persone trans e non binarie abbiano facilmente accesso al mondo del lavoro e, come utenti, non debbano sottoporsi a coming out obbligatori, ma possano vivere la loro identità di genere liberamente», conclude l'assessora.
