Presentato anche il "Manifesto di Genova: Decalogo per i diritti degli anziani"
Anche la terza, e ultima, giornata del 5° Silver Economy Forum sta riscuotendo grande attenzione fra cittadini e addetti ai lavori.
I principali temi delle sessioni odierne spaziano dai confronti sul nuovo concetto di benessere all’interno delle città, ai ruoli degli health influencer sino ai nuovi orizzonti della medicina attraverso gli sviluppi innovativi che l'intelligenza artificiale può fornire per migliorare l’esperienza dei pazienti e supportare il lavoro dei medici. È stato anche presentato il "Manifesto di Genova: Decalogo per i diritti degli anziani" che, fra i suoi obiettivi ha quello di lanciare un coordinamento tra tutti i Garanti degli Anziani d’Italia, come auspicato dal Garante dei Diritti degli Anziani del Comune di Genova Paolo Tanganelli e dalla sua omologa del Comune di Roma Laila Perciballi.
A portare il proprio contributo sul primo punto del programma è intervenuto Mario Mascia, assessore comunale a Urbanistica, Sviluppo Economico e Lavoro del Comune di Genova: «É una bella notizia che proprio da Genova nasca l'idea di un coordinamento dei Garanti degli Anziani: la nostra è stata la prima grande città ad aver introdotto questa figura di garanzia a livello comunale, una proposta d'iniziativa consiliare di cui ho avuto l'onore di essere primo firmatario nello scorso mandato elettivo, condivisa da tutta la maggioranza a sostegno del Sindaco Marco Bucci e approvata dal Consiglio Comunale. L'approccio di questo quinto forum dedicato alla Silver Economy si attaglia perfettamente alla realtà in progress di questa fascia over 65 ormai prevalente nella nostra comunità genovese, declinandosi anche in silver healthcare e silver wellness. Sono convinto che la silver economy, complice la diminuzione della capacità di spesa di coloro che fra quindici-vent'anni avranno superato i 65 anni, potrà diventare una questione di "silver welfare" perché ci sarà la necessità di assicurare una rete di protezione sociale sempre più forte. Oggi, più che nel passato, le istituzioni sono chiamate a progettare nuovi spazi abitativi con un occhio di riguardo ai senior, a realizzare servizi sanitari sempre più accessibili ma anche aree nelle quali la socialità possa essere sviluppata e mantenuta. In questo senso - prosegue Mascia -, il compito delle istituzioni è fondamentale e la nostra amministrazione comunale sta operando con la massima attenzione e competenza alla progettazione di una città a misura di persona, un luogo dove ciascuno possa accedere, fruire di servizio ed esprimere il proprio potenziale. È vero che a Genova si vive meglio che altrove, per questioni climatiche ma non solo. Lo attestano il primato di longevità, con un indice di vecchiaia di 264,7 anziani ogni 100 giovani, e l'indice di ricambio della popolazione attiva all'interno del mercato del lavoro pari a 171,5 che dimostra la loro maggiore capacità produttiva di reddito rispetto a quella dei giovani. Sono dati statistici che evidenziano quanto nel nostro territorio le persone più avanti con l'età siano ancora molto attive ed abbiano ancora tanto da dare. A ulteriore conferma del grande contributo di valori ed energia che gli over65 stanno profondendo nella società contemporanea è sufficiente ricordare come negli ultimi anni, anche nel periodo pandemico, siano stati loro la spina dorsale di interi gruppi familiari anche sul piano economico».
Il ruolo trasversale ricoperto dal rapporto tra le nuove generazioni e gli anziani è stato invece sottolineato da Marta Brusoni, assessore comunale a Personale, Politiche dell'istruzione, Servizi civici e Informatica: «Ritengo molto importante sviluppare una sempre più forte interazione tra i bambini, in particolare quelli fra i tre e i sei anni nel pieno del loro processo di apprendimento, e il mondo degli anziani. Questo per mantenere una vita attiva offrendo positivi esempi educativi e ma anche per conservare le tradizioni e ricordare gli antichi mestieri».
Il “Manifesto di Genova: Decalogo per i diritti degli anziani” ribadisce con forza il principio secondo cui una società giusta deve essere giusta a tutte le età. Questi sono i punti che lo compongono:
- Diritto a non essere discriminati
- Diritto ad una informazione adeguata sui propri diritti
- Diritto alla salute e al benessere migliore possibile
- Diritto di essere accudito e curato nell'ambiente che meglio garantisca la propria dignità
- Diritto al rispetto della propria volontà decisionale e di conservare la libertà di scegliere dove vivere e con chi si desidera
- Diritto a mantenere il controllo della propria vita il più a lungo possibile
- Diritto a una piena inclusione sociale
- Diritto alla sicurezza sia all’interno che all’esterno della propria abitazione
- Diritto ad una abitazione dignitosa
- Diritto ad avere un fine vita dignitoso
«Il Decalogo per i diritti degli Anziani riprende i temi della Carta Europea dei diritti degli Anziani e dei doveri della comunità che è già fondamenta della Carta dei Servizi del Comune di Genova. Sono felice che questa iniziativa nasca da chi collabora in modo attivo con le politiche sociali del Comune per intercettare ed affrontare i veri bisogni di chi come gli anziani si trova in condizione di fragilità», commenta Lorenza Rosso, assessore comunale alle Politiche sociali, Famiglia e Disabilità.
«Una società giusta deve essere giusta per tutte le età” è il sottotitolo, che di per sé è già una dichiarazione di intenti, del Manifesto: «Questo decalogo, per il quale ringrazio anche i preziosi suggerimenti e la collaborazione dell’Associazione 50&più, nasce dall’esigenza di dare attuazione alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea che, all’articolo 25, riconosce agli anziani “il diritto a condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale. Un diritto che tuttavia viene spesso disatteso dalla nostra società – rileva Paolo Tanganelli, Garante dei Diritti degli Anziani del Comune di Genova –. Eppure, facendo riferimento ai principi generali contenuti nella Carta, la dignità umana dovrebbe essere sempre inviolabile, a tutte le età e in ogni condizione in cui si trovi ciascuna persona. L’Unione Europea, a maggior ragione, riconosce e rispetta i diritti delle persone anziane, che hanno maggiori probabilità di diventare dipendenti per bisogno di cure. Disattenderli o limitarli deve essere considerato inaccettabile e gli stati membri devono sviluppare politiche che promuovano questi diritti in casa che negli istituti di cura, nonché dare supporto a coloro che li affermano e sostengono. Da qui nasce l’esigenza di questo Manifesto».