Sicurezza urbana e situazioni straordinarie. Un seminario sul “caso Genova”

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15/03/2019

Dal 14 agosto l'emergenza dovuta al crollo del ponte Morandi è stata superata. Da quella data molto è stato fatto ma molto resta da fare. Quello che abbiamo imparato è stato il tema del confronto odierno a Palazzo Tursi

 

“La promozione della sicurezza urbana e la normalizzazione delle situazioni straordinarie”, è questo il titolo del seminario organizzato dall’assessorato alla sicurezza del Comune di Genova in collaborazione con il Forum Italiano per la Sicurezza Urbana – F.I.S.U., che si è tenuto oggi nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi.

 

Nel corso della giornata, suddivisa in due sessioni, la prima dedicata alla sicurezza, la seconda all'esperienza della crisi del ponte Morandi rapportata alle esperienze di altre città, si sono alternati 20 speaker, che hanno portato le testimonianze e le esperienze dirette di Genova, Milano, Rotterdam, Parma, Forlì, Prato, Modena e altre città sulla gestione delle emergenze e la loro normalizzazione.

 

“L’esperienza che abbiamo maturato in questi mesi difficili è stata quella di pensare fuori dagli schemi e fuori dall’ordinario, vogliamo che questo pensiero, che questo modello, sia patrimonio di tutti”, così l’assessore alla sicurezza Stefano Garassino che prosegue: “lo spirito con cui abbiamo costruito questo seminario, con cui abbiamo invitato gli speaker a parlare, è quello dell’importanza della collaborazione tra enti e tra le forze dell’ordine e cercheremo di rendere questo seminario una testimonianza per ringraziare tutti coloro che, partendo dai genovesi, nei momenti di crisi hanno trovato risorse incredibili per affrontare le straordinarie emergenze rendendole normali”.

 

Nella fase dell'emergenza a seguito del Ponte Morandi, nelle prime ore dopo lo shock, c'è stata da parte di tutti, dalle forze dell'ordine ai vigili del fuoco, dai volontari alla polizia locale sino ai singoli cittadini, un'azione corale di fronte a uno scenario mai visto prima, in cui per recuperare le vittime e i feriti si sono dovuti rimuovere massi di diverse tonnellate, con una tecnologia e una visione immediata delle cose da fare, destinate a entrare nei manuali di come si normalizza una situazione straordinaria in una grande città.

 

L'assessore per la sicurezza urbana della città di Rotterdam, Marc Van Ettinger, ha portato l'esperienza della sua città funestata all'inizio degli anni 2000 da due tragici eventi, la prima l'esplosione di un magazzino di fuochi d'artificio, con 23 morti, tra cui 4 vigili del fuoco e 900 feriti, e la seconda l'incendio di una discoteca che ha causato 14 vittime e innumerevoli feriti.

 

"Il modo migliore per mitigare i rischi inevitabili di una grande città - ha detto Van Ettinger - è quello di avere una pianificazione di lungo temine, con sistemi integrati di interagenzia che operino non su base spontanea o sul momento, ma attraverso protocolli di personale specializzato con addestramenti comuni".

 

"Noi dobbiamo fare in modo - ha detto il sindaco Bucci - che la sicurezza sia un punto di forza e non di debolezza della nostra città. Vivere sicuri, però, non vuol dire soltanto non essere borseggiati, ma avere la certezza, la percezione, che uscire di casa non comporta rischi. La statistica ci dice che i reati in città stanno diminuendo. Ma la sicurezza percepita non diminuisce. Dobbiamo lavorare affinché questa sensazione negativa si allinei alla realtà, facendo crescere nei cittadini la consapevolezza che a Genova la sicurezza non manca, anzi sta aumentando". 

 

"Sulla sicurezza urbana - ha detto l'assessore Garassino - bisogna avere una visione più ampia. Non bastano i controlli, ma bisogna mettere in campo una nuova progettazione urbanistica, ripensando a ciò che intendiamo per socialità, soprattutto in alcuni quartieri. Abbiamo messo in campo molti progetti nuovi, come PrèVisioni, il rifacimento dei giardini Baltimora e il rinnovamento della Maddalena. Su tutti, unico caso in Italia, il progetto dell'abbattimento della Diga di Begato, una bruttura degli anni '60, che ha creato un ghetto nella nostra città. La sicurezza ha bisogno dei controlli, ma in un'ottica di rinnovamanto urbanistico e sociale".

 

Un grazie particolare agli studenti del liceo linguistico IIS Montale che hanno dato prova di grande professionalità nell'accoglienza, nella registrazione dei partecipanti e nell’assistenza agli organizzatori del convegno. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 16/03/2019