Cultura, Musei in movimento e Tutto mondo storie, arte e rifrangenze interculturali nella città

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25/11/2025
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Due progetti di partecipazione attiva nei Musei di Genova, con il sostegno di Fondazione CARIGE

Silvia Stefani

Due progetti, Musei in movimento e Tutto mondo storie, arte e rifrangenze interculturali nella città, realizzati dal Comune di Genova - in collaborazione con Fondazione Anna Solaro Teatro dell’Ortica e Defence for Children International Italia, e con il sostegno di Fondazione CARIGE - con lo scopo di dare protagonismo a persone in stato di marginalità e di fragilità, per affrontare e prevenire l’isolamento, il disagio e le limitate possibilità di esercitare una cittadinanza attiva utile ad accompagnare lo sviluppo individuale e sociale.

 

«Questi due progetti sono la rappresentazione plastica di quanto i musei civici possano essere luoghi vivi, aperti e capaci di accogliere e generare relazioni. Musei in movimento e Tutto mondo mostrano come la cultura sia un motore di partecipazione attiva, di inclusione e di crescita personale e collettiva - commenta l’assessore alla Cultura Giacomo Montanari - Dare voce a chi spesso non ne ha, costruire percorsi condivisi, mettere in dialogo fragilità, arti e storie diverse significa rafforzare il tessuto sociale della nostra città. Ringraziamo tutte le realtà coinvolte e Fondazione CARIGE per aver creduto in questa visione che mette al centro la persona e la sua capacità di trasformazione».

 

Sabato 29 novembre alle 17, nel cortile di Palazzo Tursi verrà inaugurata la mostra fotografica di Giuseppe Sannino. La rassegna, che rimarrà esposta fino al 14 dicembre, documenta il progetto Musei in movimento che ha coinvolto gruppi di persone già impegnate in percorsi teatrali legati a progetti del Teatro dell'Ortica, in momenti condivisi di laboratorio e ricerca, con l'obiettivo di raccogliere narrazioni, riflessioni e suggestioni, a partire dalla visita dei musei.

 

Il progetto ha preso avvio al Museo di Sant'Agostino, dove il Gruppo Stranità con persone seguite dai servizi di salute mentale di ASL3 attori, operatori sociosanitari e volontari, si è messo in dialogo con gli spazi e le opere che sono testimonianza frammentaria e spezzettata di una Genova monumentale. Ne è nata una performance legata al valore dei reperti: una storia di pietre, da lavare e asciugare, da posizionare e da curare. Una storia di fogli stropicciati, frammenti di passato e di futuro prossimo, di cornici che mettono in risalto un'altra bellezza che non si lascia incasellare in un pregiudizio e che rivendica l'imperfetto e il fragile.

 

Il laboratorio Il rumore del silenzio, con le operatrici e le donne seguite dal Centro Per non subire violenza, negli spazi del Museo delle Culture del Mondo a Castello D'Albertis ha offerto un viaggio alla scoperta delle provenienze, personali e collettive, mettendo in scena la fatica e il coraggio necessario a esplorare la propria provenienza.

 

Il MUCE – Museo della Certosa è stato animato dagli allievi del Laboratorio di Teatro in Lingua Genovese che, a partire dal passato monastico dell'edificio, hanno portato avanti una ricerca legata alla fertile spazialità del silenzio, al valore della lentezza, alle storie personali nate dal ricordo dei rumori di una periferia più rurale, con squarci di canzone in dialetto.

 

Alla GAM – Galleria d'Arte Moderna, gli allievi dei laboratori per adulti dell’Ortica hanno invece creato una performance sul portato emozionale che si sprigiona dall'opera d'arte, che ci chiede di non essere fruitori passivi e di guardare dentro noi stessi.

 

Successivamente, si è messo al lavoro il laboratorio Versi di cura, che coinvolge pazienti oncologici, parenti degli stessi e personale sanitario, in un percorso sulla difficile tematica dell'oncologia. Negli spazi del Museo d’Arte Orientale E. Chiossone è nato un lavoro minuto e calligrafico, legato al momento del passaggio e alla centralità del mettere in relazione.

 

L’ultima performance, sul tema della libertà, è stata realizzata al Museo del Risorgimento. Quattro attori del Teatro dell'Ortica hanno accompagnato il pubblico attraverso le stanze della casa natale di Giuseppe Mazzini, prendendo spunto dai moti risorgimentali per analizzare come gli slanci si accendono e si propagano nei corpi e tra i corpi.

 

Domenica 14 dicembre, la mostra si conclude alle 17 con un grande evento nei Musei di Strada Nuova. Verrà proiettato il video che racconta il progetto e i gruppi coinvolti metteranno in scena una performance conclusiva, legata al tema dello spazio pubblico e della città, dal titolo Urbanistica del possibile. Piani regolatori per città in movimento.

 

Tutto mondo. Storie, arte e rifrangenze interculturali nella città è un’espressione del poeta e filosofo martinicano Édouard Glissant (1928-2011) nel suo riflettere una visione della cultura costantemente in movimento e in relazione, per un incontro capace di generare cose ancora mai dette e mai pensate. Appassionato e assiduo visitatore di Genova e della Liguria, vedeva nella morfologia di questo territorio tra il mare e le montagne la metafora della contrapposizione generativa tra elementi diversi.

 

Questa visione è stata suggerita da Defence for Children International Italia al Comune di Genova, ispirando così una serie di attività di rigenerazione artistica e culturale nei Musei civici, incentrate sull’integrazione culturale, il dialogo e il confronto, coinvolgendo le comunità di stranieri presenti in città. Le azioni sono state sviluppate in dialogo con i Musei di Strada Nuova e in particolare sulle collezioni di Palazzo Bianco, della mission del museo e delle esigenze culturali specifiche del quartiere di riferimento.

 

L’idea è apparsa da subito particolarmente sintonizzata con la suggestione indicata dalla Biennale di Venezia 2024 intitolata Stranieri Ovunque, dalla quale è stato possibile trarre qualche orientamento operativo. Il progetto è partito dalla centralità della persona, dei suoi diritti e della sua storia, per entrare in contatto con migranti sia direttamente, sia attraverso i loro tutori, mentori e operatori di riferimento, così da realizzare un percorso utilizzato come mappa di orientamento per poter costruire un incontro.

 

L’obiettivo delle azioni messe in atto ha reso accessibili i Musei di Strada Nuova a quella parte della comunità - stranieri, migranti, rifugiati - che non li sente propri, sia per distanza culturale, sia per difficoltà di integrazione sociale, economica e culturale. Un’accoglienza per ascoltare voci che spesso non trovano dignità di parola, ma anche per ottenere spunti prospettici diversi e utili a rigenerare il patrimonio culturale del passato proiettandolo verso il futuro.

Ultimo aggiornamento: 25/11/2025