Questa mattina, nel Complesso monumentale di Sant’Ignazio dell’Archivio di Stato, si è svolta la seduta solenne del Consiglio regionale dedicata al Giorno del Ricordo, in memoria degli italiani che vivevano nella Venezia Giulia, Istria e Dalmazia e che, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, vennero uccisi o furono costretti ad un drammatico esodo per sfuggire alla persecuzione e alla morte
È iniziata con un minuto di silenzio la seduta solenne del Consiglio regionale dedicata al Giorno del Ricordo in memoria degli italiani che vivevano nella Venezia Giulia, Istria e Dalmazia e che, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, vennero uccisi o furono costretti ad un drammatico esodo per sfuggire alla persecuzione e alla morte, che si è tenuta mercoledì 6 febbraio nel Complesso monumentale di Sant’Ignazio dell’Archivio di Stato.
Alla presenza di consiglieri e assessori regionali, del presidente del Consiglio comunale Alessio Piana, delle massime autorità civili, militari e religiose, il presidente del Consiglio regionale Alessandro Piana ha sottolineato il dramma di intere famiglie sterminate nelle foibe o costrette alla fuga e il successivo l’oblio di quel dramma durato per anni: «Erano italiani esuli in Italia, perché una patria stanca dei lutti e delle sofferenze della guerra desiderava archiviarne gli episodi più controversi, gli aspetti più crudi. E solo nel 2004 una legge nazionale, ha ridato dignità a questi morti, riconoscendo le tribolazioni dei nostri fratelli».
Per far conoscere alle nuove generazioni ciò che è stato, in modo che non abbia più a ripetersi, pochi mesi dopo l’emanazione della legge, La Regione Liguria promuoveva, con legge regionale 24 dicembre 2004 numero 29 "Attività della Regione Liguria per l'affermazione dei valori della memoria del martirio e dell'esodo dei Giuliano e Dalmati", un concorso annuale rivolto agli studenti delle scuole medie superiori. Un modo, ha sottolineato il presidente Alessandro Piana, «per promuovere un approfondimento e perpetuare il Ricordo».
«Occorre custodire e far rivivere la memoria, occorre resistere alla violenza dell’oblio, che è ben peggiore, quasi, di quella fisica» ha esortato nella sua orazione Giovanni Stelli, presidente della Società di Studi Fiumani, spiegando che «custodire la memoria non ha nulla a che fare con la memoria rancorosa, fatta di accuse, che vuol far pagare il conto dei torti anche agli eredi». E se non dimenticare è un dovere, al tempo stesso bisogna guardare avanti, al futuro.
«Dobbiamo agire secondo una prospettiva costruttiva – ha proseguito Stelli - perché ora per gli esuli è diventato possibile stabilire rapporti con le comunità slovene e croate. Far rivivere la memoria vuol dire ripristinare, nei luoghi dei nostri padri, le nostre tracce». E ci sono già alcuni risultati raggiunti: il parziale ripristino del bilinguismo nelle strade a Fiume e la riesumazione di alcune delle vittime della persecuzione. Stelli ha ricordato, inoltre, che la comunità italiana attualmente ha propri rappresentanti nel parlamento dei due paesi.
Ai giovani è diretta l’esortazione finale del presidente Stelli: «Recuperare e tutelare la memoria significa contribuire a costruire l’Europa come spazio di civiltà unitario, fondato su valori di libertà e tolleranza, e proprio per questo, pluralistico e inclusivo».
La mattinata si è conclusa con la premiazione degli studenti delle scuole superiori liguri vincitori della diciottesima edizione del concorso del Consiglio regionale “Il sacrificio degli italiani della Venezia Giulia e Dalmazia: mantenere la memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire i diritti dei popoli”: la prossima primavera parteciperanno ad un viaggio nei territori della Venezia Giulia, Istria e Dalmazia dove si consumò la persecuzione della popolazione italiana autoctona.