Forte Tecla

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Cenni storici

Il Forte Santa Tecla domina il quartiere di San Martino d’Albaro. La sua attuale configurazione è frutto di modifiche e trasformazioni avvenute nel corso del tempo, a partire dalla costruzione del nucleo centrale (1747) fino alle ultime modifiche avvenute intorno agli anni ‘60 del ‘900, quando il manufatto fu adattato ad uso abitativo.

Il Forte Santa Tecla ha una struttura complessa, caratterizzata sotto il profilo architettonico da elementi settecenteschi e ottocenteschi, e immersa in un tessuto urbano consolidatosi nella seconda metà del XX secolo.

 

Il corpo principale del Forte ha cominciato a prendere forma dopo le fine dell’assedio austriaco del 1747 (iniziato il 19 aprile e terminato il 2 luglio), allo scopo di dare maggiore solidità al sistema di difesa avanzata delle Mura Nuova sul lato di Levante: sistema che, durante l’aggressione militare austriaca, si era concretizzato attraverso la realizzazione di opere campali quali trincee, batterie e ridotte in terra battuta, legno e pietra a secco.

 

Il 3 agosto 1747 il maresciallo Jacques De Sicre, ingegnere militare assoldato dalla Repubblica di Genova dopo aver servito nell’esercito francese, presentò ai Serenissimi Collegi – l’organo collocato al vertice del sistema statale genovese, formato dal Doge, dal Collegio dei Governatori (Senato) e dal Collegio dei Procuratori (Camera) – il progetto di quello che è oggi il nucleo centrale del Forte, da realizzare sul sito di una chiesetta medievale dove, durante l’assedio, era stata allestita una ridotta.

Dopo alcuni adattamenti progettuali il Forte, in questa prima configurazione, si costituì come un semplice un recinto terrapienato, basso e quindi vulnerabile ai tentativi di scalata, caratterizzato dalla presenza di quattro semibastioni ai vertici e dalla disposizione simmetrica di quattro fronti, due a corno (a nord e sud) e due a corda di rondine (a est e ovest). I lavori, iniziati sempre nel 1747, terminarono nel 1751. L’assenza degli edifici necessari per l’acquartieramento e le necessità logistiche della guarnigione (caserme, magazzini e cisterne) portarono a collocare questa prima opera nella categoria delle ridotte piuttosto che in quella dei Forti.

 

Durante l’assedio che Genova subì nuovamente da parte degli austriaci nell’anno 1800, le truppe dell’armata d’Italia della Repubblica francese al comando del generale Massena, che difendevano la città, effettuarono alcuni limitati interventi migliorativi, in modo da aumentare la capacità di resistenza dell’opera in caso di attacco.

 

Nel 1815, dopo la fine delle guerre napoleoniche e l’annessione di Genova al Regno di Sardegna, il Forte fu oggetto di interventi ben più consistenti, conclusi nel 1833, nel quadro della realizzazione del sistema dei Forti come è arrivato fino ad oggi.

Gli interventi principali riguardarono l’innalzamento dei due semibastioni rivolti verso nord - che furono dotati di ampie casematte per l’artiglieria - e la realizzazione della caserma (che domina il complesso), dei due perimetri murari esterni e di una batteria, collocata a nord del corpo centrale del Forte, rivolta verso est per battere la dorsale del Chiappeto.

Nella configurazione definitiva, il Forte era dotato di un consistente parco d’artiglieria e di una guarnigione permanente di 50 uomini. In caso di guerra, all’interno del perimetro murario esterno poteva essere acquartierato un corpo di truppa di maggiori dimensioni, deputato, oltre che alla difesa del Forte, a operazioni offensive nel territorio circostante.

 

Il Forte Santa Tecla, saltuariamente utilizzato per scopi militari e detentivi nei primi anni del ‘900, a partire dal secondo dopoguerra fu occupato abusivamente da sfollati e migranti, che ne adattarono la struttura ad esigenze abitative. Nel 1982, in seguito allo sfratto degli occupanti, fu realizzato un integrale intervento di restauro, al termine del quale il complesso è rimasto chiuso in attesa di una destinazione definitiva.

 

Negli anni seguenti, il Forte è stato nuovamente oggetto di vandalismi che hanno vanificato in parte il precedente restauro, provocando l’incendio della copertura lignea del sottotetto. Nel 1996 è stato attuato un nuovo intervento di ripristino a cura della Soprintendenza ai Beni Ambientali della Liguria, con la partecipazione gratuita dell’Associazione Volontari Protezione Civile (Associvile): in quell’occasione, sono state ricostruite la copertura della caserma e risanati i locali interni. Nel 2005 il Forte Santa Tecla è stato oggetto di lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza.

Nel frattempo, la proprietà demaniale del bene era stata trasferita al Comune di Genova. In prossimità dell’accesso al Forte, pochi anni fa, è stata realizzata una piccola area di accoglienza con un circuito di sedute pubbliche liberamente usufruibili. Dal 2022 il Forte è gestito dalla Rete Forte Santa Tecla che lo apre periodicamente al pubblico.

Progetto

Gli interventi di restauro e valorizzazione del Forte Santa Tecla prevedono:

 

  • La sistemazione e la messa in sicurezza dei percorsi e degli accesi al Forte, con particolare attenzione al  tema dell’accessibilità e all’eliminazione delle barriere architettoniche, prevedendo ad esempio un ascensore di accesso alla terrazza panoramica superiore
  • il ripristino delle pavimentazioni storiche esistenti
  • l’illuminazione scenografica del Forte per renderlo visibile da diversi punti della città
  • la sistemazione dei percorsi e dei camminamenti interni
  • la collocazione di inferriate e/o nuove cancellate per garantire l’interdizione delle aree in cui l’accesso è precluso
  • Il restauro e la sistemazione dell’accesso al Forte
  • La sistemazione dei servizi igienici a servizio dei visitatori attraverso il collegamento alla rete fognaria
     

Il progetto si pone come obiettivo di rendere il Forte un presidio per la promozione e valorizzazione del territorio e di attività culturali, educative e ricreative.

 

Il progetto PNC-FORTI MOGE-21036 è stato finanziato grazie ai fondi del Piano Nazionale degli investimenti Complementari al PNRR (PNC), nello specifico il Piano degli Investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali (D1).

 

 

Dati

costo intervento 1.750.000 euro
partenza lavori dicembre 2023
durata lavori 300 giorni
fine lavori ottobre 2024
cosa diventerà un presidio per la promozione e valorizzazione del territorio e di attività culturali

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