Il sindaco Marco Bucci: "Al lavoro per la messa in sicurezza idrogeologica". I famigliari: "Una piazza per non dimenticare"
“Dentro siamo morti, ma bisogna andare avanti”. Per Bernardo Sanfilippo, accompagnato dai colleghi della polizia penitenziaria e dal figlio Domenico, il dolore per la morte della moglie, Angela Chiaramonte, 40 anni, non passa. Oggi piove, come nove anni fa, ma allora caddero punte di oltre 500 millimetri di pioggia in poche ore. Il Fereggiano e il Bisagno esondarono, trascinando via auto, pullman, moto, invadendo negozi e scantinati, ma soprattutto portandosi via sei vite. Oltre ad Angela, morirono Evelina Pietranera, 50 anni, Serena Costa, di 19, Shpresa Djala, 23 anni, e le sue due figlie, Gioia, 8 anni, e Janissa, di un anno appena. Davanti alla targa commemorativa apposta dal Comune all'incrocio tra corso De Stefanis e corso Sardegna, il rumore della pioggia e del traffico copre le voci ma non ferma il ricordo. Una bambina ha lasciato un disegno e una lettera, in albanese e in italiano: “Gianissa, tu eri piccola e bella e avrei potuto essere in classe con te, e saremmo state migliori amiche”. Marco Costa, il papà di Serena, racconta: “Abbiamo chiesto al Comune e al Municipio di trovare uno spazio, una piazza o una via, da dedicare alle vittime del 4 novembre 2011”.
“Ci stiamo lavorando, per trovare un luogo adatto – conferma il sindaco Marco Bucci -. Il ricordo delle vittime è molto forte, quello che dobbiamo fare è mettere in sicurezza la città dal punto di vista idrogeologico. Il Fereggiano ormai è sicuro, il Bisagno per quanto riguarda lo scolmatore non è ancora pronto ma i lavori sono appena cominciati, invece dalla parte del viale delle Brigate Partigiane l’intervento sta per finire. Non dimentichiamo i piccoli rivi, che portano acqua e detriti ai fiumi principali e che devono essere messi in sicurezza. Stiamo lavorando con progetti finanziati dal Comune: sono lavori importanti, che magari sembrano interventi minori perché i costi sono limitati, ma sono molto importanti dal punto di vista strategico. Con il nostro gruppo di geologi stiamo affrontando tutte queste operazioni, che devono essere concluse nel più breve tempo possibile”. A fare gli onori di casa c’era il presidente del Municipio III Bassa Val Bisagno Massimo Ferrante, che ha letto una lettera a nome dei famigliari, e ha elencato i nomi delle vittime: “Non vi dimenticheremo mai”, ha aggiunto.
Alla cerimonia era presente il presidente della Regione, Giovanni Toti: “È un dovere ricordare quel giorno, è un dovere ricordare le sue vittime, è un dovere essere qua anche a promettere che faremo di tutto perché cose del genere non accadano più. Credo sia stato fatto un grande lavoro in questi anni. Tra circa due mesi sarà finito il lotto del Bisagno sotto la stazione Brignole ed è partito lo scolmatore del Bisagno, una delle più grandi opere di sicurezza idraulica del nostro paese. Il cantiere è stato consegnato già prima dell’estate e non si è mai fermato nonostante le vicissitudini dell’epidemia. Lo scolmatore del Fereggiano è stato completato ed è già stato utilizzato in alcune situazioni difficili che abbiamo vissuto nei mesi passati. Sul dissesto idrogeologico l’impegno continua ad essere, nonostante le altre emergenze del paese, una priorità assoluta e oggi siamo qui per ribadirlo”. E ha aggiunto: “C’è una responsabilità della politica in generale di avere per tanto tempo sottovalutato, sottostimato, talvolta anche drammaticamente, un’emergenza del paese che ha causato tanto dolore come quello che ricordiamo oggi”. La cerimonia è poi proseguita in Borgo Incrociati, dove è stata deposta una corona in ricordo di Antonio Campanella, morto a causa dell’alluvione del 10 ottobre 2014.