
Un progetto di valorizzazione dei legami storici tra Pegli e le comunità tabarchine
Domani, sabato 29 novembre, alle 16, nel Salone degli Argonauti di Villa Doria di Pegli si terrà il convegno di presentazione del progetto Pegli e le comunità tabarchine. Storia di un legame tra terra e mare. La cittadinanza è invitata L’iniziativa, organizzata dal Municipio VII Ponente, interesserà i luoghi simbolo della memoria locale e della tabarchinità: il Salone degli Argonauti di Villa Doria di Pegli, la Villa Lomellini Rostan di Multedo e l’Oratorio dell’Arciconfraternita dei S.S. Nazario e Celso di Multedo. Il progetto si inserisce nelle celebrazioni che, negli anni, hanno riconosciuto e valorizzato il legame storico e identitario tra Pegli e le comunità tabarchine (Carloforte, Tabarca, Calasetta, Nuova Tabarca). Un percorso che celebra un rapporto secolare, nato nel XVI secolo e ancora oggi vivo nella cultura, nella lingua e nelle tradizioni condivise di un patrimonio che unisce le comunità affacciate sul Mediterraneo. L’incontro, al quale parteciperà l’assessore alla Cultura Giacomo Montanari, ha coinvolto tutte le comunità tabarchine per rafforzare il valore storico e culturale di questo legame e trasmetterlo alle generazioni future. In quest’ottica, la dedica a due figure di riferimento negli studi sulla cultura tabarchina: il genovese prof. Fiorenzo Toso, linguista, accademico di linguistica e dialettologo e il carlofortino prof. Nicola Capriata, studioso della cultura tabarchina. «Il legame tra Pegli e le comunità tabarchine è una storia di migrazioni, scambi e memoria condivisa che attraversa i secoli e che ancora oggi parla al presente. Celebrare questa eredità significa riconoscere la ricchezza delle nostre radici mediterranee e rafforzare un patrimonio comune fatto di lingua, tradizioni e saperi che unisce le nostre comunità – commenta l’assessore alla Cultura Giacomo Montanari – In questo contesto, desidero ricordare la figura di Fiorenzo Toso, la cui ricerca instancabile sulla linguistica e sulle minoranze storiche, compresa la tabarchinità, ha rappresentato un contributo decisivo per comprendere e valorizzare questo patrimonio. Il suo lavoro ha offerto strumenti preziosi per tutelare la memoria linguistica e culturale del nostro territorio, lasciando un’eredità scientifica e umana che continuerà a guidarci».
