Sicurezza stradale e mobilità dolce: grande successo per l'evento in memoria di Michele Scarponi

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15/09/2020
Gruppo di ragazzi presenti all'evento e assessore

Tutto esaurito al Mentelocale di Palazzo Rosso per l’appuntamento promosso dalla Fondazione intitolata al ciclista morto nel 2017 in un incidente stradale

Roberto Bordi

“La strada è di tutti, a partire dal più fragile”. È il motto della Fondazione Michele Scarponi, organizzatore e ospite lunedì 14 settembre a Genova, al Mentelocale di Palazzo Rosso, di un evento dedicato ai temi della mobilità sostenibile e della sicurezza stradale. Evento che si può vedere qui e inserito nel calendario della Settimana europea della mobilità, in programma dal 16 al 22 settembre.

 

Due i principali momenti della serata: la proiezione del docufilm “Gambe” dedicato al ciclista professionista Michele Scarponi, vittima il 22 aprile 2017 di un incidente stradale, e il successivo dibattito a cui hanno partecipato rappresentanti del Comune di Genova; Marco Scarponi, fratello di Michele; il vice comandante della Polizia Locale di Genova Varno Maccari; il telecronista sportivo ed ex corridore Silvio Martinello; il responsabile della Commissione nazionale direttori di corsa e sicurezza della Federazione ciclistica italiana Roberto Sgalla e alcuni portavoce delle associazioni di Rete Genova Sostenibile. Moderatrice della serata Alessandra Repetto, co-amministratrice del gruppo Facebook #genovaciclabile.

 

Subito dopo la proiezione del docufilm, che ha intrecciato la storia personale di Michele Scarponi – una storia di fatica e sacrificio, amicizia e amore per la bicicletta – ai temi della sicurezza stradale, il sindaco di Genova ha preso la parola per raccontare la vision dell’Amministrazione sui temi della mobilità sostenibile, a partire dalle corsie ciclabili di emergenza realizzate negli ultimi mesi. Il primo cittadino ha spiegato che la strada è di tutti, ma ci sono spazi riservati ai vari utenti (marciapiedi e piste ciclabili) che devono essere rispettati. Un aspetto su cui il Comune intende lavorare per consentire a Genova di arrivare presto a un alto livello di educazione civica e stradale dei suoi abitanti. Inoltre il sindaco ha ribadito di puntare a una gestione della mobilità pubblica che sia compatibile con l’ambiente e metta al centro le persone e le loro esigenze. Obiettivo da raggiungere grazie al nuovo piano del trasporto pubblico locale, che prevede di elettrificare tutti gli autobus entro il 2025, nuove piste ciclabili e motorini elettrici al posto degli scooter tradizionali.

 

Quindi il microfono è passato a Marco Scarponi, che ha raccontato lo choc emotivo legato alla tragica scomparsa del fratello come spunto per definire il fenomeno della violenza stradale “un problema strutturale”, da risolvere attraverso campagne di educazione e prevenzione stradale. “C’è qualcosa nel meccanismo che non funziona”, ha spiegato Scarponi.

 

Quando si va per strada, è fondamentale rispettare le regole. A sottolinearlo l’assessore alla mobilità del Comune di Genova, che ha voluto mettere in evidenza il legame tra la violazione delle norme del Codice della strada e i danni provocati alle altre persone. Poi una digressione sulle corsie ciclabili di emergenza, le cosiddette bike-lane. Due, sulle tratte De Ferrari-Boccadasse e De Ferrari-Fiumara, sono già utilizzabili. Una terza sarà realizzata in Val Bisagno, con l’auspicio dell’assessore di accedere ai fondi europei del Recovery Fund per finanziare una quarta ciclabile in Val Polcevera (Pontedecimo-Fiumara).

 

Enrico Musso, coordinatore della mobilità sostenibile del Comune di Genova e professore universitario di Economia dei trasporti, si è focalizzato invece sull’aspetto dei costi legati agli incidenti stradali, economici e sanitari, oltre a quelli dovuti all’inquinamento.

 

Toccante la testimonianza del vice comandante della Polizia Locale Varno Maccari. “Il docufilm in memoria di Michele Scarponi mi ha messo i brividi. Spesso mi sono trovato ad intervenire in presenza di incidenti gravi, con morti e feriti. Sono situazioni in cui devi essere forte, stando vicino ai familiari delle vittime. Ma non è facile”. E per far comprendere la pericolosità dell’uso indisciplinato dei mezzi di trasporto privati ha suggerito di calcolare la velocità “non in km/h, ma in metri al secondo: se si procede a 60 km/h e ci si distrae per 3 secondi, si percorrono 50 metri al buio. Come se si chiudessero gli occhi”. Infine una riflessione sulle multe: “Farle non è sicuramente piacevole: ma è giusto”, ha concluso Maccari.

 

D’accordo anche il responsabile della Commissione nazionale direttori di corsa e sicurezza della Federazione ciclistica italiana Roberto Sgalla, che ha riportato alcuni numeri eloquenti: “Nel 2019, in Italia, ci sono stati 3.100 morti in incidenti stradali contro gli 11mila del 1972, ma non basta. L’anno scorso hanno perso la vita 253 ciclisti, uno ogni 36 ore: un numero enorme”. E se il numero di morti tra i pedoni è diminuito rispetto al 2018, quello dei ciclisti “è aumentato del 15%”. Per Sgalla, bisogna fare di più per la sicurezza dei ciclisti.

 

Dopo l’intervento di Luisa Casu, portavoce di FIAB (Federazione italiana amici della bicicletta), è stata la volta del campione olimpico e telecronista sportivo Silvio Martinello. “Ciclisti sportivi e ciclisti urbani – ha spiegato – sono tutti dalla stessa parte, pur avendo magari esigenze diverse. Ogni giorno tocchiamo con mano i pericoli che ci sono nell’andare per strada, e spesso si percepise l’odio che l’automobilista riversa nei confronti dei ciclisti che gli fanno perdere qualche secondo. Serve – secondo Martinello – un grande progetto condiviso tra scuola, famiglia e istituzioni su educazione stradale e mobilità sostenibile”.

 

Ultimi a parlare il segretario dell’US Pontedecimo Fabio Barbieri – che ha lanciato l’idea di intitolare una pista ciclabile genovese a Michele Scarponi raccogliendo l’applauso del pubblico e degli altri ospiti – il co-amministratore di #genovaciclabile Fulvio Rapetti e la portavoce di Rete Genova Sostenibile Linda Gondova, che a nome delle associazioni ha chiesto di proseguire nella direzione di una città sempre più sicura, vivibile e accogliente.

 

Marco Scarponi: “Una ciclabile di Genova intitolata a Michele? Saremmo felici”

 

“È stata una serata molto importante per la nostra Fondazione”. Marco Scarponi, grande protagonista dell’evento di mercoledì al Mentelocale, fa un breve bilancio dell’appuntamento che ha circa un centinaio di persone. “Non è facile trovare un’amministrazione con un’attenzione così grande nei confronti della mobilità dei più deboli. Con il convegno di Genova – continua Marco Scarponi – abbiamo ripreso le attività della Fondazione che si erano interrotte a causa del Covid. Abbiamo ritrovato tanti vecchi amici e ne abbiamo scoperti di nuovi: una bellissima cosa che dimostra la voglia di cambiare che c’è a Genova”.

 

Ma come far capire che un’altra mobilità è possibile? Secondo Marco Scarponi “bisogna investire molto sulla comunicazione: raccontare perché si fa una ciclabile, per quale motivo è importante usare la bicicletta e così via. Occorre anche parlare ai più giovani, coinvolgendo il mondo della scuola e del lavoro”. Infine un commento sulla possibilità di dedicare una delle ciclabili genovesi al fratello Michele: “È un’idea su cui ragionando da un po’ di tempo: Genova sarebbe la prima città in Italia a farlo e saremmo molto felici di questo”.

 

[Photo credits: Fulvio Rapetti]

Ultimo aggiornamento: 21/09/2020