«Apprendo con soddisfazione che il ministro Adolfo Urso ha convocato per il 28 novembre al ministero a Roma il tavolo sul futuro degli stabilimenti ex Ilva del Nord Italia, alla presenza delle organizzazioni sindacali, rispondendo alla mia richiesta di ieri. Oggi pomeriggio faremo il punto con i rappresentanti dei lavoratori, il prefetto e il presidente della Regione in Prefettura, alla luce di questa comunicazione. Avrei preferito che l’incontro avvenisse qui a Genova, vicino a tutti i lavoratori, ma in ogni caso chiediamo al ministro che questo vertice sia la sede per fare definitivamente chiarezza sul piano del governo per rilanciare, in tempi rapidi, lo stabilimento di Cornigliano e preservare occupazione e salari dei lavoratori».
Lo ha dichiarato la sindaca di Genova Silvia Salis, che ieri aveva inviato una lettera al ministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso, e per conoscenza alla prefetta di Genova, Cinzia Teresa Torraco, chiedendo con urgenza la convocazione di un tavolo sulla vertenza ex Ilva e sul futuro dello stabilimento di Cornigliano e dei suoi lavoratori, alla presenza delle organizzazioni sindacali.
La sindaca, ieri sera, ha anche manifestato personalmente la sua vicinanza ai lavoratori in sciopero: «Sono qui - ha detto incontrando i lavoratori ex Ilva, in sciopero a Cornigliano - per portarvi non solo la mia solidarietà, ma anche il mio impegno. Sapete quanto, fin dal primo momento, io mi sia schierata per il “sì” al forno elettrico e quanto sia stata una decisione non semplice sul piano politico. Ma non c’era un piano industriale o un reale investimento da parte del governo e il mio eventuale “no” sarebbe diventato un alibi per non investire a Genova. Noi non ci siamo prestati a questo gioco. E ora qual è il futuro di queste aree? Ce lo deve dire il governo». «Chiediamo parole chiare, un programma chiaro: bisogna difendere lo sviluppo economico di questa città e i vostri posti di lavoro qualificati - ha detto la sindaca ai lavoratori - e noi questo faremo: chiederemo al ministro di dirci che intenzioni hanno. A noi è stata chiesta una risposta veloce e immediata sul “sì” al forno elettrico: l’abbiamo data e il risultato è che non esiste nessun tipo di investimento». «Sono al vostro fianco, la vostra lotta è sacrosanta - ha concluso Salis - ci sono milleduecento famiglie che vivono sul futuro di quest’area. Io sono con voi, sono qui come ci sono sempre stata quando c’era da prendere posizione». «Il governo ha fallito troppe volte nella ricerca di una soluzione efficace per il futuro dell’azienda, dei lavoratori e dell’industria di questa città e di questo Paese - sottolinea Salis - Il momento delle risposte è già arrivato da tempo e non è più procrastinabile. I lavoratori avevano giustamente chiesto a questa amministrazione una posizione decisa che salvaguardasse il loro impiego, lo stabilimento e uno sviluppo industriale sostenibile. Questa amministrazione, fin dai primi giorni del suo insediamento, non si è tirata indietro e ha assunto una posizione decisa, non senza criticità dal punto di vista politico, ma pensando al futuro con un atto di estrema responsabilità nei confronti dei lavoratori e dello sviluppo industriale ed economico della città. Ma gli annunci del governo sono stati ancora una volta disattesi: ora è il tempo delle risposte». Salis ha concluso ribadendo «Totale vicinanza ai lavoratori e di Genova e di tutti gli stabilimenti. Siamo pronti a richiamare nuovamente il governo alle sue responsabilità in tutte le sedi istituzionali e politiche. Infine, da sindaca non posso non appellarmi ai lavoratori affinché le comprensibili azioni di protesta restino nell’alveo del rispetto del resto della cittadinanza».
